Nel pantheon dei crossover tra universi fumettistici, pochi sono riusciti a generare la stessa risonanza e il medesimo entusiasmo del monumentale JLA/Avengers scritto da Kurt Busiek e disegnato da George Pérez. Pubblicato tra il 2003 e il 2004, questo evento storico ha visto le due super-squadre più iconiche della DC e della Marvel affrontarsi e poi allearsi contro minacce cosmiche — ma uno degli scontri più attesi e discussi resta, senza dubbio, Thor contro Superman.
Ma chi ha davvero vinto tra il Figlio di Odino e l’Uomo d’Acciaio? La risposta è più sfumata di quanto sembri.
Nel numero 2 del crossover, durante una battaglia all’interno dell’universo Marvel, Thor lancia Mjolnir contro Superman con tutta la furia asgardiana. La scena è ormai entrata nella leggenda:
Superman afferra Mjolnir a mezz’aria, interrompendo l’attacco con un gesto che trasmette pura autorità.
Dopo aver parato il colpo, Superman sferra un attacco
devastante e mette KO Thor, lasciandolo disteso al suolo.
È
un momento iconico, esaltato dall’espressione scioccata di Capitan
America e dalla reazione immediata degli altri Avengers, che decidono
di contrattaccare in massa.
Iron Man, She-Hulk, Wonder Man e altri si lanciano in un “pig-pile” su Superman, travolgendolo per vendicare il loro compagno caduto. Superman, sebbene scosso, riesce a resistere abbastanza da non essere sopraffatto completamente, dimostrando la sua proverbiale resilienza.
L’autore Kurt Busiek ha chiarito in più
interviste che Superman ha sconfitto Thor, sì, ma
solo per poco. La vittoria è stata descritta come “narrow
and hard-fought” — ovvero tirata, sofferta,
non schiacciante.
Inoltre, è fondamentale notare che Superman non
avrebbe potuto sollevare Mjolnir in circostanze normali, ma
lo fa solo nel contesto del crossover, perché “il
multiverso lo ha permesso”, come dichiarato dallo stesso
Busiek.
Dunque, non si trattava di una dichiarazione assoluta di superiorità, ma di una concessione narrativa e simbolica. Thor non è stato sminuito, né considerato inferiore: anzi, dopo lo scontro, sarà proprio lui a fare la mossa cruciale per salvare il multiverso — e lo fa con onore e intelligenza.
Uno dei momenti più brillanti dell’intero crossover avviene nel climax della battaglia cosmica. Quando tutto sembra perduto e la fusione dei due universi sta per implodere, Superman — ormai esausto — riesce a lanciare Mjolnir a Thor.
Thor, in risposta, invoca la potenza di Odino per concentrare il potere combinato di Mjolnir e dello scudo di Capitan America, aprendo un varco necessario per la salvezza.
Alla fine, Superman, stremato, cerca di restituire Mjolnir, ma Thor rifiuta con eleganza:
“Mio padre è severo, ma non stupido.”
Una frase che sottolinea non solo la mutua stima tra i due eroi, ma anche la saggezza e l’umiltà del Dio del Tuono. In quel momento, non ci sono vincitori né vinti, solo alleati uniti contro l’annichilimento cosmico.
Sul piano fisico, Superman ha sconfitto Thor.
Sul
piano narrativo, entrambi hanno brillato:
Superman con la sua forza incrollabile e il suo senso di giustizia,
Thor con la sua lealtà e la sua potenza divina.
Lo scopo di JLA/Avengers non era stilare una classifica di potere, ma celebrare la grandezza degli eroi di entrambi gli universi. E in questo, lo scontro tra Thor e Superman non ha vincitori assoluti, ma due icone che si elevano insieme nel mito.
Nessun commento:
Posta un commento