lunedì 14 luglio 2025

La notte eterna di Batman: perché l’anello di Lanterna Verde lo rifiuta

 


Nell’universo dei supereroi, le armi non sono solo strumenti, ma spesso riflessi dell’anima di chi le impugna. Tra le più iconiche, gli anelli del potere delle Lanterne Verdi rappresentano un'idea tanto affascinante quanto radicale: non basta essere forti o virtuosi, bisogna possedere la capacità di superare una grande paura. Questo criterio di selezione, inscritto nei codici degli anelli forgiati dai Guardiani dell’Universo, rappresenta un filtro che esclude non solo i codardi, ma anche coloro che non possono — o non vogliono — abbandonare le proprie paure. E Bruce Wayne, alias Batman, rientra proprio in questa categoria.

L'episodio chiave si trova in Green Lantern Vol. 4 #9 del 2006. Hal Jordan, la Lanterna Verde più famosa della Terra, porge a Batman il proprio anello per metterlo alla prova. È un gesto carico di tensione, quasi una sfida personale, ma anche una forma di rispetto. Bruce Wayne accetta. Indossa l’anello, cerca di usarlo, ma qualcosa lo trattiene. Il costrutto che genera è il riflesso stesso della sua origine: una proiezione dei suoi genitori, Thomas e Martha Wayne, poco prima che vengano assassinati in Crime Alley. Un momento potentissimo. Il cuore della sua tragedia personale materializzato davanti ai suoi occhi. Poi, però, Bruce fa ciò che ci si aspetta da lui: lascia andare l’illusione. “Non voglio. Non ancora”, dice. Poi si sfila l’anello e lo restituisce a Hal, ringraziandolo con una cortesia tanto formale quanto glaciale. È in quel gesto che si annida la verità: Batman non vuole superare quella notte. Non ancora.

Il punto è sottile, ma essenziale. Bruce può superare le sue paure, ma sceglie di non farlo. Non perché sia debole. Non perché sia vigliacco. Ma perché è Batman. E Batman esiste proprio in quella crepa emotiva lasciata aperta dal trauma della sua infanzia. È un uomo che ha incanalato il dolore in uno scopo, e che considera quella ferita un elemento imprescindibile della propria identità. Rinunciarvi significherebbe rinunciare a se stesso. Significherebbe forse guarire — ma perdere Batman.

La mitologia delle Lanterne Verdi è fondata su una dialettica molto precisa: la paura esiste, è naturale, ma chi è scelto dall’anello è colui che può elevarsi oltre essa. Non eliminarla, ma superarla. E proprio qui sorge l’ostacolo per Bruce. La sua forza, la sua disciplina, la sua tenacia non sono messe in discussione. Il problema è che la sua paura è anche la sua benzina. Il timore che altri bambini possano perdere i genitori a causa della criminalità, l’orrore di rivivere quell’istante, la paura costante del fallimento: tutto questo non viene combattuto in senso risolutivo, ma viene trasformato in uno scudo, in un’arma. Batman è, nel profondo, il simbolo della gestione della paura, non della sua trascendenza.

È per questo che il comportamento di Bruce si scontra con l’etica del Corpo delle Lanterne Verdi. Non è una questione morale, ma filosofica. Le Lanterne Verdi sono emissari di speranza, ordine, equilibrio. Batman è l'ombra che protegge Gotham con metodi che a volte rasentano la paranoia, un uomo che si alimenta di controllo e sorveglianza, che vive nell’ossessione di non ripetere l’errore originario. In un certo senso, Bruce è incapace di lasciare andare, perché non vuole lasciare andare. Se lo facesse, forse potrebbe finalmente dormire. Ma chi veglierebbe allora su Gotham?

Questa divergenza rende Batman uno dei personaggi più affascinanti dell’intero panorama fumettistico. A differenza di molti altri eroi, non è interessato alla redenzione o alla pace interiore. Il suo scopo non è raggiungere l’equilibrio, ma mantenere una forma funzionale di squilibrio. Esiste per compensare un’ingiustizia e per prevenire che accada ancora. Il che, paradossalmente, lo rende più umano di qualsiasi Lanterna. Perché mentre Hal Jordan o John Stewart possono affidarsi al potere cosmico della volontà pura, Bruce ha solo la sua mente, il suo corpo, la sua rabbia.

Tuttavia, questo non significa che Batman non sarebbe un eccellente membro del Corpo delle Lanterne, se solo lo volesse. Le storie alternative, come Batman: In Darkest Knight, immaginano un universo in cui Bruce riceve davvero l’anello. E il risultato è terrificante: un Batman con il potere illimitato dell’anello diventa quasi una divinità del controllo assoluto. In quelle trame speculative, il punto non è solo “e se Batman avesse il potere”, ma “cosa farebbe un uomo come lui, con quel potere”. La risposta è quasi sempre: lo userebbe in modo ossessivo, calcolato, spietato. Un’anomalia nel Corpo delle Lanterne.

È interessante anche notare che, sebbene non sia compatibile con il Corpo Verde, Batman abbia avuto interazioni significative con altre emozioni dello spettro: in Blackest Night, ad esempio, viene brevemente evocato come Black Lantern, simbolo di morte. In altri scenari alternativi, si è visto cosa accadrebbe se indossasse un anello rosso (rabbia) o addirittura uno giallo (paura), dimostrando che Bruce è un crocevia emotivo potentissimo, troppo potente forse per essere limitato da una sola sfumatura.

Quindi no, Batman non è stato scelto da un anello delle Lanterne Verdi, non perché sia manchevole, ma perché ha scelto di essere chi è. E chi è, esiste dentro la paura. Batman non vuole superarla. Non ancora. Perché la notte in cui morì Bruce Wayne è la stessa in cui nacque Batman. E l’anello, in fondo, non può brillare su ciò che si rifiuta di spegnere.


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