Nel vasto universo dei crossover ipotetici tra i franchise DC e Marvel, uno degli scontri più discussi tra fan e appassionati di cinecomic è quello tra Aquaman, nella sua incarnazione cinematografica interpretata da Jason Momoa, e il Captain America del Marvel Cinematic Universe, interpretato da Chris Evans. La domanda è semplice, ma dalle implicazioni complesse: in uno scontro diretto, chi dei due avrebbe la meglio?
Steve Rogers è un combattente di prim’ordine. È stato trasformato nel “super soldato” per eccellenza durante la Seconda Guerra Mondiale, dotato di forza, resistenza, agilità e riflessi superiori a qualsiasi essere umano. Il suo scudo, forgiato in vibranio, è virtualmente indistruttibile e lo rende una macchina da guerra difensiva e offensiva al tempo stesso. Cap ha affrontato esseri del calibro di Thanos, ha guidato gli Avengers ed è sopravvissuto a conflitti su scala planetaria.
Tuttavia, c'è un limite. In questa ipotesi non stiamo considerando Cap “degno” del martello di Thor, quindi non ha accesso a Mjölnir né ai poteri divini che ne derivano. Resta dunque un combattente eccezionale... ma pur sempre umano.
Aquaman, al contrario, è mezzo umano e mezzo atlantideo, figlio della regina Atlanna e di un guardiano del faro. Possiede una forza sovrumana, una resistenza incredibile, la capacità di respirare sott’acqua, di nuotare a velocità che sfidano la logica fisica e di combattere su terra e mare con pari efficacia.
Il suo arsenale? Un’arma leggendaria: il Tridente di Atlan, forgiato in acciaio di Poseidone, un metallo divino, e capace non solo di penetrare qualsiasi materiale conosciuto, ma anche di canalizzare e dominare l’elemento acquatico su scala planetaria. Un’arma che, secondo i racconti, ha avuto un ruolo nella distruzione di intere civiltà.
Aquaman ha affrontato e sconfitto Steppenwolf, Karathen (una creatura marina colossale), e ha tenuto testa per alcuni secondi persino a Superman — il che lo colloca automaticamente tra i personaggi più potenti del DCEU.
Non si tratta solo di forza bruta. Arthur Curry ha ricevuto un addestramento d’élite in stile reale atlantideo sin da bambino, rendendolo uno dei migliori spadaccini e combattenti corpo a corpo dell’universo DC.
Se Cap e Aquaman si affrontassero in uno scontro diretto — non una battaglia strategica o una guerra di intelligenze — il risultato sembrerebbe inevitabile. Aquaman è più veloce, più forte, più resistente, e possiede un’arma capace di distruggere anche materiali di origine divina o avanzatissima tecnologia.
Lo scudo di Cap, creato dal genio di Howard Stark con una lega misteriosa di vibranio e forse adamantio, è noto per la sua invulnerabilità. Ma può resistere a un colpo del Tridente di Atlan, un’arma mitologica progettata per dominare le forze della natura? La risposta più onesta è: probabilmente no. Se Thanos, che non è un dio, ma un Titano molto potente, è riuscito a spezzare lo scudo con la sua arma da guerra, non è irragionevole credere che un tridente capace di affondare continenti possa fare altrettanto.
In fondo, questo scontro rappresenta molto di più di una semplice battaglia fisica. Captain America è il simbolo dell’uomo che supera i propri limiti grazie alla determinazione, al coraggio e all’ideale. Aquaman, invece, è la personificazione del potere ancestrale, della linea di sangue regale, e del legame profondo con le forze primordiali del pianeta.
Se dovessimo immaginare questo scontro in un film, forse Cap riuscirebbe a sorprendere Arthur con un paio di mosse ben piazzate, sfruttando l’astuzia e l’agilità. Ma alla lunga, la disparità tra i due si rivelerebbe schiacciante. Non perché Cap non sia un eroe, ma perché Aquaman gioca in una lega diversa.
Capitan America è un leader, un simbolo e un guerriero valoroso. Ma contro un semidio marino armato di un’arma leggendaria, non avrebbe molte chance. Aquaman vincerebbe, e anche abbastanza facilmente.
La vera domanda, forse, non è “chi vincerebbe?”, ma: cosa accadrebbe se questi due eroi combattessero fianco a fianco? Quello, sì, sarebbe uno spettacolo indimenticabile.
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