La risposta sta nel fatto che nell’universo di Invincible, la forza fisica dei Viltrumiti non è determinata esclusivamente dall’età, ma da un insieme complesso di fattori: genetica, addestramento, condizioni ambientali e, non da ultimo, lo stato fisico attuale del soggetto.
Conquest, sebbene sia uno dei Viltrumiti più anziani — con un’età stimata tra i 2.500 e i 10.000 anni — non è nella sua forma migliore al momento degli eventi principali della serie. Come rivelato nella lore del fumetto, il Viltrumite fu colpito dal Flagello, il virus che quasi sterminò la sua razza, e che lasciò i superstiti notevolmente indeboliti. Conquest sopravvisse, ma con danni permanenti: perse un occhio, un braccio, e fu assegnato a incarichi secondari come la sorveglianza del pianeta Rognarr. In breve, non era più il guerriero letale di un tempo.
Dall’altro lato, Thragg rappresenta una generazione diversa, plasmata per un compito superiore. Non solo è il frutto di una selezione genetica voluta dall’élite Viltrumite, ma è stato allevato sin da bambino come il perfetto combattente, futuro reggente dell’Impero. Il suo addestramento è stato continuo, brutale, scientificamente calibrato per produrre l’essere Viltrumite più forte e strategicamente competente mai esistito. La sua forza non dipende semplicemente dall’età, ma da un insieme di condizioni ottimali e da una costante spinta al superamento dei limiti.
Infatti, nel mondo Viltrumite l’età può rappresentare esperienza, ma non garantisce superiorità assoluta. L’esempio più chiaro è la lotta tra Conquest e Mark Grayson (Invincible). Nonostante la sua giovane età, Mark riesce a sconfiggere Conquest in due occasioni. Come? Allenamento costante, capacità rigenerativa, determinazione, rabbia, e un fattore spesso sottovalutato: la volontà di cambiare e crescere. Mark, diversamente dai Viltrumiti più anziani, non è bloccato da dogmi culturali o da un passato imperiale. Si adatta, evolve, e assorbe ogni sconfitta come carburante.
Conquest, per quanto pericoloso, rappresenta un’epoca ormai superata, un soldato d’élite ma danneggiato, in una civiltà che punta ora sulla perfezione selettiva e sulla forza strategica. Non poteva essere il leader di un Impero che guarda alla supremazia evolutiva e all’efficienza genetica.
In conclusione, la forza tra i Viltrumiti è una questione di qualità, non solo di quantità (di anni vissuti). Thragg è stato progettato, allenato e temprato per il comando. Conquest, pur avendo vissuto migliaia di anni e combattuto in innumerevoli battaglie, era un guerriero logorato, segnato nel corpo e forse anche nella mente. In un Impero che non tollera la debolezza, Thragg non è solo il più forte: è il simbolo vivente dell’ideologia Viltrumite.
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