domenica 15 marzo 2020

Se gli Avengers combattessero senza superpoteri, chi vincerebbe?

Senza poteri o tecnologia, Visione non esisterebbe. Wanda sarebbe solo una ragazza dark qualunque. Captain America sarebbe un ragazzo esile e magrolino. Bruce Banner sarebbe un nerd. Peter Parker idem. Nessuno avrebbe possibilità di vincere.


Bucky, Falcon, Warmachine, Tony Stark, Wasp, Dr. Strange, Captain Marvel e persino Antman hanno tutti un certo livello di addestramento, ma non hanno abbastanza abilità nel combattimento per essere davvero forti. Combatteranno ma non saranno mai gli ultimi a restare in piedi. In realtà ora che ci penso; Bucky, Strange, Stark e Rhodey dipendono tutti dalla tecnologia o dalla magia. Rimuovi la tecnologia e la magia e probabilmente anche loro sono fuori.
Occhio di Falco ha delle capacità di combattimento piuttosto buone, ma usa principalmente le sue armi e sappiamo che non è bravo come la Vedova Nera. Mi immagino una lotta corpo a corpo, dal momento che le armi possono essere considerate tecnologiche. Quindi si piazza al 4° posto.
Quindi sostanzialmente la sfida è tra Vedova Nera, Pantera Nera e Thor.
Metterei Natasha al 3° posto perché per quanto sia bella, ha uno svantaggio di dimensioni e forza rispetto agli uomini. Deve anche ancora mostrare grinta contro un avversario veramente forte. Gli avversari che elimina di solito sono gente comune. Le poche volte che ha affrontato avversari davvero forti, ha avuto difficoltà o ha fallito. Normalmente usa delle armi nei combattimenti. Non credo possa battere gli altri due contendenti.
T'Challa contro Thor sarebbe interessante. Inizialmente ho pensato che T'Challa potesse vincere.
Ma la ragione per cui vince Thor è a causa degli agenti S.H.I.E.L.D. Se li conosci, saprai che ogni agente SHIELD sul campo è un combattente altamente addestrato e competente, specialmente quelli di cui Coulson si circonda. Ha detto che gli agenti nel primo film di Thor erano alcuni degli uomini per lo più altamente qualificati del pianeta.
Eppure vediamo con che facilità Thor li fa fuori. È per questo motivo che credo che Thor abbia un vantaggio su T’Challa. Bene, questo, oltre al fatto che fisicamente sembra più forte, e ha l'esperienza di combattimento di mille anni.
Sarebbe comunque una sfida alla pari, ovviamente. Ma sì, alla fine i primi tre sarebbero (in ordine):
Thor Odinson

T'Challa

Natasha Romanov

Aggiornamento: inizialmente avevo inserito Tony Stark con il primo gruppo e lo descrivevo come "un ricco playboy e basta" senza il suo completo da Ironman. Tuttavia, i commentatori hanno sottolineato numerose scene di lui che mostrano abilità di combattimento senza la sua armatura. Continuo a non pensare che possa essere tra i primi 3 (nemmeno vicino), ma ora ammetto che la mia valutazione originale era errata e ho aggiornato la mia risposta per includerlo nel 2° gruppo di combattenti addestrati.









venerdì 13 marzo 2020

Quali sono le 5 armi più brutte nell'universo Marvel?

5 - L'elmetto dell'Unicorno.


Questo nemico di Iron Man mi é sempre sembrato ridicolo, e anche se il suo elmetto emette potenti scariche mi é sempre sembrato molto brutto, ancora piú del suo costume (certo rispetto alla prima versione é un capo d'alta moda).


4 - L'elmetto di Ant Man.


Ora, Ant Man é uno degli eroi Marvel piú capaci e un membro fondatore degli Avengers ma quell'elmetto gli dà un'aria davvero stupida, con quelle antenne che escono dal casco e il microfono vicino alla bocca. Almeno gli é utile per il suo lavoro.

3 - Le spade di Shatterstar.


Shatterstar é un valido elemento della prima versione di X Force. É un ottimo guerriero, un eccellente spadaccino e acrobata con un fattore rigenerante, la capacità di emettere endorfine per annullare il dolore, sparare raggi energetici e creare portali di teletrasporto…ma quelle spade. Come si fa ad essere presi sul serio con spade simili? Sembrano degli spiedi giganti.

2 - Il vortice nero.


Quest'arma é davvero una delle piú potenti, capace di fornire poteri cosmici a chi lo usa e amplificare qualsiasi abilità precedente a livelli mai visti. Peró ha anche un design a dir poco strano, a metà tra una statua e il martello di Thor; vista la sua importanza nel'universo della Marvel gli autori potevano fare di piú.

1- La mazza di Thunderstrike.


Costui era fuso con l'essenza di Thor (storia lunga) ma non aveva lo stesso spirito guerriero. Dotato degli stessi poteri del principe di Asgard e di una mazza fatta forgiare da Odino fu la riserva di Thor per un po'. Poteri a parte il martello che poi era una mazza era inguardabile, con una forma triangolare e la catena per legarlo al polso. Sembrava fatto piú per piantare i chiodi invece che per combattere.





Quali superpoteri sembrano fantastici nei film ma farebbe schifo averli nella vita reale?



Il fattore rigenerante di Wolverine rallenta il suo invecchiamento e gli fa rimarginare qualsiasi ferita rapidamente, ma gli impedisce anche di prendersi una sbronza (cosa di cui si lamenta spesso) e, come si è visto in molte occasioni sui comics, cambiare taglio di capelli è impossibile tanto quanto avere un viso perfettamente rasato (a quello servono gli artigli… 6 lame, come i Gilette).
Ma questa cosa si potrebbe dire di molti superpoteri dei mutanti, da angelo a mephisto, da ciclope a nightcrawler… voglio fare un discorso """serio""" (tra molte virgolette) e dopo capirete perché è un discorso serio.
Tutti i poteri energetici. I raggi cosmici di Capitan Marvel, la fiamma della Torcia Umana, lo sguardo laser di Superman… questi poteri altamente distruttivi sono attivati a volontà. O meglio con un subitaneo pensiero che si tramuta in azione, come noi afferriamo con la mano una pallina da tennis lanciata da un amico. Basta un incubo, uno spavento come un amico che ti fa uno scherzo o un momentaneo rilassamento del controllo e potremmo distruggere cose e persone intorno a noi. Allo stesso modo…
La superforza. Siamo abituati a vedere personaggi dotati di forza fisica inimmaginabile, come Hulk, Wonder Woman o Thor scaraventare o ridurre in frantumi cose pesantissime e molto dure ed avere contatti con fragili esseri umani con il totale controllo sulla pressione esercitata, senza considerare che un decimillesimo della loro forza sarebbe sufficiente a farne poltiglia. Ma qui non temiamo le sole azioni dovute alla perdita di controllo, ma anche quelle incontrollabili. Come faccia Lois Lane a sopravvivere alle eiaculazioni di Superman per me resta un mistero: i suoi spermatozoi superforti e superveloci la dovrebbero attraversare come un getto di plasma…
Controllo del pensiero. Il vero grande potere del Professore X e di Jean Gray non è quello di leggere nel pensiero e di controllare le altre persone con la semplice volontà, ma quello di astenersi dal farlo. I telepati, come si vede in quasi tutti i film, devono cercare di tenere lontani i pensieri della gente, di ignorarli, perché li avvertono continuamente o gli è difficile non percepirli. Accettare un rifiuto sgradito e irragionevole o ingiusto, quando magari si ha davvero bisogno del consenso altrui, potendo piegare la mente altrui e magari cancellare il ricordo dell'esperienza o confondere le idee al punto che l'altra persona ritenga di agire di propria volontà, sarebbe miracoloso più che santifico. Quindi a differenza degli altri due casi in cui lo svantaggio dei poteri sarebbe insito nella possibilità di perderne il controllo o nell'impossibilità o grande difficoltà nel controllarlo, in questo caso il problema è proprio il controllo.
Ed ecco il discorso serio. Qualcuno ha già capito che voglio arrivare a dire che anche togliendo il prefisso "super", il potere, qualunque esso sia, quando lo ottieni o ce l'hai, gestirlo è molto molto più problematico di quanto appaia da fuori.
Certamente trovarsi in una posizione di potere, poter rovinare una vita o migliorarla con una telefonata è una cosa fighissima. Ma combatterai tutta la vita con l'odio delle persone perché hai usato questo potere o perché non lo hai fatto. Perché hai fatto così invece che in un altro modo. Perché avresti dovuto o non dovuto fare o dire.
Essere più intelligenti della maggior parte delle persone sembra essere qualcosa che vogliono in molti, perché si concentrano sul fatto che una persona più intelligente abbia i vantaggi che certamente ha, ma chi lo desidera non si rende conto del fatto che essere più intelligente della maggior parte delle persone significa anche che con la maggioranza delle persone hai difficoltà a comunicare o meglio devi essere tu a colmare la distanza.
Essere bellissima e desideratissima è il desiderio di ogni ragazza, che non pensa a cosa voglia dire aver voglia di fare due chiacchiere o avere bisogno di un amico e trovarsi intorno solo persone che ti invidiano (non necessariamente in modo cattivo) o vogliono portarti a letto (non necessariamente in senso viscido).
Doversi travestire, evitare luoghi affollati, frequentare solo certi luoghi o persone, quando si è famosi è qualcosa che chi sogna la fama dovrebbe considerare. Non potersi fermare mai a pisciare a bordo strada o prendersi una sbronza in discoteca, lasciarsi andare o perdere un po' di controllo… tutto è precluso nella vita pubblica delle persone famose e la vita privata è quasi inesistente. Tutti sanno tutto di te o possono saperlo.
Un'altra cosa sgradevole sul potere che ci insegnano i supereroi è quanto sia shockante ottenerlo improvvisamente e quanto sia doloroso perderlo: alcuni supereroi che hanno vissuto l'esperienza di perdere anche solo temporaneamente i propri superpoteri hanno descritto l'esperienza (o meglio i loro autori la hanno descritta) come perdere l'uso di uno senso o abilità normali, come camminare o parlare. Se ci pensate è molto più duro per un ricco cadere in povertà che per chi non ha mai conosciuto la ricchezza da dentro.
C'è un'ultima lezione che potreste apprendere sulla vita reale dai cinecomics: qualunque sia il tuo superpotere e indipendentemente dal suo livello, ci sarà sempre qualcuno in grado di sovrastarlo, sullo stesso piano o con abilità diverse.
C'è un solo caso in cui i superpoteri dei supereroi alla fine o alla lunga vincono sempre e la cosa straordinaria è che questo succede tanto nella finzione (superpoteri) quanto nella realtà: quando superpoteri diversi si uniscono sinergicamente per raggiungere uno scopo comune.
Insieme prima o poi si vince, da soli prima o poi si perde.


mercoledì 11 marzo 2020

Supereroe Marvel

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Iperrealismo manierista
Dopo l'apice della parabola ascendente a proposito dell'argomento “diversità”, la Marvel prende, al riguardo, una piega potremmo dire manierista. Utilizza, cioè, le tematiche di sempre, ma estremizzandole o ruotandovi intorno senza aggiungere niente di nuovo, vivendo, per così dire, di rendita.
Un “fuori serie” osannato all'epoca, ma a nostro avviso niente più che un'opera adescatrice nei confronti del pubblico e con una veste grafica originale (in quanto iperrealista), ma che tradisce una regola fondamentale del fumetto, ovvero essere disegno non realistico e storie non realistiche per, eventualmente, impiantarvi storie realistiche, è Marvels, edita nel 1994. Quest'opera di Kurt Busiek non fa altro che ri-raccontare la storia della Marvel dalle origini agli anni '90 dal punto di vista di un fotografo. Senza entrare troppo nello specifico al riguardo, faremo notare soltanto come quello che è stato considerato un capolavoro del fumetto di supereroi, non sia un fumetto di supereroi. L'unica divergenza con i criteri basilari della finzione fumettistica che andremo a far notare è quella temporale. Marvels, infatti, evidenzia lo scorrere del tempo, mentre “Superman non può consumarsi, perché è un mito inconsumabile. […] Superman è mito a condizione di essere creatura immessa nella vita quotidiana, nel presente, apparentemente legato alle nostre stesse condizioni di vita e di morte, anche se dotato di facoltà superiori. Superman immortale non sarebbe più uomo, ma dio, e l'identificazione del pubblico con la sua doppia personalità […] cadrebbe nel vuoto. Superman deve dunque rimanere inconsumabile e tuttavia consumarsi secondo i modi dell'esistenza quotidiana. Possiede le caratteristiche del mito intemporale, ma viene accettato solo perché la sua azione si svolge nel mondo quotidiano e umano della temporalità. Il paradosso narrativo che i soggettisti di Superman devono in qualche modo risolvere […] esige una soluzione paradossale della temporalità” (Eco, Milano, 1964, pp. 235–6).
Il fumetto deve prendere una piega diversa da quella delle categorie della realtà, dove “il prima determina causalmente il dopo, e la serie di queste determinazioni non può essere risalita, almeno nel nostro universo (secondo il modello epistemologico col quale ci spieghiamo il mondo in cui viviamo), ma è irreversibile (ivi, p. 237).
Si nota qui come già Eco vedesse in Superman un antesignano del supereroe come uomo e non come dio. Non neghiamo questa posizione, ma vorremmo focalizzare l'attenzione del lettore su quanto, in relazione ai nuovi eroi della Marvel, Superman possa essere considerato una sorta di semidio (nel senso specificato precedentemente a partire dalle riflessioni nietzschiane, a causa soprattutto dell'assenza del dubbio). Questo non nega e non esclude la componente umana già insita nell'eroe kryptoniano e il conseguente processo di identificazione evidenziati da Eco.

Il vigilante, ovvero l'“autoemarginato”
In questa parabola a nostro avviso discendente del tema del “diverso”, si incasella la figura del vigilante, ovvero quel personaggio (spesso senza superpoteri) che decide, in barba a tutto e a tutti, di difendere l'umanità senza confrontarsi con nessun modello etico se non col suo. Questo tipo di personaggio nasce dialetticamente come popolarizzazione dei temi affrontati da Miller e Moore in casa DC negli anni '80, come vedremo nel prossimo capitolo. Si tratta di personaggi inventati magari anni prima, come comprimari strani, ma che, negli anni '90, prendono la dignità di eroi normali. Evidentemente qualcosa nel pubblico stava cambiando. Foolkiller è uno di questi eroi. Come dice il nome, non è sano di mente e punisce i criminali uccidendo. È un personaggio che sicuramente fa il verso al “V for Vendetta” di Moore.
Il personaggio di maggior successo, in tal senso, è, però, Frank Castle, The Punisher, una sorta di Rambo del fumetto, con una formazione prima da seminarista (ricordiamo, inoltre, che è italo-americano e cattolico) e poi da marine.
“Given his level of personal attachment to his military career, he was well on the road to becoming one of the nation's finest Marines. But fate had other planes. While on leave, Castle took his wife and children to New York's Central Park for a picnic. There, the family happened upon a scene of a mob hit. Finishing off their intended mark, the mobsters then turned their guns on the only witnesses to the crime. Only Castle escaped. As his family died in his arms, he was changed forever. Castle disappeared for several months […]. When the former Marine resurfaced. He had adapted his fighting skills to wage a one-man war on crime” (Brady, New York, 2002, p. 123). È interessante notare come dall'epoca del dubbio si sia tornati all'epoca della certezza individuale, che, aggiornata dopo l'epoca della problematizzazione, diventa per forza di cose, anarcoide e fascistoide.
Questo tipo di eroe è chiaramente influenzato dalla “crisi del supereroe” avvenuta in casa DC a metà anni '80 ad opera di Moore e Miller, così come vedremo nel capitolo successivo.

Il supereroe Marvel oggi: “diverso”, ma integrato
Facciamo solo un breve accenno alla situazione odierna. Ci aiuta, quest'ultima analisi, a capire la portata che questi fumetti hanno sul pubblico e quanto siano specchio dei tempi. La Marvel degli ultimi dieci anni, infatti, esaurito il filone del “diverso” che, evidentemente, non è più sentito dal pubblico come un elemento forte, influenzata dalla concorrenza delle nuove case indipendenti un po', per così dire, manierista – con una ricerca, cioè, soprattutto, dell'effetto speciale, del combattimento e dell'ipertrofismo muscolare al fine di evidenziare la bravura dei disegnatori -, pullulanti autori fuoriusciti dalla Marvel stessa, si è trovata a regredire in quanto a tematiche sociali e a rifugiarsi sempre più nell'entertainment. È interessante notare quanto le storie si avvicinino, per stile e per scelte editoriali, agli anni '50 della DC, quando, cioè, si inventavano paradossi su paradossi e universi paralleli su universi paralleli, fino alla creazione del caos più totale (esistevano vari Superman di vari mondi, varie Wonder Woman, varie realtà contraddittorie, e così via).
Si noti, infine, l'operazione quasi scientifica di revisionismo. Nel fumetto, cioè, spesso si riscrivono le origini, sbiadendone, però, la portata sociale. Anche nel cinema succede lo stesso. I film sui supereroi, ormai diffusissimi, soprattutto fra le nuove generazioni che non hanno avuto modo di conoscere le storie originali, e curati dallo stesso Lee, primo inventore dei primi supereroi Marvel, narrano storie proprio diverse, assolutamente svuotate di ogni aspetto socialmente rilevante per calcare la mano sugli effetti speciali di cui sopra. Se si pensa, poi, che i temi, blandamente, rimangono, ma che quarant'anni dopo si tratta di temi assimilati, si capisce come la revisione, per mantenere lo spirito, avrebbe richiesto un approfondimento e un aggiornamento dei temi sociali. Si è scelto, invece, il percorso inverso, quasi a voler cancellare la storia, e in buona parte riuscendoci, ma, come accennavamo prima, sarebbe un argomento, questo, così vasto da richiedere uno studio apposito.




martedì 10 marzo 2020

I personaggi di Marvel e DC sanno dell'esistenza gli uni degli altri?


Sì, lo sanno. Ma non sempre nella maniera che potresti immaginare.
La maggior parte dei personaggi Marvel sanno di quelli DC perché essi sono considerati fittizi in quell'universo, e viceversa. Per esempio, prendiamo questo scambio di battute tra Iron Man e Kitty Pride:


Poi, ci sono occasioni in cui i personaggi si sono effettivamente incontrati. Ci sono state apparizioni in-canon minori, come la volta in cui Barry Allen (Flash) sembrò morire nel fumetto DC Crisi sulle Terre Infinite, e allo stesso tempo, un personaggio con amnesia dotato di enorme velocità apparì improvvisamente nell'Universo Marvel, facendosi chiamare "Buried Alien". (sottile, Marvel. Davvero sottile.)


E poi ci sono crossover più tradizionali (i quali non sono ancora sicuro se siano canon o meno).


Poi, c'è stata la volta in cui gli universi Marvel e DC si sono combinati nell'Universo Amalgam, producendo personaggi come Iron Lantern e Super-Soldier.


Ci sono anche alcuni personaggi meta che rompono la quarta parete i quali sanno di essere in un fumetto, e perciò, sono a conoscenza dei loro rivali fumettistici (Deadpool è un esempio).
Entrambe le compagnie hanno realizzato frequenti cameo o menzioni di sfuggita in alcuni dialoghi, che suggeriscono che versioni alternative dei personaggi DC esistono nella Marvel, e viceversa, come un certo Clark Kent che venne mostrato in un fumetto di Thor:

lunedì 9 marzo 2020

Cos'è successo a Tobey Maguire (l'ex Spider Man) ed alla sua carriera?

L'attore e protagonista della prima trilogia di Spider Man è scomparso nel nulla già da un bel po', e se avete sentito voci su di lui, non avrete di certo sentito cose carine… Ma cosa è successo, quindi, all'amichevole Spider-Man di quartiere?



La carriera di Tobey Maguire (il quale si era già fatto un nome ben prima di assicurarsi il ruolo di Spider-Man; tramite film quali Pleasantville, Paura e delirio a Las Vegas, e Le regole della casa del sidro) e la sua popolarità ricevettero un brutto, bruttissimo colpo dopo Spider Man 3, il quale (proclamato all'epoca il più costoso film di sempre), nonostante un buon risultato al botteghino non soddisfò le aspettative dei fan, ed il ruolo e l'interpretazione più in chiaroscuro di Peter Parker e Maguire alienò a quest'ultimo molti dei suoi supporter.
Tobey 'faccia da bebè' (nomignolo dovuto a quella sua nota espressione, che ti fa venire voglia di tirargli un ceffone ma allo stesso tempo ti intriga ed intrattiene) passò il suo periodo d'oro durante la triologia ragnesca (riuscendo anche ad aggiudicarsi altri ruoli importanti nel mentre, fornendo infatti altre buone prestazioni in film come Seabiscuit, che fu rilasciato tra il primo ed il secondo Spider-Man) la quale fu seguita da un'altra buona interpretazione in Brothers (2009), prima che l'attore iniziasse a cadere sempre più lontano dal palcoscenico. Non furono, tuttavia, l'interpretazione nell'ultimo Spider-Man ed una serie di insuccessi al botteghino la cosa che fece più scalpore…
Nel 2014, la responsabile di partite di poker tra vip di Los Angeles Molly Bloom, dopo una condanna per la conduzione di queste ultime e, tra le altre cose, riciclaggio di denaro; pubblicò il suo racconto di questa vicenda, e di queste partite clandestine nella quali, oltre a Maguire, presero parte altri attori famosi, quali Ben Affleck e l'amico


Leonardo Di Caprio). Maguire (che fu la persona che propose di ospitare queste partite nel locale di Molly) non è nominato nel libro, ma visto il suo ruolo fondamentale nella faccenda è palese che egli corrisponde al misterioso 'Player X', che appare come dispettoso, manipolativo, e per certi versi spietato (Bloom racconta come Maguire l'avrebbe fatta "abbaiare come una foca" per una chip da mille dollari), passivamente stizzito nelle sconfitte e crudele nelle vittorie. Tre anni dopo, il libro fu trasposto cinematograficamente (Molly's Game, 2017), con protagonista Jessica Chastian, e fece pure bene, sia al botteghino che nell'occhio della critica.
In realtà, Tobey ha anche la fortuna (o sfortuna degli altri giocatori) di essere piuttosto bravo a poker (vinse anche diversi tornei ufficiali),


e quello che si può dire in sua difesa è che, per quando discutibile dal punto di vista morale, questa pratica non è illegale in tutti i contesti, e la sua bravura al gioco e verosimile antipatia non fanno di lui un criminale. Nel 2011, ad esempio (prima di Molly's Game), Maguire si oppose alla restituzione delle sue vincite (legittime), poiché uno dei giocatori scommise fondi comuni azionari. Come per gli eventi legati a Molly Bloom, anche in questo caso Tobey fece le prime pagine, e anche se, come detto, il denaro fu vinto legittimamente, avere il proprio nome associato a denaro rubato non è proprio un 'toccasana' per l'immagine.
La reputazione di Maguire fu ulteriormente e definitivamente incrinata dopo il suo ultimo film ufficiale, ovvero il noiosetto La grande partita, che fece tra l'altro fiasco totale al botteghino.
Sicuramente, vicende personali a parte, Maguire dovette sempre sopportare quella croce e delizia che è la sua 'faccia da bebé', quel 'sorriso da babbeo (detto bonariamente) che lo caratterizza troppo strettamente; ma è anche vero che Tobey dimostrò pure buone capacità recitative, come dimostrato con la sua ultima partecipazione ad un grande film, ovvero il bellissimo Grande Gatsby (2014), sempre con Di Caprio.
E' quindi assolutamente possibile che Maguire sia tenuto alla larga da Hollywood per la sua ormai cattiva reputazione, ma questa lontananza dal grande schermo è attribuibile (almeno in parte) anche alle sue attività in parallelo, che oltre al gioco del poker sportivo comprendono la produzione di film. Maguire, tuttavia, non ha mostrato lo stesso talento dimostrato a poker anche nel campo della produzione cinematografica, visto che quasi tutti i film da lui prodotti (con l'eccezione de La Quinta Onda) hanno fatto fiasco totale.
In ogni caso, tra occasionali produzioni di successo e massive vincite a poker, non c'è dubbio che Maguire non si senta (economicamente) costretto a recitare, o ad accettare ruoli in film di serie-B a destra e a manca.
Infine, Maguire partecipò come narratore a The Boss Baby, nel 2017, e nel 2020 è in programma su Netflix l'uscita della sua ennesima produzione, ovvero The Violent Heart, con Mary J Blige.
*
In ogni caso, fosse anche un addio al grande cinema, noi difficilmente ci dimenticheremo di lui e delle sue interpretazioni—e di certo non ci dimenticheremo mai dei suoi contributi al mondo dei social!




domenica 8 marzo 2020

Giustiziere

Risultato immagini per Giustiziere (personaggio immaginario)



Un giustiziere o vigilante è una persona che ignora il diritto all'equo processo e mette in atto la propria personale forma di giustizia quando ritiene che la reazione delle autorità sia insufficiente.
Il personaggio del giustiziere/vigilante ha avuto particolare fortuna nella narrativa di avventura e nei media, evolvendosi nella figura del giustiziere mascherato (es. Zorro) e quindi in quella del supereroe dei fumetti.

Condotta del vigilante
La "giustizia del vigilante" è solitamente scatenata dalla percezione che la punizione per il criminale sia insufficiente o inesistente in rapporto al crimine che ha commesso. Alcune persone vedono le autorità legittime come inefficaci nel far rispettare la legge, perciò si sostituiscono ad esse portando a termine azioni punitive contro soggetti da loro ritenuti colpevoli. In altre circostanze, una persona può scegliere di divenire un vigilante a seguito di esperienze personali, invece che per rispondere ad una richiesta "sociale".
Bersagli del vigilantismo sono solitamente persone considerate sfuggenti alla legge, o al di "sopra della legge". Questo fenomeno può prendere di mira persone oppure supposte organizzazioni coinvolte in attività illegali in generale o può essere puntato contro uno specifico gruppo o tipologia di attività (come ad esempio la polizia corrotta).
La condotta del vigilante può differire a seconda del grado di violenza che utilizza: in alcuni casi i vigilanti possono assalire verbalmente gli obiettivi, spaventare le vittime, compiere atti disumani, o possono decidere di non usare la violenza scegliendo altri mezzi per fare pressione sull'obiettivo.

I vigilanti nei media
Cinema
La figura del giustiziere ha avuto il suo sviluppo ad Hollywood negli anni sessanta e settanta nel momento in cui anche le storie con poliziotti e detective erano in auge. Con la censura di questo genere, la produzione di questi film diminuì, mostrando un cambiamento nei valori statunitensi. Questi poliziotti venivano accusati di mettere in atto una violenza inflessibile ed intransigente verso chiunque si parasse tra il poliziotto giustiziere e i criminali che infrangevano le leggi per raggiungere i loro obiettivi.
Ad esempio il film Léon presenta un agente della DEA che, senza alcuna ripercussione, uccide una famiglia, compreso un bambino innocente, in modo da eliminare un trafficante di narcotici che aveva rubato una percentuale dell'eroina che l'agente della DEA gli aveva chiesto di tenere. Dunque l'agente della DEA non agiva come un poliziotto vigilante bensì come un criminale trafficante di droga che usa la sua posizione di agente della DEA a proprio vantaggio. I veri vigilanti in questo film sono Matilda e Leon.
Un altro esempio di vigilantismo nel cinema è il film The Boondock Saints - Giustizia finale. Esso narra la storia di due irlandesi di Boston rabbiosi che, credendo di agire per conto di Dio, uccidono indiscriminatamente chiunque sia coinvolto nel crimine organizzato. Questo film è diventato un cult classico a seguito della violenza che i vigilanti usano contro tutti coloro che giudicano essere moralmente fallimentari.
Zorro (1920, 1940, 1958, 1975, 1998, 2005)
The Vigilante (1947)
Per un pugno di dollari (1964)
Per qualche dollaro in più (1965)
Django (1966)
Carter (1971)
Cane di paglia (1971)
La mala ordina (1972)
Coffy (1973)
Un duro per la legge (1973)
Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan (1973)
Il giustiziere della notte (1974) e i suoi sequel
Il cittadino si ribella (1974)
Il giustiziere sfida la città (1975)
La città sconvolta: caccia spietata ai rapitori (1975)
L'uomo della strada fa giustizia (1975)
Il giustiziere di mezzogiorno (1975)
Il grande racket (1976)
Taxi Driver (1976)
Un borghese piccolo piccolo (1977)
Il giocattolo (1979)
Interceptor (1979)
Exterminator (1980)
L'angelo della vendetta (1981)
Condannato a morte per mancanza di indizi (1983)
Vigilante (1983)
Dominator (1984)
Codice Magnum (1986)
Nico (1988)
Trappola di cristallo (1988) ed i suoi sequel 58 minuti per morire - Die Harder (1990), Die Hard - Duri a morire (1995), e Die Hard - Vivere o morire (2007)
Il vendicatore (1989)
Batman (1989) ed i suoi sequel Batman - Il ritorno (1992), Batman Forever (1995) e Batman & Robin (1997)
Darkman (1990) e i seguiti Darkman II - Il ritorno di Durant (1994) e Darkman III - Darkman morirai (1996)
Gli spietati (1992)
Un giorno di ordinaria follia (1993)
Senza tregua (1993)
Batman: La maschera del Fantasma (1993)
Il corvo (1994) e i seguiti Il corvo 2 (1996), Il corvo 3 - Salvation (2000) e Il corvo - Preghiera maledetta (2005)
Jimmy Hollywood (1994)
Il momento di uccidere (1996)
Ancora vivo (1996)
The Boondock Saints - Giustizia finale (1999)
Chopper (2000)
Unbreakable - Il predestinato (2000)
La vendetta di Carter (2000)
Il risolutore (2003)
Daredevil (2003)
Kill Bill: Volume 1 (2003)
Kill Bill: Volume 2 (2004)
A testa alta (2004)
Man on Fire - Il fuoco della vendetta (2004)
The Punisher (2004)
Batman Begins (2005), il suo sequel Il cavaliere oscuro (2008) e Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012)
Hard Candy (2005)
La casa del diavolo (2005)
See No Evil (2005)
Sin City (2005)
V per Vendetta (2005)
Outlaw (2007)
Hot Fuzz (2007)
Death Sentence (2007)
Shooter (2007)
Il buio nell'anima (2007)
Punisher - Zona di guerra (2008)
Io vi troverò (2008)
Harry Brown (2009)
Watchmen (2009)
Vendicami (2009)
Drive (2011)
Django Unchained (2012)
John Wick (2015)
Lo chiamavano Jeeg Robot (2016)
John Wick - Capitolo 2 (2017)
iBoy (2017)
Il giustiziere della notte - Death Wish (2018)
Televisione
Zorro (1939, 1957-1959, 1990-1993, 2007)
Le nuove avventure di Zorro - serie animata (1981)
Un giustiziere a New York (1985-1989)
Bubblegum Crisis - serie animata (1987)
I racconti della cripta episodio "The Man Who Was Death" (1989-1996)
Dark Justice (1991-1993)
Batman - serie animata (1992-1995)
Swat Kats (1993-1995)
I giustizieri della notte (1994)
I Simpsons "Homer il vigilante", episodio della quinta stagione - serie animata (1994)
La leggenda di Zorro - serie animata (1994)
Renegade (1997)
Evviva Zorro - serie animata (1997-1998)
Dark Angel (2000-2002)
La regina di spade (2001)
The Amazing Zorro - film animato (2002)
Death Note (2003-2006)
4400 (2004 - 2007). Stagione 1, episodio 2
Zorro Generazione Z - serie animata (2006)
Jericho (2006-2008)
Dexter (2006-in corso)
L'onore e il rispetto (2006-2017)
Arrow (2012-in corso)
Mr. Robot (2015-in corso)
Zorro - La leggenda - serie animata (2016)

Nella letteratura
Michael kohlhaas il terremoto in Cile di Bernd Heinrich Wilhelm von Kleist 1807 1810 (libro)
Il virginiano di Owen Wister (1902) è il primo romanzo western statunitense basato sul tema di "giustizia di frontiera".
The Shadow (1930) è un personaggio nato da una trasmissione radiofonica e protagonista di una serie di oltre 300 romanzi; costituisce un prototipo per i successivi giustizieri dei fumetti
Senza rimorso (1993) di Tom Clancy narra esplicitamente di un ex-Navy SEAL statunitense che sbaraglia una gang di trafficanti di droga.
La mano sinistra di Dio (2004), Il nostro caro Dexter (2005), e Dexter in the Dark (2007) di Jeff Lindsay, adattati anche per la serie televisiva Dexter (2006), riguardano tutti il personaggio di Dexter Morgan che di giorno è un esperto nello studio delle macchie di sangue per Miami-Dade Police Department e di notte dà la caccia ed uccide quelli che sente che "meritano di morire".
iBoy (2008), libro da cui è stato tratto anche un film.
Prima della sparatoria che lo ha mandato in coma, il personaggio maschile Tom Harvey era un ragazzo come tanti. Ma ora si è risvegliato con il potere di sapere e vedere tutto. I frammenti di iPhone che sono rimasti nel suo cervello lo hanno trasformato in un super computer, una sorta di mente artificiale iperconnessa. Tom può arrivare ovunque, tutte le risposte a domande che non sa nemmeno di aver posto sono già lì, nella sua testa. E dopo aver scoperto della violenza subita da Lucy, la ragazza di cui è innamorato, Tom usa i suoi poteri per punire le gang che dettano legge nel quartiere. (libro di Kevin Brooks)

Nei fumetti
Il vigilantismo nel mondo dei fumetti ha i suoi concetti base in diversi generi, anche in alcune storie pubblicate in dime novel. Molti degli eroi nei pulp magazine e dei supereroi dei fumetti sono vigilanti dato che operano al di fuori della legge per combattere l'illegalità. In realtà, ogni supereroe virtualmente può essere considerato un vigilante se non agisce sotto l'autorità di una forza dell'ordine o di un altro organo di governo.
Un esempio chiave è Watchmen, una miniserie della DC Comics della fine degli anni '80 scritta da Alan Moore, in cui i supereroi vengono visti dalla società e dal governo come vigilanti illegali. Meritevole di nota è anche il personaggio dei fumetti della DC degli anni '40 e rigenerato negli anni '80, Vigilante.

Altri esempi noti:
Batman
Devil
Death Note
Doc Savage
Freccia Verde
Punitore
V for Vendetta
Watchmen
Triage X
Übel Blatt
Vigilante: My Hero Academia Illegals
Nei videogiochi
Renegade (1986)
Double Dragon (1987)
Vigilante (1988)
River City Ransom (1989)
Final Fight (1989)
Streets of Rage (1991)
Final Fight 2 (1993)
Final Fight 3 (1995)
Max Payne (2001)
Il Punitore (2004)
Watch Dogs (2013)