giovedì 15 aprile 2021

La straordinaria precisione di Occhio di Falco è un superpotere o solamente un'abilità allenata a livello magistrale e talento?

C'è un team-up con Spider-Man in cui Occhio di Falco spiega quanto sia difficile lavorare per stare al passo con i Vendicatori. Più avanti nella storia, scocca una freccia attraverso degli edifici e manca il bersaglio. Spider-Man non ha il coraggio di dirglielo.






martedì 13 aprile 2021

Qual è la saga fumettistica con protagonista Batman che preferisco


Sarebbe troppo semplice dire: Il ritorno del Cavaliere Oscuro, la celebre e tanto amata saga di Frank Miller e poi basta ma io aggiungo anche: La corte dei gufi.


Qui Batman o per meglio dire Bruce Wayne viene a conoscenza della società segreta nota come La corte dei gufi che segretamente controlla Gotham fin dalla sua fondazione. Ovviamente Batman li combatte scoprendo che la corte ha ucciso suo nonno Alan e che il loro capo é suo fratello minore Thomas Wayne Jr. Il fumetto scava nella psiche non di Batman ma di Bruce Wayne, ricordando la morte dei suoi genitori e di suo nonno. Altro caposaldo della saga di Batman é sicuramente Arkam Asylum.


Qui Batman deve combattere contro tutti i suoi nemici rinchiusi nel manicomio di Arkam, solo per poi scoprire che il vero artefice di tutto é proprio il direttore del manicomio, convinto che Batman sia uno spirito malvagio che infesta Gotham. Qui il confine tra realtà e pazzia si fa molto sottile e anche Batman comincia a dubitare di sé stesso. Una morte in famiglia, la saga forse piú straziante di Batman che ha lasciato anche strascichi nella vita dell'editore Dennis O'Neil.


Qui il Cavaliere di Gotham deve accettare la morte del suo allievo Robin, ucciso dal Joker. Non si parla del primo Robin ma del secondo, Jason Todd, un personaggio mai troppo benvoluto dai lettori. Ció nonostante la morte di Jason sconvolse i lettori e fece passare dei brutti momenti all'editore Dennis O'Neil con lettere di insulti giornalieri, al punto che andando al pub o facendo la spesa dovette negare di essere l'editore di Batman, pena l'essere coperto di insulti. Qui Batman deve affrontare non solo la morte del secondo Robin ma i suoi sensi di colpa per aver permesso che accadesse. Il suo seguito: Sotto il cappuccio é ancora piú bello.


Qui il Crociato Incappucciato deve affrontare una nuova minaccia rappresentata dal criminale Cappuccio Rosso (Red Hood), identità usata da molti villains tra cui lo stesso Joker all'inizio. Quel che Batman non sa é che sotto il cappuccio si cela proprio un redivivo Jason Todd intenzionato a fare ció che il suo mentore non fa, uccidere i criminali di Gotham. Dopo la rivelazione Batman dovrà fare i conti con sé stesso e pensare che forse se avesse fatto scelte diverse non si sarebbe arrivati a questo. Il lungo Halloween e il seguito Vittoria oscura.


Qui un Batman alle prime armi si scontra con molti di quelli che saranno i suoi nemici e si assiste alla nascita di Due Facce. Il fumetto esplora la figura di Dent prima che diventi Due Facce mostrando un ritratto del villain mai visto prima.


lunedì 12 aprile 2021

Chi è l'Uomo Ragno mostro nel culto di Carnage


Il suo nome è Doppelganger:


Doppelganger è stato creato sul numero 1 di Infinity War dal cattivo principale della storia, tutti gli eroi presenti durante la storia di Infinity Gauntlet avevano i loro Doppelganger.
Spider-man aveva il suo:


Iron Man ha il suo


Wolverine:


Mr. Fantastic:


Persino Thanos aveva il suo, e quando fu mostrato il suo Doppelganger, il creatore di tutti i Doppelganger fu rivelato, era Magus, l' avatar oscuro di Adam Warlock:


Tutti questi Doppelganger sono morti, tranne il Doppelganger di Spider-man, che è riuscito a sopravvivere.
Entrò a far parte della famiglia Carnage guidata da Carnage stesso durante Maximum Carnage, Carnage era il marito, Shriek la moglie e Doppelganger era il cane o il loro figlio:
(Maximum Carnage issue#3)


Ha sviluppato una forte connessione con Shriek, ha anche cercato di difenderla dall'abuso di Carnage:


Vede Shriek come sua madre,l' ha chiamata esplicitamente madre e ha cercato di salvarla una volta:
(Carnage (2010) numero 1)




Ecco perché era presente durante Absolute Carnage, perché Shriek stessa era presente come membro del culto di Carnage:
(Absolute Carnage: Lethal Protectors numero 1)


Non è davvero un personaggio importante, e nemmeno un cattivo. Pensa a lui come a un cane da guerra.


domenica 11 aprile 2021

Cosa abbiamo in comune con i Sayan


Abbiamo una caratteristica in comune con i Sayan, anche se ovviamente con le dovute "proporzioni".
Chiunque abbia visto Dragon Ball, sa o dovrebbe sapere che i Sayan dopo aver riportato grossi danni, dopo grandi sforzi o un lungo allenamento diventano più forti sopratutto fisicamente, ma anche mentalmente.


Anche noi esseri umani, come i Sayan, possiamo diventare più forti fisicamente dopo un allenamento protratto nel tempo o uno sforzo particolarmente elevato. Questo processo è detto supercompensazione, ed è alla base del bodybuilding.
La supercompensazione è un modello teorico che spiega il processo di adattamento dell'organismo ad un determinato stimolo allenante. Tale concetto si fonda sullo stato di equilibrio dinamico, detto omeostasi, che regola tutte le attività del nostro corpo. Qualsiasi condizione che perturba tale equilibrio viene immediatamente compensata, nel limite del possibile, da una reazione uguale e contraria, tesa a riportare il sistema in equilibrio.
Il processo di affaticamento e deterioramento indotto dall'esercizio fisico, viene così compensato da una serie di reazioni, atte ad incrementare i processi rigenerativi anabolici. Tali reazioni possono essere interpretate come un sistema di difesa dell'organismo che, tramite esse, cerca di ricostruire l'equilibrio perduto.
La supercompensazione è quindi la risposta fisiologica alla rottura dell'omeostasi da parte dello stimolo allenante.
Per non soccombere al ripresentarsi di un carico della medesima intensità, l'organismo innesca così un processo di supercompensazione, che ha lo scopo di migliorare il livello prestativo originale.
Le riserve metaboliche, il metabolismo e le varie strutture anatomiche sollecitate, non tornano quindi allo stato iniziale ma, per breve tempo, lo superano, collocandosi ad un valore leggermente superiore.
Il nostro corpo quindi diventerà più forte ed esplosivo rispetto a prima.
Esiste ovviamente un limite naturale, oltre il quale non si può andare.
Inoltre, anche gli esseri umani possono diventare più forti psicologicamente dopo un evento traumatico come una ferita o colpo molto forte. Potremmo quindi sviluppare una certa resistenza o comunque una maggior tolleranza se una cosa dello stesso tipo dovesse accadere una seconda volta.
Miglioriamo quindi anche in base all'esperienza, sulla base degli eventi e delle situazioni già vissute. Immaginiamo un karateka che migliora e diventa più forte man mano che affronta più avversari ma anche un calciatore che, con più esperienza alla spalle, migliorerà sicuramente.
Anche noi quindi possediamo un gran potenziale, e chissà forse, dopo questa lettura, anche tu ti sentirai un po' più Sayan.


sabato 10 aprile 2021

A quale specie apparteneva Denver




Denver e stato il mio cartone preferito quando ero piccolo, un dinosauro parlante, scatenato e amichevole che tutti i bambini vorrebbero avere durante l' infanzia!
Per quanto riguarda il tipo di specie che apparteneva e difficile da stabilire, sicuramente era un erbivoro di medie dimensioni piuttosto primitivo. Un prosauropode come il plateosaurus o il mossaspondilus.


Il plateosaurus era un erbivoro vissuto nel triassico 240 milioni di anni fa, era lungo 6 metri e si muoveva in gruppo per proteggersi dai carnivori. Si reputa che siano gli antenati di quelli che nel giurassico diventeranno i sauropodi come il brontosauro.


Confrontiamo Mjolnir con Stormbreaker


Bene, il confronto più ovvio di queste due armi è l'aspetto magico.


Nel primo film di Thor, subito dopo aver bandito Thor da Asgard, Odino mette un incantesimo sull'iconico martello, pronunciando le parole magiche che avrebbero cambiato la vita di Thor per sempre.


"Chiunque detenga questo martello, se è degno, dovrà possedere il potere di THOR." -Odino, 2011
Anche sollevare il martello da solo richiedeva la prova della moralità. Prova di innocenza e giustizia. Prova di dignità.
D'altra parte, Stormbreaker non possiede un incantesimo come Mjolnir.
Non c'era Odino che lo incantasse. Non c'era Asgard a riservarlo per il momento giusto. C'era solo la disperazione da parte di un Thor ferito e di un Eitri distrutto nel tentativo di uccidere Thanos.
Non è necessario essere moralmente nel diritto di maneggiare Stormbreaker. Ma devi essere potente. Molto potente.


Nell'atto intermedio di Infinity War, Thor spiega ai Guardiani della Galassia che deve recarsi a Nivadellir, un'antica fucina nana che ospita una stella di neutroni, per forgiare un'arma che potrebbe uccidere Thanos.
Star Lord procede quindi alla confutazione, dicendo che sarebbe una buona idea per tutti loro avere un'arma come quella descritta.
A cui Thor risponde:
"I vostri corpi si sbriciolerebbero mentre la vostra mente crollerebbe nella follia". -Thor, 2018
Wielding Stormbreaker non richiede alcun tipo di giustizia o sforzo corretto. Richiede potere. Una quantità incredibile di esso.
Parlando di potere, anche Mjolnir e Stormbreaker hanno una grande differenza di potere.
La cosa su Mjolnir è che non era esattamente l'arma che pensavi fosse.


Secondo lo stesso Odino, Mjolnir non fu mai un'arma nel senso che dava il potere a Thor. Non gli ha mai fornito nulla. Non è mai stata la sua fonte di forza.
Era per aiutare Thor a focalizzare il suo potere. Controllarlo. Manipolarlo.
Stormbreaker è esattamente l'opposto.


Stormbreaker non era uno strumento come Mjolnir. Non allena il suo potere. Lo scaturisce. Durante Infinity War, Thor passa dall'essere fatto a pezzi da Thanos con la Pietra del Potere a un colpo dal Guanto dell'Infinito che brandisce Thanos.
Questo è un enorme salto nel potere.
Quindi, in termini di potenza pura, Stormbreaker è più potente. Di gran lunga.
Mjolnir è una ruota da allenamento mentre Stormbreaker è un'arma.
Ma in termini di ciò che preferisco, preferisco Mjolnir. Senza dubbio.


Il motivo per cui mi piace di più Mjolnir è a causa dell'incantesimo della dignità. Sollevare Mjolnir è ciò che ha insegnato a Thor come diventare umile. Come diventare un uomo migliore e un sovrano migliore.
Sollevare Mjolnir per far sapere a Thor che quello che stava facendo era giusto. Sollevare Stormbreaker fa solo sapere a Thor che è un colosso del potere.
Mjolnir era un chiarimento della giustizia morale. Era un simbolo di speranza e coraggio. Stormbreaker è un simbolo di potere. L'unico scopo a cui serve è consentire a Thor di affrontare nemici più potenti.
Simbolicamente, Mjolnir ci mostra che il vero potere è dato agli uomini con cuori buoni e umili. Il potere dovrebbe essere dato a quelli con moralità. Quelli con coraggio. Quelli con volontà indomita e lo spirito invulnerabile di un guerriero.
Mjolnir mostrò a Thor quello che doveva fare per diventare una persona migliore.
Stormbreaker ha mostrato a Thor che a volte non basta. Che a volte avere un bastone più grande in primo luogo è ciò che vince i combattimenti.
Quindi sì, Stormbreaker può essere più forte, più veloce, più potente.
Ma Mjolnir ci ha ricordato che quelli che meritano davvero il potere sono quelli che non lo cercano da soli.


venerdì 9 aprile 2021

Quali sono alcune curiosità sui Puffi


«Alti due mele o poco più», come cantava Cristina D’Avena, i Puffi crescono, ma non invecchiano mai, con il loro caratteristico cappellino bianco, la pelle blu e quello spirito di solidarietà e di amicizia che li fa vivere in armonia nelle loro casette a forma di fungo a Pufflandia, i Puffi compiono 60 anni.


1. Puffi non è il loro vero nome
I buffi folletti blu nascono nel 1958 dalla fantasia del fumettista belga Pierre Culliford, in arte Peyo.
Il nome Strunfi, traduzione del termine belga Schtroumpf, inventato da Peyo, fu cambiato in Puffi dopo un anno dall'arrivo in Italia nel 1963 perché ricordava una parolaccia.
Il nome Puffi apparve per la prima volta nel 1964 sul Corriere dei Piccoli e fu scelto per la sua assonanza con l'aggettivo buffo.


2. Esiste un puffo, uno solo, senza cappello
Agli esordi, i Puffi apparvero come personaggi secondari della storia La flûte à six schtroumpfs (Il flauto a sei puffi), nella striscia di fumetti Johan & Pirlouit (in Italia John e Solfamì), che Peyo realizzava per Le Journal de Spirou.
L'autore non avrebbe dato seguito alla cosa, ma il successo riscosso dai piccoli folletti blu lo convinse a continuare.
Il primo racconto con i Puffi come protagonisti fu pubblicato sul numero 1107 de Le Journal de Spirou, si intitolava I Puffi Neri (Les Schtroumpfs noirs) ed è l'unico in cui compare un Puffo senza cappello.


3. Prima ci sono stati i gadget, poi il cartone
Alla fine degli anni '70 negli Stati Uniti i gadget dei Puffi spopolarono: pupazzetti in miniatura, peluche, accessori a tema ebbero un così grande successo che si decise di farne una serie animata (così seguita da aggiudicarsi diversi premi Emmy).


4. Quanti anni ha Grande Puffo
Nell'universo Puffo, ogni Puffo fa un mestiere. C'è il più saggio e il più vecchio Grande Puffo, che ha 542 anni ed è l’unico in grado di preparare pozioni magiche.
Ci sono Puffo Golosone (cuoco), Puffo Inventore, Puffo Pittore...
I Puffi vivono tutti insieme nella foresta di Pufflandia, dentro funghi dal tetto rosso.
Sono molto golosi di bacche - le puffbacche - che raccolgono fuori dai confini del sicuro villaggio rischiando di essere catturati da Gargamella.
In ogni episodio s'innesca un'avventura, in cui sono protagonisti diversi amici e nemici dei Puffi: Madre Natura, Gargamella, Bue Grasso, Padre Tempo, John e Solfamì, Lenticchia, Birba, Gherardo, Omnibus, Baldassarre e tantissimi altri.
Ogni avventura però ha il suo lieto fine e si conclude con la Festa del Villaggio e l'immancabile danza dei Puffi.


5. Ma quanti sono i puffi?
I puffi nei fumetti di Peyo sono 99.
Con l'episodio Il centesimo puffo, si arriva a 100.
In seguito, nella serie animata si aggiungono Grande Puffo, Puffetta, Baby Puffo, Nonno Puffo e Nonna Puffa.
Fino a un totale di 105.


6. Come è nato il linguaggio dei Puffi
Il nome Shtroumpfs viene da un equivoco: durante una cena Peyo chiese al vicino di passargli il sale, ma non ricordandosi il nome gli disse, in francese, qualcosa che in italiano suonerebbe come «Passami il… puffo».
Così l'amico rispose: «Tieni il tuo puffo, e quando avrai finito di puffarlo, me lo ripufferai!».
Peyo decise di inserirle il termine nella sua serie di fumetti, Johan et Pirlouit e creò molti neologismi utilizzandolo a volte come verbo (puffare) altre volte come aggettivo (puffoso).
Lo straordinario "linguaggio puffo" fu studiato addirittura dal grande Umberto Eco che nel settembre 1979, su Alfabeta n. 5., pubblicò il saggio Schtroumpf und Drang, dedicato alla semantica della lingua dei Puffi.


7. Puffetta aveva i capelli neri (quando era cattiva)
La prima versione grafica dei puffi li ritraeva meno armonici e tondeggianti e con cinque dita per mano anziché quattro.
Anche il cappello bianco si accorcia nel tempo.
L'unico Puffo femmina, Puffetta, creata da Gargamella per spiare i Puffi, aveva inizialmente i capelli lunghi neri.
Fu nel passaggio dal male al bene che Grande Puffo la trasformò in una vera Puffa biondissima.
Più avanti per tacere alcune polemiche sul fatto che nel villaggio Puffetta fosse l’unica femmina in mezzo a tanti uomini, fu ideata Bontina, con lentiggini, due trecce rosse e la salopette rosa.
Come Puffetta, anche Bontina all'inizio era un personaggio cattivo, infiltrato da Garmella nel villaggio per seminare zizzania… ma come sempre, poi, il lieto fine.


8. Non sono alti due mele
«Alti due mele o poco più» non è realmente la loro altezza, ma la traduzione del detto francese haut comme trois pommes, usato in Francia per indicare le persone basse.
L’altezza dei Puffi rimane un mistero: di certo sono piccoli, rispetto ai funghi in cui vivono, al resto della natura circostante e allo stesso Gargamella, che ha le dimensioni di un umano.


9. Ci sono una trentina di singoli a tema Puffi
La grande fortuna dei Puffi fu merito in gran parte del successo riscosso dalla serie animata.
È con Hanna & Barbera che inizia il boom di una serie che dal 1981 è andata avanti per quasi dieci anni.
In Italia, al successo della serie animata ha contribuito l'uscita del 45 giri con la sigla del cartone, seguito poi da un 33 giri dal titolo Arrivano i Puffi, interpretato da Victorio Pezzolla, musicista argentino naturalizzato italiano, creatore di colonne sonore e spot televisivi.
Fu poi scelta Cristina D’Avena, regina delle sigle tv, che ha inciso circa una trentina di singoli a tema Puffi (il primo ha ottenuto il Disco d’Oro per aver superato le 500mila copie vendute).
Nel mondo, i dischi dei Puffi hanno venduto circa 30 milioni di copie.


10. Il successo al cinema
Lo sbarco al cinema nel 2011 con I Puffi, film d'animazione di grande successo, seguito dallo speciale natalizio intitolato I Puffi - A Christmas Carol.
Nel 2013 arrivano I Puffi 2 e nel 2017 I Puffi - Viaggio nella foresta segreta.