Dilbert
è personaggio immaginario
protagonista di una omonima striscia a fumetti comica giornaliera
creata da Scott Adams e ambientata in un ufficio e incentrata sui
vari aspetti del lavoro impiegatizio, del quale mette in luce vizi e
difetti. Dilbert è stato pubblicato su oltre 2500 quotidiani in
tutto il mondo, in 65 nazioni e 19 lingue raggiungendo oltre 150
milioni di potenziali lettori.
Scott Adams, dopo lunghe esperienze
lavorative in vari campi, guardando una trasmissione televisiva
dedicata all'arte del fumetto, decide di dilettarsi in questo campo.
Scrive a Jack Cassidy, protagonista della trasmissione, per sapere da
dove iniziare, e questi gli risponde dandogli alcuni consigli.
L'inizio però fu fallimentare, ed Adams abbandonò l'idea di
disegnare. Qualche tempo dopo, per un caso del destino, Cassidy
scrive di nuovo ad Adams chiedendogli come stia andando il suo lavoro
sul fumetto e questo interessamento inaspettato lo spinge a mettersi
di nuovo all'opera e a completare un personaggio che aveva appena
abbozzato anni prima durante le sue noiose riunioni di lavoro,
Dilbert, un impiegato che parla abitualmente col suo cane. Scott
Adams sfrutta la lunga esperienza lavorativa presso l'azienda
telefonica americana Pacific Bell per raccontare l'ambiente
lavorativo paradossale ma realistico in cui il suo personaggio si
muove. Dilbert lavora in un cubicolo, una scrivania circondata da
quattro pareti ad altezza busto che contraddistingue gli uffici
statunitensi, dando al personaggio l'aria di un "prigioniero"
del lavoro, piuttosto che di un impiegato.
L'8 giugno 1957 (data in cui nacque
l'autore) è la data che Adams considera la "nascita" di
Dilbert.
Nel 1988 la United Feature Syndicate
gli propone un contratto e, nel 1989, la striscia appare per la prima
volta sui giornali. Nel 1998 appare su Internet la prima striscia
comica.
È un ingegnere elettronico frustrato
in quanto, sempre puntuale e presente in ufficio e onestamente
intenzionato a svolgere al meglio il proprio lavoro, deve scontrarsi
contro gli ingranaggi arrugginiti del "marketing" e della
"leadership". Ogni buona idea viene soppressa e ogni merito
non riconosciuto. Eppure Dilbert è tenace nel proprio lavoro, che
nessuno ha mai saputo quale sia (è un ingegnere, e lavora col
computer, ma gli indizi terminano qui), e fedele suo malgrado alla
propria azienda, che nessuno ha mai saputo cosa produca. Da questo
clima di indeterminatezza, di terziario avanzato che sa di Kafka,
esce uno dei personaggi più significativi del panorama mondiale.
Dilbert porta sempre pantaloni neri,
camicia bianca ed una cravatta a righe che non vuole mai stare
dritta. Indossa occhiali che nascondono perennemente i suoi occhi, ma
che rendono molto più intense le sue espressioni. Nel suo taschino
non mancano mai delle penne (per un «backup d'emergenza», a suo
dire).
Vive solo in compagnia del suo cane
Dogbert, e va a trovare la madre solo quando deve venderle qualcosa o
ha bisogno di consigli ovvi o sarcastici. Per un periodo ha anche
avuto una fidanzata, ma in generale ha dei grossi problemi nei
rapporti sentimentali: è troppo onesto e schietto nell'esprimere i
suoi giudizi, e questo lo mette regolarmente nei guai.
La sua carriera lavorativa è
perennemente stabile: ha avuto qualche retrocessione ma è riuscito a
recuperare, ha avuto qualche promozione ma è riuscito a rovinare
tutto. Nessuno sa quale sia precisamente il suo lavoro, e purtroppo a
volte non lo sa neanche lui. Si limita a cercare di sopravvivere in
un ambiente fatto di cavilli, di "marketing", di
"brainstorming" e di generale ottusità.
È un vegetariano e un attivo
animalista.
È il cane di Dilbert, ed il suo unico
scopo dichiarato nella vita è quello di dominare il mondo e vedere
tutti gli uomini ai propri piedi (una volta c'è riuscito, ma poi la
cosa lo ha annoiato e si è ritirato dicendo: «Non mi meritate come
capo!»).
Dogbert è uno fra i personaggi più
sarcastici, taglienti, spietati e graffianti che esistano. E questo
rende perfetto il suo rapporto con Dilbert, moralmente onesto e
ingenuo fino all'eccesso. Dogbert non gliene lascia passare una, e
trova sempre le parole giuste per smontare ogni iniziativa del
padrone o per punzecchiarlo ad ogni suo errore.
Ma non c'è solo Dilbert da deridere:
il mondo è pieno di persone ingenue da sfottere, e Dogbert non se ne
lascia mai scappare l'occasione.
Il suo punto debole è costituito dai
gatti: non li sopporta e non sopporta che Dilbert possa anche solo
accarezzarne uno. Una volta che è successo, è stato capace di
denunciarlo e quando il suo padrone ha cercato di rimediare, gli ha
risposto «ma vatti a leggere Garfield, che ti piace tanto!».
Dogbert sembra essere, fra i personaggi
del fumetto, il più cosciente di quello che succede e questo lo
rende altezzoso e sprezzante in qualsiasi attività svolga:
dall'operatore telefonico al consulente aziendale, dal broker
finanziario al mago ("Nostradogbert"!).
Nelle strisce italiane il nome è
spesso tradotto in Canbert.
È un ratto che si aggira per la casa
di Dilbert senza essere stato invitato. Malgrado tutti gli dimostrino
disprezzo e derisione, lui continua imperterrito nella sua missione:
ottenere affetto e sentirsi finalmente inserito in una famiglia.
Personaggio diventato fisso tardi nella
serie, Ratbert è il più ingenuo di tutti, e viene spesso usato
quando serve una cavia per qualche esperimento sociologico (se non
proprio fisico!). La sua voglia di amore lo rende un personaggio
"tragico" e "comico" allo stesso tempo, tanto che
la sua presenza nelle strip è aumentata esponenzialmente rispetto
agli esordi.
Impiegato tutt'altro che modello,
eterno collega di lavoro di Dilbert, Wally probabilmente non ha mai
lavorato in vita sua, e non è un segreto per nessuno. La sua
mattinata lavorativa comincia con un lungo caffè, una ciambella ed
una visita nei bagni dell'ufficio con tanto di giornale sotto il
braccio, ed il resto non conta. La tazzona di caffè è il suo
simbolo: la porta sempre con sé, anche alle riunioni con i colleghi.
Wally, nel corso degli anni, è
divenuto presenza fissa nelle strip di Dilbert ambientate in ufficio,
in quanto è il paradigma del "collega sfaticato",
l'"anello debole" della catena aziendale a causa del quale
ogni iniziativa o idea si trasforma inevitabilmente in un fiasco.
Collega di Dilbert e Wally, è uno dei
rarissimi personaggi femminili del fumetto. È sempre impegnata a
lavorare: non si sa quasi nulla della sua vita privata, né se ne
abbia una. In una delle prime strisce ha partorito un figlio in
ufficio in quanto non le veniva riconosciuta la maternità. Il suo
lavoro è tanto alacre quanto inutile: non viene mai avvertita dei
cambi di programma o della sospensione di un progetto, e quindi
lavora costantemente "a vuoto". Questo la rende più
frustrata rispetto a Dilbert.
I suoi colleghi non le sono d'aiuto, in
quanto tendono a rincarare la dose con del sarcasmo, al quale Alice
risponde con la violenza fisica: il suo pugno della morte è
tristemente famoso in ufficio.
Eterno "nuovo arrivato" fra i
colleghi dell'ufficio, Asok (che in inglese si pronuncia "ah-shook")
è un giovane ingegnere indoamericano la cui ingenuità e bontà di
cuore è causa di soprusi e vessazioni continue. Ma lui risponde
sempre con una invidiabile sopportazione: anche quando un consulente
lo insulta chiamandolo «stupido uomo», lui risponde con gioia «ha
detto che sono un uomo!».
Non è un impiegato ma solamente uno
stagista, malgrado lavori da vari anni per l'azienda, e pertanto non
ha i (pochi) diritti che hanno i suoi compagni di lavoro: questo lo
rende la vittima predestinata di ogni problema dell'ufficio.
Nessuno lo chiama mai per nome, ed in
inglese è semplicemente «Pointy-Haired Boss», il «capo dai
capelli a punta» (in realtà le punte dei suoi capelli sono
aumentate di dimensione nel corso degli anni, e diventate il simbolo
di tutti i manager che capitano nella striscia). È il principale
nemico nell'ufficio di Dilbert e colleghi, non perché sia cattivo ma
semplicemente per la sua idiozia; quello che più li umilia e li
frustra; quello che rende inutile i loro lavori e vani i loro sforzi.
E tutto con una naturalezza che disarma.
Il personaggio incarna l'idea di capo
di cui tutti hanno paura, più che rispetto, che ha in mano i destini
di tante vite senza che per lui questo abbia la minima importanza
(una volta una raffica di licenziamenti è stata decisa semplicemente
dal lancio di freccette!). La sua completa ignoranza in ambito
tecnologico è risaputa, eppure si interessa costantemente di ogni
aspetto del lavoro dei suoi subalterni.
Una volta, per snellire il proprio
lavoro, ha fatto costruire un robot con le proprie sembianze, col
solo compito di annuire con lo sguardo perso nel vuoto: l'idea è
riuscita perché nessuno ha notato la differenza fra i due.
Catbert è il "malvagio direttore"
delle risorse umane dell'azienda per la quale lavora Dilbert: ogni
decisione infima, ogni pugnalata alle spalle degli impiegati nasce
dalla sua mente diabolica. Ha l'aspetto di un gatto con gli occhiali,
animale scelto in maniera decisamente appropriata data la sua
passione di giocare al "gatto col topo" (ma con gli
impiegati).
Fu inizialmente introdotto come
controparte "malvagia" dell'ingenuo Ratbert in una serie di
strisce, per poi essere cacciato di casa da Dogbert dopo avere
riavviato il computer di Dilbert. Il personaggio ebbe tanto successo
tra i lettori (furono proprio loro a battezzarlo Catbert) da
"costringere" Scott Adams a reintrodurlo nella striscia
ufficialmente nel 1995.
Il suo unico divertimento sembra essere
quello di inventare delle regole sempre più restrittive per rendere
la vita lavorativa dei suoi impiegati più insopportabile di quanto
già non sia - operazione spesso coadiuvata dal "Capo dai
capelli a punta".
Mentre Dogbert sogna il potere, Catbert
lo detiene e lo applica nella sua accezione più cattiva e perfida.
Ricatta i dipendenti perché gli grattino la pancia e fa le fusa
solamente quando ha concepito qualcosa di veramente malvagio. Nelle
strisce italiane il nome è spesso tradotto in Gattbert.
È un dinosauro che non si è estinto,
bensì nascosto! In quanto ad intelligenza è pari a Ratbert, e
subisce continuamente, senza rendersene conto, il sarcasmo di
Dogbert. Ha avuto un figlio, il piccolo Rex, che appena nato è già
più intelligente di lui.
La repubblica di Elbonia è una nazione
fittizia creata da Scott Adams per fornire a Dilbert e agli altri
personaggi un campo d'azione in una "terra straniera generica"
senza il rischio di offendere qualche paese realmente esistente. È
situata nell'Europa dell'Est, ha recentemente abbandonato il
comunismo ed è estremamente arretrata da tutti i punti di vista. La
sua economia si basa quasi unicamente sul fango, che copre
praticamente il 100% del suo territorio, tanto da essere usato anche
per costruire le case.
Culturalmente molto arretrata, ha
subito per molti anni una guerra civile tra i mancini e i destrorsi,
guerra combattuta però senza alcuno spargimento di sangue poiché
nessuno si rese conto che era permesso usare delle armi. Il governo è
composto da una giunta militare di destrorsi che continuano la loro
discriminazione verso i mancini.
È in continua tensione con il suo
paese confinante, Kneebonia, arrivando anche a minacciarne il
bombardamento atomico tramite dei missili nucleari (lanciati con una
fionda).
Nella striscia vi sono anche dei vaghi
riferimenti ad una nazione chiamata Elbonia del Nord - probabilmente
ispirata alla Corea del Nord - che è stata però distrutta da un
raggio laser prodotto dalla compagnia per la quale lavora Dilbert; il
manuale di istruzioni del laser fu manomesso apposta da Tina (la
scrittrice di manuali tecnici), in un attacco di rabbia presole una
volta venuta a conoscenza dell'atteggiamento estremamente
discriminatorio degli Elboniani verso le donne.
In Elbonia è ambientata una striscia
spin-off di Dilbert, chiamata Plop: The Hairless Elbonian ("Plop:
L'Elboniano Senza Peli"). Le strisce narrano le disavventure di
Plop, un ragazzino elboniano totalmente privo di peli e quindi visto
come "diverso" in un paese dove tutti gli abitanti hanno
folte capigliature e lunghe barbe (donne comprese). Le strisce (28 in
tutto) sono considerate un semplice esperimento dell'autore, e non
sono state mai pubblicate ufficialmente al di fuori del web.
Gli abitanti di Elbonia sono un popolo
tecnologicamente, culturalmente e politicamente arretrato, che ha
rapporti regolari con la ditta di Dilbert grazie alla loro manodopera
a basso costo. Infatti gli ingegneri elboniani sono
straordinariamente economici, vista la loro completa e assoluta
incapacità. Più volte Dilbert è stato incaricato di istruirli, ma
sempre senza successo.
Nel 1999 appare una serie animata di
Dilbert di due stagioni per un totale di 30 episodi da 30 minuti
ciascuno.
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