Abdul Alhazred
(Yemen, VIII secolo –
Damasco, VIII secolo) è un personaggio fittizio nato dalla penna
di Howard Phillips Lovecraft.
Alhazred è il mago "autore"
del Necronomicon, ed è soprannominato da H. P. Lovecraft (vero
autore del Necronomicon) l'Arabo Pazzo. Viene nominato per la
prima volta nel racconto La città senza nome del 1921, dove
tuttavia non viene ancora indicato come l'autore del Necronomicon.
Il legame fra l'Arabo Pazzo e il grimorio verrà rivelato da
Lovecraft solo nel racconto Il cane del 1922. Lovecraft
attribuisce ad Abdul Alhazred il famigerato "Distico
Inesplicabile":
«Non è morto ciò che in eterno può attendere, e con il passare di strani eoni anche la morte può morire» |
Secondo le informazioni fornite da
Lovecraft stesso nella sua Storia del Necronomicon (scritta nel
1927, pubblicata postuma nel 1938), Abdul Alhazred, demonologo e
poeta pazzo, nasce a Sanaa, in Yemen al tempo dei califfi
omayyadi, all'incirca nell'VIII secolo della nostra era.
Alhazred non segue la religione
islamica, ma adora strani dèi dai nomi inquietanti, come Yog e
Cthulhu.
Esplora le rovine di Babilonia e i
cunicoli nascosti di Menfi. Vive per dieci anni isolato nel deserto
di Rub' al-Khali (detto "Il Quarto Vuoto" dagli antichi
arabi), circondato da spiriti malvagi (jinn). Durante queste
peregrinazioni Alhazred afferma d'aver visitato Irem (Iram dhāt
al-ʿImād, la città "dalle Mille Colonne") e di aver
scoperto fra le rovine di un villaggio innominabile le prove
dell'esistenza di una razza pre-umana, di cui apprende i segreti e le
cronache.
In vecchiaia si stabilisce a Damasco,
dove compone l'al-Azif (che in arabo indica i suoni notturni causati
dagli insetti ma attribuiti alle voci dei demoni, o secondo Sprague
de Camp, "L'Ululato dei Demoni"), più tardi noto come
Necronomicon. Coloro che maneggiano questo volume sembrano destinati
a una tragica sorte, cui non sfuggì neanche l'autore, che è
divorato da una creatura invisibile alla piena luce del giorno nel
738, secondo il noto biografo del XII secolo, Ibn Khallikan, "venne
afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato
orribilmente davanti ad un gran numero di persone pietrificate dal
terrore".
August Derleth modificò la biografia
dell'arabo pazzo fissandone la morte al 731 e fornendolo anche di
un sepolcro (visitabile). Secondo Derleth, Alhazred non sarebbe stato
divorato, ma rapito e condotto alla Città Senza Nome. In seguito,
avendo rivelato alcuni dei segreti lì appresi, sarebbe stato
accecato, la lingua gli sarebbe stata strappata e infine lo avrebbero
ucciso e bruciato, come esempio per gli altri.
Abdul Alhazred era uno pseudonimo usato
da Lovecraft all'età di cinque anni, quando da bambino era
affascinato dalla lettura de Le mille e una notte. All'epoca
Lovecraft giocava a fare il collezionista di vasi arabi e si
proclamava "fedele maomettano". In un'altra lettera
Lovecraft ricorda che potrebbe essere stato un suo zio - Albert A.
Baker - a suggerirgli il nome o a consigliarlo sulla scelta.
Secondo alcuni esegeti di Lovecraft,
Alhazred potrebbe alludere alla parola Hazard, cognome di una
famiglia di Providence imparentata coi Lovecraft, oppure essere un
gioco di parole derivato dall'inglese all-has-read, ossia "ha
letto tutto", riferimento autobiografico ad una gioventù di
accanite letture.
È stato notato che Abdul Alhazred
somiglia soltanto ad un nome arabo, poiché, tra l'altro, contiene
due volte l'articolo determinativo (Abdul Alhazred), il che è senza
senso nella grammatica araba. La forma corretta sarebbe invece "ʿAbd
al-Hazred", poiché "Abdul" non è un nome arabo, ma
una storpiatura occidentale. In ogni caso, Alhazred in arabo non ha
significato.
Il soprannome di "Arabo Pazzo"
viene usato a tutti gli effetti sia da Lovecraft che dai suoi eredi
letterari come pseudonimo di Alhazred.
Nel romanzo di Terry Pratchett Stelle
cadenti è presente, sotto forma di citazione, una parodia di
Alhazred: si tratta di Achmed il Pazzo, detto Achmed Ho Un Gran Mal
Di Testa, autore del Necrotelicomnicon, "l'elenco telefonico
dei morti", a sua volta parodia del Necronomicon.
Una biografia (coerente con quella
creata da Lovecraft) e l'orrenda fine di Abdul Alhazred sono state
rappresentate su Martin Mystère n.103, ottobre 1990, intitolato
Necronomicon, testi di Alfredo Castelli, disegni di Franco
Devescovi.
La canzone della band heavy metal
Mercyful Fate intitolata The Mad Arab (dall'album Time, del 1993)
è incentrata sulla figura di Abdul Alhazred. Nel 1983 il gruppo
elettropop messicano Syntoma ha dedicato ad Abdul Alhazred il brano
omonimo, inciso sull'EP No me puedo controlar.
Nel gioco di carte Force of Will uno
dei sovrani (la carta su cui si basa il mazzo) dell'espansione Il
castello volante e le due torri è ispirato alla figura di Abdul
Alhazred. Nella stessa espansione compare anche il Necronomicon.
Compare come autore de I Diari di
M.O.S.K. (Medio-Oriental Satanic Kiss), un eBook di poesie pubblicato
nel novembre 2016, in cui il culto dei Grandi Antichi si confonde
con il terrorismo internazionale. Abdul Alhazred evoca Dagon come
divinità assoluta del mare e il Necronomicon come libro di alta
magia.
Nel librogame Il vecchio della
Montagna, di Dominique Monrocq e Doug Headline, è possibile
incontrare al paragrafo 302 Abdul, nella fortezza di Hasan ibn
as-Sabbah, intento a trascrivere il Necronomicon. È anche possibile
leggere il libro, conducendo la storia a un finale in cui, per il
personaggio, L' universo intero vacilla, travolto da un torrente di
follia. Al lettore viene poi detto che il personaggio finirà i suoi
giorni da pazzo, un povero essere abbandonato che balbetta parole
senza senso; un simpatico riferimento a Call of Cthulhu.
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