venerdì 14 febbraio 2020

Yelena Belova

Risultato immagini per Yelena Belova



Yelena Belova (in russo: Елена Белова), la terza Vedova Nera (Black Widow; in russo: Чёрная вдова, čërnaja vdova), è un personaggio dei fumetti creato da Devin K. Grayson e J. G. Jones, pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione avviene in Inhumans (Vol. 2) n. 5 (marzo 1999).
Amorale ex-spia GRU ed assassina senza scrupoli, Yelena Belova è stata addestrata nel periodo post sovietico nella Stanza Rossa allo scopo di rimpiazzare la traditrice Natasha Romanoff in qualità di terza Vedova Nera.

Storia editoriale
Esordita nel marzo 1999 su Inhumans n. 5, ad opera di Paul Jenkins e Jae Lee, il personaggio è stato in realtà concepito da Devin K. Grayson e J. G. Jones che successivamente ne fanno la deuteragonista, assieme a Natasha Romanoff, della loro miniserie in tre numeri Black Widow (giugno-agosto 1999), cui fa seguito una seconda miniserie, Black Widow: Breakdown, pubblicata tra gennaio e marzo 2001 sempre per la durata di tre numeri. Greg Rucka e Igor Kordej esplorano poi le origini del personaggio in Black Widow: Pale Little Spider (giugno-agosto 2002), miniserie edita dalla linea Marvel MAX ed indirizzata ad un pubblico adulto.

Biografia del personaggio
Origini
Nata a Kiev, Ucraina, Yelena Belova viene reclutata dal GRU all'età di quindici anni per rimpiazzare nel ruolo di "Vedova Nera" la defezionista Natasha Romanoff, rifugiatasi negli Stati Uniti e divenuta una supereroina. Addestrata nella Stanza Rossa sotto la guida dell'ufficiale Pyotr Vasilievich Starkovsky, che divenne per lei un mentore e una figura paterna, Yelena è la prima cadetta nella storia della struttura che riesce ad eguagliare i risultati della Romanoff sviluppando, nonostante ciò, un forte senso di inadeguatezza nei confronti della predecessora che la porta a rifiutare la candidatura; quando però Starkovsky viene trovato morto in un night club a luci rosse dove pare pagasse una prostituta per impersonare Yelena, la ragazza rintraccia ed elimina la colpevole vendicando il suo mentore e divenendo ufficialmente la Vedova Nera, ignorando che l'omicidio fosse stato in realtà commissionato dai suoi superiori proprio a tale scopo.

Vedova Nera
Patriottica e ansiosa di dimostrare, soprattutto a sé stessa, di essere superiore a Natasha Romanoff, verso cui prova un grande rancore e che ritiene una traditrice della madrepatria, Yelena l'affronta[5] venendo però ripetutamente sconfitta e sottoposta a una serie di torture fisiche e psicologiche volte a insegnarle cosa voglia dire veramente essere la "Vedova Nera"; esperienza a seguito della quale Yelena lascia lo spionaggio e si ritira a Cuba trovando lavoro come modella.
Tempo dopo viene ingaggiata dallo S.H.I.E.L.D. per una missione nella Terra Selvaggia, dove ordina di aprire il fuoco su Capitan America e i Nuovi Vendicatori mentre questi combattono il mutante Sauron che, nella fuga, la ustiona gravemente.
Ricoverata in ospedale in condizioni gravissime, Yelena viene contattata da alcuni scienziati dell'HYDRA, che le propongono di modificarla geneticamente dandole i poteri del Super-Adattoide affinché si recasse a New York per vendicarsi dei Nuovi Vendicatori ma, dopo una cruenta battaglia, viene sconfitta da Sentry e, tramite un comando a distanza, i suoi creatori decidono di "terminarla", facendola esplodere.

Dark Reign e Thunderbolts
Nel corso del regno oscuro di Norman Osborn, Yelena Belova viene ritrovata da quest'ultimo, in stasi ed in perfette condizioni fisiche, all'interno di un vecchio deposito S.H.I.E.L.D., cosa che gli permette di scoprire l'inganno di Natasha Romanoff quando, sotto le mentite spoglie di "Yelena Belova", si infiltra nei Thunderbolts per conto di Nick Fury.
Risvegliata dalla stasi in seguito alla caduta di Osborn, Yelena diviene parte del consiglio direttivo dell'A.I.M., assieme a Andrew Forson, Jude l'Uomo Entropico, Mentallo, Superia e Taskmaster, stabilendosi nello stato canaglia di Bagalia.

Poteri e abilità
Yelena Belova ha ricevuto lo stesso addestramento di Natasha Romanoff, divenendo a sua volta una vera e propria arma vivente, esperta nel combattimento corpo a corpo, nell'uso delle armi bianche e da fuoco, nonché una superba stratega finemente addestrata in tattica militare, esplosivi e manovre di volo; dotata di un elevato quoziente intellettivo, Yelena è inoltre una grande esperta di spionaggio nonché un'atleta, ginnasta, acrobata, contorsionista e trapezista di livello olimpico con straordinarie capacità coordinative.
Il suo equipaggiamento è costituito da una tuta nera aderente anti proiettili ed un paio di bracciali metallici contenenti un imprecisato quantitativo di gadgets, esplosivi plastici, un radiotrasmettitore, un rampino estensibile ed un emettitore di energia elettrica.



giovedì 13 febbraio 2020

Agamotto

Risultato immagini per Agamotto wallpaper




Agamotto è un personaggio dei fumetti, creato da Stan Lee (testi) e Steve Ditko (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione è in Strange Tales (vol. 1) n. 115 (dicembre 1963).
È la fonte dell'Occhio di Agamotto, un oggetto usato abitualmente dal Dottor Strange.

Biografia del personaggio
Assieme a Oshtur e Hoggoth, Agamotto è uno dei tre Vishanti eterni e una delle più potenti entità nell'Universo Marvel. I Vishanti concedono conoscenza e potere e sono i principali contatti del Supremo della terra. Poco si sa di Agamotto e dei suoi compagni Vishanti, sicuramente esisteva ancora prima che la terra fosse creata e che nella sua dimensione ha potere a sufficienza da poter tener testa a Eternità in persona. Per alcuni Agamotto fu il primo Supremo della terra, questo potrebbe significare che Agamotto difese il pianeta dalle forze del male ancora prima della comparsa del primo e vero Supremo. Agamotto scelse di donare molti artefatti di grande potere ai Supremi della terra, così da mantenere un forte legame con quella realtà. Tra questi oggetti ci sono almeno due versioni dell'Occhio di Agamotto, la Sfera di Agamotto e il Libro dei Vishanti.
Agamotto stesso si è soprannominato "colui che vede tutto" e ha apparentemente speso la sua esistenza osservando gli eventi del Multiverso dalla dimensione dove risiede. Anche se potrebbe dimostrare dell'apatia nei confronti di uno o più universi se questi dovessero essere distrutti, questo comportamento potrebbe essere in realtà una finzione per motivare o insegnare qualcosa di nuovo ai Supremi, anche se gli altri Vishanti non sarebbero d'accordo. Infatti i Vishanti si sentono responsabili della sicurezza di ogni universo.
Agamotto non ha una propria forma corporea, e può prendere qualsiasi forma. Spesso apparendo sulla terra assume la forma di una testa di felino, spesso quella di un leone o di una tigre. Quando il Dottor Strange ha visitato la dimensione di Agamotto, questi gli è apparso come un gigantesco bruco. Agamotto spiegò a Strange che ha utilizzato quest'immagine perché estrapolata dall'immagine del cervello del mago che aveva letto Alice nel paese delle meraviglie. Quando appare sotto questa forma Agamotto è spesso informale e loquace, mentre quando è assieme agli altri Vishanti ha un atteggiamento molto serio.

Poteri e abilità
Agamotto ha abilità estremamente potenti, e si sospetta che sia più potente di Oshtur e Hoggoth anche quando le loro forze sono combinate insieme. Oltre a possedere poteri onniscienti, Agamotto è specializzato in poteri che aiutano a trovare informazioni. Inoltre i sensi e la mente di Agamotto sono molto più complessi di quelli di un semplice essere umano, tali da permettergli di osservare e comprendere diversi eventi che si svolgono contemporaneamente.


mercoledì 12 febbraio 2020

Jester

Risultato immagini per Jester (Marvel Comics)




Jester è il nome di alcuni criminali dei fumetti firmati Marvel Comics. Il più famoso di essi è Jonathan Powers, creato da Stan Lee (testi) e Gene Colan (disegni), la cui prima apparizione avvenne in Daredevil (prima serie) n. 42.

Biografia del personaggio
Jonathan Powers tentò con tutte le sue forze di diventare il miglior attore al mondo, studiando persino la scherma, le arti ginniche e altre discipline. Ma quando capi che il pubblico continuava a ridere di lui, decise di vendicarsi diventando l'inquieto Jester. Divenne nemico giurato di Devil, l'uomo senza paura, utilizzando giocattoli modificati in modo da renderli letali, come ad esempio degli yoyo affilati o pupazzi esplosivi. Nel loro primo incontro, Jester era stato assunto dal candidato sindaco Richard Raleigh per uccidere Foggy Nelson, ma prese per ostaggio Matt Murdock (alter ego di Devil), che lo sconfisse. Successivamente, elaborò un piano per far credere che lo stesso eroe avesse ucciso Jonathan Powers, ma fallì anche in questo caso.
Negli anni successivi si è alleato con altri criminali, come Mr. Hyde ed il Gladiatore, ed ha combattuto personaggi come Moon Knight, senza raccogliere grandi successi. Durante un altro scontro con Devil, Powers si fece possedere da un demone, migliorando la sua forza fisica. Quando il demone lo lasciò, Jester finì in coma.

Civil War
Durante la Civil War, un altro Jester (Jody Putt) entra a far parte dei Thunderbolts, favorevoli alla registrazione. Viene inviato, assieme a Jack Lanterna, a catturare l'Uomo Ragno, passato allo schieramento contrario. I due riescono a tenergli testa, ma vengono poi raggiunti ed uccisi dal Punitore.

Curiosità
Nelle intenzioni della Marvel Jester avrebbe dovuto essere il corrispettivo del Joker, di cui ricalcava il ruolo del pagliaccio - criminale (questo spiega il costume da buffone e l'uso di giocattoli mortali), ma lo scarso successo di pubblico ottenuto lo fece finire per anni nel "dimenticatoio".


martedì 11 febbraio 2020

Supereroe DC e supereroe Marvel

Risultato immagini per Supereroe DC e supereroe Marvel






«
Hal Foster, l'autore di Prince Valiant, un fumetto sui Cavalieri della Tavola Rotonda, riferì che alcuni lettori l'avevano accusato di pregiudizi razziali perché in certe scene erano apparsi "schiavi nubiani, un mercante ebreo e un irlandese". Con una smorfia, Foster aggiunse a parte: "La sola gente che si può disegnare sono protestanti ricchi e di razza bianca". »
(David Manning White e Robert H. Abel, Il fumetto e l'ideologia americana.)

Archetipi del supereroe DC: Superman e Batman
La DC (Detective Comics, nome successivo rispetto all'originario National Comics), nel 1938, inventò un personaggio nuovo nel mondo del fumetto, il primo supereroe: The Superman, il Superuomo (ricordiamo che, in Italia, sull'onda dell'abbandono di terminologie fascistoidi, per lungo tempo, Superman venne chiamato Nembo Kid). Non parleremo diffusamente del raffronto fra Superman e l'Übermensch nietzschiano o col superuomo hitleriano, poiché in questa sede ci occupiamo di questo primo eroe solo per ragioni di cronaca. Ci limiteremo, per dovere di chiarezza, a far notare che Superman è esattamente l'opposto di un superuomo-evoluzione dell'uomo, autosufficiente rispetto alla divinità: Superman è una sorta di divinità di stampo giudaico-cristiano. Egli, infatti, è una sicurezza per l'umanità, non ciò a cui l'umanità può tendere. In questo senso saranno più superuomini nietzschiani i primi eroi Marvel, uomini che diventano super in modi non inaccessibili, almeno teoricamente, spesso attraverso la scienza e l'ingegno. Afferma, infatti, Nietzsche nella Gaia Scienza, che l'Übermensch è caratterizzato da “una voglia e una forza di autodeterminazione” e da “una libertà della volontà in presenza delle quali uno spirito prende commiato da ogni fede e da ogni desiderio di certezza, abituato com'è a tenersi a funi e a possibilità lievi, continuando a danzare anche sull'orlo dell'abisso” (Nietzsche, Roma, 1993, p. 177).
Superman è un alieno, Kal-el, e viene dal pianeta Krypton. Sul suo pianeta non è un superuomo, ma sulla terra sì, per questioni di gravità ecc. (non ci soffermeremo qui, e non lo faremo poi, sulle questioni tecniche, a causa delle contraddizioni che queste hanno preso negli anni, specie nelle serie di lunga durata).
Arriva sulla Terra perché spedito dal suo pianeta natale prima che questo andasse distrutto. Viene adottato, ancora infante, da una coppia senza figli, e cresciuto come un uomo. Diventerà poi un importante giornalista e condurrà la sua vita «civile» in maniera pressoché normale, con delle contraddizioni legate alla doppia identità, le quali non possono essere definite problemi veri e propri, anche perché Superman sembra reagirvi con una discreta dose di indifferenza pragmatica.
E qui non procediamo oltre nell'esplorare il quasi infinito (il termine non è casuale perché, negli anni ‘60, la DC avrebbe complicato notevolmente il suo universo con l'introduzione di vite parallele, possibilità alternative e simili, che, si sarebbe scoperto poi, erano degli altri mondi «realmente» esistenti, fino a non poterne venire più a capo in maniera razionale) mondo di Superman.
Ci limiteremo ad analizzare che:
  1. la testata (Action Comics), al suo esordio, fu un inaspettato successo e, dunque, il personaggio era ciò di cui il pubblico aveva bisogno;
  2. l'eroe è monolitico, senza dubbi su come operare, e nessuno discute il suo operato, se non nelle primissime storie, vista la novità;
  3. Superman accetta, rispetta e ama l'umanità e, dato interessante per le analisi successive, la popolazione rappresentata nel fumetto reagisce come se conoscesse questi sentimenti, e non bada al fatto che, per distruggere un nemico, Superman demolisce case o automobili.
Dal terzo punto emerge un trucco narrativo, che sarà utilizzato, e lo vedremo, anche per gli eroi successivi: poiché il lettore conosce i retroscena e sa a che fine l'eroe compie quell'azione, l'opinione pubblica rappresentata nel fumetto rappresenta il lettore, pensandola come lui.
Fino al 1961, quindi, non sarà scardinato il manicheismo che separava il «buono» dal «cattivo», che diventavano, così, giudizi aprioristici e inconfutabili. Lo farà, in quell'anno, la Marvel, con i supereroi con superproblemi, e sarà la sua fortuna.
A onor del vero, è doveroso affermare che il tema della diversità e un accenno di relatività, erano già stati introdotti dalla DC, in parte con Green Lantern, ma, soprattutto, col ricco, filantropo e allo stesso tempo misantropo Bruce Wayne, alias Batman, l'eroe forse più oscuro che allora (...) si potesse inventare, con un occhio alla produzione horror (come succederà, poi, in maniera più esplicita, per uno tra gli eroi più tormentati: Hulk), creando, quindi, una sorta di mostro, che faceva il verso sicuramente al conte Dracula. Questa oscurità dell'uomo-pipistrello, inoltre, nasceva dallo sterminio della propria famiglia ad opera di un criminale.
È presente, quindi, in Batman, un disagio latente, a volte anche paventato, ma la socialità di fondo non era in discussione, così come non lo era, il plauso dell'opinione pubblica rappresentata, nonostante la coscienza di trovarsi di fronte ad un eroe nettamente differente rispetto a Superman, più oscuro, e, dunque, meno trasparente riguardo il suo operato.
Niente a che vedere, quindi, ancora, con gli eroi emarginati, denigrati, o, per lo meno, esposti al pubblico dubbio, prodotti dalla Marvel e di cui parleremo qui di seguito.

Archetipo del supereroe Marvel: The Fantastic Four
Premettiamo che, nel proporre questo confronto fra archetipi antitetici, stiamo valutando il nuovo corso Marvel, a partire, dunque, dal 1961.
È doveroso spiegare, però, che la Marvel fu erede della casa editrice Timely (poi Atlas), che, all'epoca - anni '30 - si occupò di supereroi. Questi eroi erano di vecchio stampo e vennero riciclati in epoca Marvel (Torch, Captain America, Namor), ma presero personalità tipiche del nuovo stile. Non ci occuperemo, quindi, di questo primo periodo, che, anch'esso, meriterebbe un'analisi dedicata, magari per cercare di scoprire se, in nuce, qualcosa del tema del «diverso» fosse già presente. Passeremo, piuttosto, direttamente al nuovo corso, iniziato nel 1961 con “The Fantastic Four” n° 1.
La prima, rilevante, particolarità di questo supergruppo (questo termine starà ad indicare, da ora in poi, un'unione ufficiale, anche se disordinata - come nel caso dei Defenders - di supereroi, e non le alleanze sporadiche che spesso si presentavano in questi universi fumettistici - ricordiamo a tal proposito che Spider Man ha avuto una testata dedicata solo agli incontri con altri supereroi e che, in casa DC, ne esisteva una che presentava storie di Batman e Superman che lottavano insieme per la giustizia -), fu il richiamo netto, in particolare tramite le tute blu, alla fantascienza, di cui Jack Kirby, l'autore grafico, era ghiotto.
Il rimando non era più alla mitologia, mondo ormai troppo indirettamente rappresentativo dell'uomo, con un antropocentrismo necessariamente conseguente.
Come si è accennato, infatti, gli eroi DC presentavano un richiamo frequente alle divinità (dalle ali ai piedi - o nel cappello - di Flash, all'effettiva divinità di Wonder Woman, agli atteggiamenti di superiorità di Superman). Questo primo gruppo di supereroi Marvel, invece, era un gruppo di scienziati che, in viaggio verso la Luna, vengono investiti da radiazioni e assumono superpoteri: Reed Richards diventa plastico, Ben Grimm roccioso e fortissimo, Johnny Storm una torcia umana, Susan Storm, infine, invisibile. Ancora non erano maturi i tempi per l'esplicitazione del tema del «diverso» (ma lo sarebbero stati di lì a poco con Hulk), ma già si notano due elementi particolarmente pregnanti:
  • Ben Grimm odia il suo aspetto, poiché è l'unico del gruppo ad avere costantemente l'aspetto da supereroe: riesce a fidanzarsi, infatti, solo con una ragazza non vedente;
  • Susan Storm è la fidanzata di Reed Richards (si sposeranno anni dopo e avranno anche un figlio) e, sicuramente, non si emancipa dalla condizione subordinata nei confronti del fidanzato (che è anche il capo) e del resto del gruppo (è l'unica, si noti, ad avere un potere difensivo), ma lo fa, comunque, rispetto al ruolo femminile classico del fumetto statunitense, ovvero quello di compagna svenevole nei confronti dell'uomo-protagonista, facendo, così, da apripista a supereroine con personalità forti, fino ad arrivare, non molti anni dopo, a Valkyrie, la prima supereroina «femminista».
Si potrebbe obiettare che, in nuce, e forse neanche troppo, Wonder Woman potrebbe essere considerata un personaggio più avanti riguardo questa specifica dialettica. È sicuramente vero che Diana, alias Wonder Woman, fu, forse, il personaggio più rivoluzionario della DC fino all'avvento della Marvel, e che fu la vera apripista a proposito del tema della donna, ma è anche vero che, in Susan Storm, vi è un avanzamento dialettico poiché questa donna vive nel mondo reale e non in un mondo semi-divino, e, inoltre, è la prima compagna di un uomo ad iniziare ad essere emancipata, presentando, così, una situazione in cui il pubblico femminile poteva facilmente, e non solo idealmente, rispecchiarsi.


Chi vincerebbe in uno scontro tra Andre the Giant e un guerriero spartano ben addestrato?

Vedi questa foto?



Questo è Andrè The Giant, con un pugile di nome Bobby Chacon. Bobby era alto 1.70 metri, quindi era vicino alle dimensioni di un soldato spartano. Ora, a mani nude, che possibilità dai a questo tizio contro Andrè?
Poiché molte persone dicono che gli Spartani erano assassini, addestrati fin dalla nascita a strappare la gola dei leoni adulti con i denti, e così via... etc... siamo TUTTI assassini, quando qualcuno sta provando a ucciderci. Quindi non c'è alcun vantaggio per lo spartano.
E Andrè era un atleta allenato, abile nello scaraventare uomini lontano, molto più grande del nostro Spartano. Guarda di nuovo la foto; quel ragazzo arriva a malapena allo sterno di Andrè. Per dirla in prospettiva, è come un maschio medio che affronta un bambino di 10 o 12 anni.
Che possibilità avrebbe quel bambino contro di te? In 45 anni di allenamento nelle arti marziali, ho fatto molte volte sparring con i bambini, per aiutarli a migliorare la loro tecnica, per insegnare loro come tentare di difendersi da avversari più grandi, ecc. Ma quando stiamo combattendo "sul serio", non c'è letteralmente nulla che possano fare, semplicemente non esiste alcuna tecnica che bilanci una disparità così grande tra dimensioni e forza.
Quindi, riguardo al nostro spartano...
Diciamo che ha avuto un allenamento intenso e sa davvero come combattere. Che cosa farà, realisticamente? CORRE. Ogni briciolo di allenamento ed esperienza gli urla nel cervello che non ha alcuna possibilità contro questo gigante di fronte a lui. Può provare ad attaccare, ma la portata di Andrè è MOLTO più grande, quindi prima che il nostro spartano sia nel suo raggio di attacco, è già all'interno di quello di Andrè, e questo non è buono per lui.
Un colpo, un pugno, un colpo improvviso con quei tronchi d'albero che Andrè chiama braccia e quel povero spartano verrà scaraventato via come una lattina di birra vuota. E Andrè ha MOLTA esperienza nel lanciare lattine di birra vuote.
Mi dispiace, ma allo spartano mancherebbe semplicemente la dimensione, la forza e la portata per essere una minaccia per Andrè. E come ti dirà chiunque abbia una vera esperienza di combattimento, le dimensioni contano sicuramente e Andrè ne ha a volontà.







lunedì 10 febbraio 2020

Hugo Pratt

Risultato immagini per Hugo Pratt


Hugo Pratt, nome d'arte di Ugo Eugenio Prat (Rimini, 15 giugno 1927 – Losanna, 20 agosto 1995), è stato un fumettista, disegnatore, pittore, scrittore e attore italiano.
Annoverato fra i maggiori autori di fumetti italiani, ha raggiunto una notorietà internazionale soprattutto con il personaggio di Corto Maltese, da lui ideato e uno dei più noti del fumetto italiano; Una ballata del mare salato, prima storia del personaggio, è considerata insieme a La rivolta dei racchi di Guido Buzzelli, uno dei primi esempi di romanzo a fumetti italiano.

Biografia
Origini
Ugo Eugenio Prat, meglio noto con il nome d'arte di Hugo Pratt, nacque a Rimini il 15 giugno del 1927, figlio di Rolando Prat, capo squadra della MVSN di origini provenzali ed inglesi da parte di padre, morto nel 1942 in un campo di concentramento francese dopo essere stato preso prigioniero in Africa orientale, e di Evelina Genero, a sua volta figlia del poeta dialettale veneziano di origini marrane Eugenio Genero, che Pratt citerà in Corte Sconta detta Arcana. La sua vita si sviluppò soprattutto intorno alla città di Venezia, con cui ebbe un forte legame e ove sono ambientati due suoi fumetti, L'angelo della finestra d'oriente e Favola di Venezia (Sirat Al-Bunduqiyyah). È proprio qui che fece il suo esordio nel 1943. In precedenza aveva soggiornato sei anni con la famiglia nell'Africa Orientale Italiana. Il nonno di Pratt, cresciuto ugualmente a Venezia, era un po' inglese e un po' francese, mentre la nonna veniva dalla Turchia.

Seconda guerra mondiale
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia di Prat si trovava nell'Africa Orientale Italiana, dove il padre era stato arruolato nella Polizia dell'Africa Italiana. Nel 1941 alla caduta dell'Africa Orientale Italiana la famiglia Prat fu internata in un campo di concentramento a Dire Daua dove il padre morì nel 1942. Un anno dopo Pratt poté rientrare in Italia grazie all'intervento a favore dei prigionieri della Croce Rossa e a Città di Castello frequentò fino a settembre un collegio militare. Nel 1943, dopo l'armistizio di Cassibile aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu per breve tempo marò della Xª Flottiglia MAS militando nel Battaglione Lupo finché la nonna lo costrinse a ritornare a casa. Nell'autunno del 1944 rischiò invece di essere fucilato dalle SS, che temevano fosse una spia sudafricana. Nel 1945 raggiunse gli angloamericani e fu impiegato da questi come interprete per le armate Alleate. Nel 1945 a Venezia, incominciò a organizzare spettacoli per le truppe della coalizione vincitrice.

Dopoguerra
La sua vocazione era però quella di raccontare storie simili a quelle con le quali era cresciuto: storie e romanzi di James Oliver Curwood, Zane Grey, Kenneth Roberts; e ancora i fumetti di Lyman Young (Cino e Franco), Will Eisner (The Spirit) e soprattutto Milton Caniff (Terry e i pirati). Fondò allora la testata Albo Uragano, in collaborazione con Mario Faustinelli e Alberto Ongaro, che dal 1947 divenne Asso di Picche - Comics, dal nome del suo personaggio di punta, Asso di Picche, un eroe mascherato dall'aderente costume giallo.
La rivista attirò numerosi giovani talenti come Dino Battaglia, Rinaldo D'Ami, Giorgio Bellavitis, mentre il personaggio di Asso di Picche riscuoteva sempre maggior successo, soprattutto in Argentina. Pratt vi si trasferì su invito della Editorial Abril con altri amici del "Gruppo di Venezia", e risiedette nella città di Buenos Aires per tredici anni.

In Argentina
Dopo l'iniziale collaborazione con la Editorial Abril di Cesare Civita, Pratt si trasferì alla Editorial Frontera di Héctor Oesterheld: è in quegli anni che misero alla luce alcune serie molto importanti nella carriera dell'autore italiano: Junglemen, su testi di Ongaro, Sgt. Kirk, Ernie Pike e Ticonderoga, tutte scritte da Héctor Oesterheld, sceneggiatore dell'opera fantascientifica L'Eternauta (poi desaparecido).
Il suo tratto cominciò a fare proseliti, tanto che Pratt, prima con Alberto Breccia, quindi in Brasile, tenne dei corsi di disegno presso la Escuela Panamericana de Arte diretta da Enrique Lipszyc, alternando l'attività didattica con frequenti escursioni in Amazzonia, nel Mato Grosso e in altri luoghi esotici.
In quello stesso periodo realizzò anche il suo primo fumetto completo, Anna nella giungla. Questa serie di quattro storie, che presentava ancora pesanti influenze di Oesterheld, si pone come omaggio a quell'avventura classica con la quale si era formato negli anni giovanili e le cui atmosfere avrebbe riportato nelle due seguenti opere complete, Capitan Cormorant e Wheeling. Quest'ultima è un vero e proprio romanzo-fiume ispirato alle opere di Zane Grey e Kenneth Roberts, che mescola con metodica precisione fatti storici e fantasia, pratica che Pratt avrebbe raffinato più avanti con Corto Maltese.
Per alcuni anni ha insegnato disegno a Buenos Aires e recentemente sono stati pubblicati alcuni bozzetti di quell'attività.

Il ritorno in Italia: Corto Maltese
Tra il 1959 e il 1960 Pratt si trasferì a Londra dove disegnò una serie di brevi storie di guerra per Fleetway Publications (in Italia pubblicate sulla collana Eroica e Supereroica); quindi, senza successo, tentò la via degli Stati Uniti, per poi tornare in Sudamerica, da cui ritornò in Italia nel 1962. Qui incominciò a collaborare proficuamente con Il Corriere dei Piccoli per il quale, tra le altre cose, realizzò le riduzioni a fumetti di numerosi romanzi della letteratura per ragazzi, come L'isola del tesoro e Il ragazzo rapito di Robert Louis Stevenson, entrambe sceneggiate da Mino Milani, e diede vita, ancora assieme ad Alberto Ongaro, al suo secondo giustiziere mascherato, emulo e prosecutore dell'Asso di Picche, L'Ombra.
La svolta importante nella sua carriera avvenne con l'incontro con l'imprenditore ed editore genovese Florenzo Ivaldi. Era il 1967 e i due decisero di aprire una rivista dal titolo Sgt. Kirk, dove pubblicare le storie argentine del cartoonist, alcuni classici americani e degli inediti. Sul numero 1, il primo inedito a esordire fu proprio Una ballata del mare salato, la prima avventura di Corto Maltese, il più famoso e importante personaggio di Pratt. La narrazione, come la maggior parte delle avventure del suo personaggio, rimanda la memoria ai grandi romanzi d'avventura di Conrad, Melville, Lewis, Cooper, Dumas, che tanto successo e tanta fama hanno avuto presso generazioni di lettori. Ma soprattutto, a ispirare Pratt per questa storia fu uno scrittore oggi dimenticato, Henry De Vere Stacpoole, autore di Laguna Blu. Questa prima storia, autentica pietra miliare del fumetto, fu successivamente ristampata anche sulle pagine del Corriere dei Piccoli. Nel 1969 lavorò con Mino Milani, sempre per il Corriere dei Piccoli, all'adattamento dei romanzi Le tigri di Mompracem e La riconquista di Mompracem di Emilio Salgari, che non fu completato. Le due storie incomplete sono state ritrovate da Alfredo Castelli e pubblicate in volume nel 2009.
Nel 1970 Corto ritornò, questa volta sulle pagine della rivista per ragazzi francese Pif Gadget, ove vennero pubblicate ventuno brevi storie di cui il malinconico marinaio è l'assoluto protagonista. La prima s'intitola Il segreto di Tristan Bantam (tra i migliori racconti vanno ricordati anche Per colpa di un gabbiano, La laguna dei bei sogni, Concerto in O' minore per arpa e nitroglicerina, L'ultimo colpo). Pratt ricordò poi di quegli anni che "bisognava rispolverare Marx ed Engels, autori che dovetti frequentare e che mi annoiarono immediatamente. Visitai anche Marcuse e qualche altro e ritornai ai classici dell'avventura. Venni subito accusato di infantilismo, di edonismo e di fascismo". In seguito Pratt fu licenziato poiché l'editore, politicamente vicino al Partito Comunista Francese, lo tacciava di libertarismo.
«La parola evasione che dà tanto fastidio ai materialisti storici, significa scappare da qualche cosa; l'avventura è cercare qualche cosa, che può essere bella o pericolosa, ma che vale la pena di vivere...»
(Hugo Pratt)
A metà degli anni settanta, a Venezia, Hugo Pratt strinse grande amicizia con il giovane Lele Vianello che, assorbendone la tecnica e lo stile, diventò suo braccio destro collaborando graficamente alle sue opere. Nel borgo di Malamocco a Venezia si forma un gruppo di disegnatori di cui oltre a Pratt e Vianello vi fa parte anche Guido Fuga
Nel 1974 Pratt cominciò a disegnare Corte Sconta detta Arcana, operando un primo notevole cambiamento stilistico in direzione della semplificazione: "Vorrei arrivare a dire tutto con una linea", ripeteva - e da allora le storie di Corto ebbero sempre la forma di romanzi a fumetti più o meno lunghi. Alcuni di loro si affermarono presto come classici assoluti del fumetto (il già citato Corte Sconta, Favola di Venezia, La casa dorata di Samarcanda). La serie termina con Mu, disegnato nel 1988 e pubblicato in volume nel 1992.
Il "maestro di Malamocco" (come lo definì Oreste Del Buono) aveva però in mente un altro capitolo per la saga del marinaio con l'orecchino e che sarebbe stata la continuazione de La giovinezza, opera del 1981 nella quale si narrava una parte dell'adolescenza del protagonista. La casuale scoperta di un pugno di strisce, tredici in tutto, con dialoghi solo abbozzati, avvenuta nel settembre del 2005 da parte della figlia di Pratt rovistando dentro una rivista, ne è la prova.
Attraverso le avventure del suo marinaio, Pratt si affermò come uno dei più importanti autori di fumetti al mondo. Il suo immaginario così colto e popolare al contempo, la perenne ricerca di uno stile grafico essenziale ed espressivo (tenendo sempre a mente la lezione del maestro Milton Caniff e costeggiando, per certi versi, le soluzioni della "linea chiara" franco-belga), la consumata abilità narrativa lo rendono un punto di riferimento per chi voglia studiare le possibilità espressive della "letteratura disegnata" (orgogliosa definizione data dallo stesso Pratt, che comunque preferiva farsi chiamare "fumettaro").

Le ultime opere
Oltre alla serie di Corto Maltese, Pratt è stato autore di un'altra serie d'avventura, Gli scorpioni del deserto, ambientata in Africa durante la seconda guerra mondiale e terminata da altri disegnatori dopo la sua morte. Ha collaborato alla collana Un uomo, un'avventura, edita da Bonelli (allora Editoriale Cepim), con quattro storie: L'uomo del Sertao, L'uomo della Somalia, L'uomo dei Caraibi e L'uomo del grande Nord (quest'ultimo ripubblicato in seguito con il nome Jesuit Joe). Tutto ricominciò con un'estate indiana ed El Gaucho sono invece due storie scritte per l'amico e allievo Milo Manara.
Il 24 aprile 1987, Pratt cede a CONG SA la proprietà e l'esclusiva dell'esercizio del diritto d'autore di tutta la sua produzione, passata e futura.
Oggi sono proprio queste storie che ci restano in eredità: il 20 agosto 1995, infatti, Hugo Pratt muore di cancro del colon-retto senza riuscire a vedere la sua creatura, Corto Maltese, finire protagonista in televisione di una serie animata. La sua tomba si trova alle porte del paese di Grandvaux, nel Canton Vaud in Svizzera, dove viveva dal 1984 nella sua casa situata nei pressi del Lago Lemano.

Pratt massone
Il nonno e il padre di Pratt furono massoni, e Hugo Pratt fu membro della Gran Loggia d'Italia degli Alam, dove fu iniziato apprendista massone nella Loggia "Hermes" all'Oriente di Venezia il 19 novembre 1976, passato compagno il 27 aprile 1977, e poi maestro massone il 26 novembre 1977. Entrò negli alti gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato l'11 novembre 1989, nella Loggia di perfezione "La Serenissima", del Supremo Consiglio d'Italia, durante una cerimonia svoltasi a Nizza in comune con la Loggia di perfezione "L'Olivier secret", del Grand Collège des Rites (Gran Collegio dei Riti) del Grande Oriente di Francia, sebbene non abbia mai voluto rivelare tale appartenenza nemmeno agli amici più intimi.
La massoneria è esplicitamente citata nei racconti a fumetti Favola di Venezia e Wheeling. La Gran Loggia d'Italia, dopo la sua morte, ha organizzato diversi convegni pubblici sul suo personaggio Corto Maltese e in Francia, a Parigi, è stata organizzata nel 2012 una mostra di fumetti dell'autore italiano presso il Musée de la franc-maçonnerie (Museo della Massoneria).

Pratt scrittore
Hugo Pratt scrisse anche alcuni romanzi d'avventura, perlopiù ispirati alle (o ispiratori delle) sue storie a fumetti. Una ballata del mare salato e Corte Sconta detta Arcana vedono protagonista, come nel loro corrispettivo a fumetti, ancora Corto Maltese (così come Aspettando Corto); mentre Il romanzo di Criss Kenton ripropone in prosa le avventure già narrate in Wheeling, così come Jesuit Joe rappresenta la versione in romanzo del fumetto L'uomo del grande Nord.

Premi e riconoscimenti
Nel 1988 vince il premio speciale Grand Prix de la ville d'Angoulême per il quindicesimo anniversario della manifestazione.
Nel 2005, a dieci anni dalla morte, gli è stato assegnato il premio Eisner (sezione Hall of Fame), uno dei più prestigiosi riconoscimenti statunitensi riguardanti il mondo dei fumetti.

Omaggi a Pratt
Negli anni si sono susseguite generazioni di autori, appassionati di fumetto o semplici fan che hanno voluto tributare a Pratt o a Corto Maltese, il suo personaggio più famoso, un omaggio, sia quando Pratt era ancora in vita sia dopo la sua morte. Tra queste Le avventure di Giuseppe Bergman, scritte e disegnate da Milo Manara, grande amico e, per sua stessa affermazione, allievo di Pratt: in queste, il protagonista Giuseppe Bergman viene istruito "all'avventura" da un creatore di avventure di nome HP, uguale in tutto e per tutto al Maestro veneziano. Sempre dello stesso Manara si può ricordare Tribute for Corto, scritto e disegnato dopo la morte del creatore del marinaio con l'orecchino. In particolare per quanto riguarda Corto, gli omaggi, specialmente da parte disegnatori, ma anche di scrittori e giornalisti, sono numerosissimi: Dino Battaglia, Andrea Pazienza, Vittorio Giardino, Vincenzo Mollica, Umberto Eco, Christian Kracht, Stefano Babini.
Frank Miller gli dedicò una storia di Sin City dal titolo Notte silenziosa, e anni prima aveva chiamato "Corto Maltese" un'isola nella miniserie Il ritorno del Cavaliere Oscuro (citazione ripresa nel film Batman del 1989 di Tim Burton).
Nel 1971, il regista e critico cinematografico Ernesto G. Laura dedica a Pratt il cortometraggio documentario I mari della mia fantasia, che illustra il lavoro del disegnatore.
Nel 2017, viene pubblicata su Topolino la storia Topo Maltese, una ballata del topo salato, omaggio a Corto Maltese e alla sua prima avventura in occasione dei 50 anni della pubblicazione della stessa, per i testi di Bruno Enna e i disegni di Giorgio Cavazzano.