venerdì 30 maggio 2025

Perché Wolverine e Deadpool non diventano donatori di organi a tempo pieno (anche se potrebbero)?


In un mondo dove il trapianto di organi può salvare vite e le liste d’attesa sembrano interminabili, l’idea che mutanti come Wolverine e Deadpool — dotati di fattori rigeneranti potenzialmente infiniti — non diventino "donatori seriali" sembra a prima vista uno spreco di risorse... sovrumane. Ma in realtà, esistono motivi biologici, etici e persino esistenziali per cui questa soluzione apparentemente semplice sarebbe non solo impraticabile, ma anche pericolosa.



1. Il caso Deadpool: cancro rigenerante e instabilità genetica

Il fattore rigenerante di Wade Wilson non è "pulito" come quello di Logan. Deadpool è affetto da un cancro metastatico iperaccelerato, tenuto sotto controllo solo grazie al suo stesso fattore rigenerante. Questo significa che ogni cellula del suo corpo è instabile, ipermutata e fondamentalmente incompatibile con un donatore umano sano.

  • Organi contaminati: Ogni organo di Deadpool è malato, anche se lui continua a funzionare normalmente grazie al suo potere. Un fegato, un rene o un cuore prelevato da Deadpool conterrebbe cellule cancerogene e instabili. Sarebbe un trapianto letale.

  • Rischio di auto-replicazione: Il caso di Evil Deadpool — una creatura nata dall’aggregazione di resti organici di Wade gettati nei rifiuti — dimostra che le sue parti possono rigenerarsi indipendentemente, generando nuovi Wade autonomi e potenzialmente instabili. Dimenticate il rischio biologico: è terrorismo genetico.

2. Il caso Wolverine: genetica letale e rischio d'arma biologica

Logan potrebbe sembrare un candidato più affidabile. Non ha cellule tumorali, e il suo fattore rigenerante è più "equilibrato". Ma anche qui i problemi sono notevoli.

A. Rigetto e replicazione

Gli organi di Logan sono geneticamente modificati da mutazioni X-gene che non solo rigenerano il tessuto, ma lo mantengono coerente con la propria identità biologica. Trapiantare il suo fegato in un umano normale porterebbe a tre possibilità:

  • Il corpo del ricevente rigetta il trapianto.

  • Il trapianto rigenera un Logan dentro il paziente.

  • Il paziente acquisisce in parte il fattore rigenerante — ma con mutazioni imprevedibili, cancro compreso.

In altre parole, si rischia di creare altri mutanti non controllati, o peggio, cloni instabili.

B. Bioetica e biosicurezza

Donare parti del proprio corpo sapendo che possono essere replicate, vendute o militarizzate non è solo irresponsabile: è pericoloso a livello globale. Logan ne è perfettamente consapevole. Il mondo ha già conosciuto la follia dietro programmi come Weapon X: immaginate cosa farebbe una nazione ostile con anche solo un rene di Logan.

3. Le trasfusioni di sangue: un’idea apparentemente più sicura

Anche questa è una mezza illusione. In molte continuity Marvel, il sangue di Wolverine è stato usato per sperimentare nuove armi biologiche, virus, e perfino cloni. In Ultimate Wolverine vs Hulk, si scopre che il suo sangue contiene cellule staminali mutanti altamente aggressive. Lo stesso vale per Deadpool, con l'aggravante del cancro rigenerante.

Il sangue dei due, se usato su larga scala, sarebbe un’arma di distruzione genetica.

4. La questione economica: sì, potrebbero diventare miliardari. Ma a che costo?

Il mercato nero degli organi mutanti esiste nel mondo Marvel. Logan e Wade potrebbero facilmente guadagnare milioni. Ma:

  • Verrebbero cacciati e rapiti da governi, criminali, industrie farmaceutiche.

  • Darebbero il via a una corsa all'oro mutante, creando una nuova era di traffico genetico.

  • Metterebbero in pericolo la stabilità genetica dell’intera umanità.

Il motivo per cui Wolverine e Deadpool non diventano donatori professionisti non è solo medico o tecnico. È etico, geopolitico e ontologico. Le loro cellule non sono "parti di ricambio", ma prototipi unici, instabili e potenzialmente catastrofici se manipolati.

Donare organi sembra un atto altruista. Ma in questo caso, sarebbe una forma involontaria di guerra biologica.

E Logan lo sa fin troppo bene: l'inferno, per lui, non è fatto di artigli. È fatto di laboratori.



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