Uno
zuvembie
è una creatura usata da Robert E.
Howard per il suo racconto I colombi dell'inferno (Pigeons from
Hell), pubblicato postumo in Weird Tales nel 1938 per il ciclo di
Kirby Buckner. Nel 1970 il termine venne usato dalla Marvel Comics al
posto della parola "zombie", bandita al suo tempo dalla
Comics Code Authority.
Come detto prima, Robert E. Howard usò
lo zuvembie per ilr acconto I piccioni dell'inferno.
In questo racconto, una donna può
diventare uno zuvembie bevendo una Miscela Nera. La creatura
risulterà essere non più umana, non riconosce amici o parenti. Non
parla o non pensa come un essere umano. non ha bisogno di mangiare e
vivrà per sempre, stando in una grotta o in una vecchia casa. Ha
alcuni poteri come comandare i gufi, i pipistrelli, i piccioni e i
lupi mannari. Può anche ipnotizzare una persona con la sua voce e
ordinargli di uccidere o uccidersi finché il corpo non è freddo.
Può essere uccisa solo da piombo o ferro.
Quando I piccioni dell'inferno venne
adattato in un episodio della prima stagione serie televisiva
Thriller, lo "zuvembie" è stato adattato anch'esso,
interpretato da Ottola Nesmith.
Sotto il Comics Code Authority, ai
fumetti del XX secolo vennero apportati numerose restrizioni,
finalizzate soprattutto per prevenire l'uso di elementi horror.
Questo codice divenne più indulgente nel 1971, ma impediva ancora
l'uso di termini come "zombie" perché legate allo sfondo
letterario di creature come vampiri e lupi mannari, anche se non
l'uso di zombie e creature simili a questi. Per aggirare il problema
la Marvel Comics usò il termine "zuvembie" come sostituto
per "zombie" nei suoi fumetti. Nel 1989 il codice cambiò e
venne permesso l'uso del termine "zombie", e la Marvel
prontamente abbandonò il termine "zuvembie". Nel 1997 John
Byrne citò questo termine brevemente in Wonder Woman n.6, pubblicato
dalla DC Comics, suggerendo che, fin dalla sua prima apparizione in
Weird Tales, il termine "zuvembie" è un termine
riconosciuto da entrambe le maggiori case editrici dei fumetti.
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