mercoledì 6 aprile 2022

Lupo Alberto

 


Alberto è un lupo innamorato della gallina Marta, che lo corrisponde, ma il loro amore è contrastato dal cane Mosè, messo a guardia del pollaio della fattoria Mckenzie dove vive anche la fidanzata. Lupo Alberto vive da solo nel bosco su una collina nei pressi della fattoria e inizialmente non si avvicinava al pollaio solamente per rapire la sua fidanzata, ma anche per mangiare le altre galline.

Le vicende di Alberto sono ambientate nella fattoria McKenzie e gli animali protagonisti della serie hanno comportamenti umani e caratteristiche antropomorfe. Oltre alla fidanzata Marta e al cane da guardia Mosè ci sono, tra gli altri, anche Glicerina il papero, Alcide il maiale, Krug il toro, Ludovico il cavallo. Ci sono poi i vicini di casa, come Enrico la talpa e sua moglie Cesira, e comprimari occasionali che vengono dalla città o vivono nelle prossimità della fattoria come Alice, la passera scopaiola Silvietta, Odoardo (che è il cugino di Marta), e altri personaggi senza un'identità precisa. Marta, la sua eterna fidanzata, cerca di spingerlo al matrimonio, ma lui non ne vuole sapere. Nonostante il suo amore per la gallina, in più occasioni ha perso la testa per altre, quali ad esempio Alianorah (strisce dalla n. 361 alla n. 430).

Frequenti sono le interazioni di Lupo Alberto con Enrico La Talpa, un comprimario che molto presto diventa un vero e proprio co-protagonista della serie, il quale lo coinvolge in avventure di vario genere. Graficamente il personaggio era inizialmente più tozzo e a forma di pera, con orecchie più piccole e naso po' più schiacciato di come diverrà successivamente, subendo nel tempo un'evoluzione grafica sia per la tipologia di tratto che per la forma dei personaggi. Caratterialmente rimane molto simile nel tempo, mantenendo un'indole allegra, grintosa e indipendente.

Alberto ha provato varie volte a integrarsi nella fattoria, ma la ferrea suddivisione in classi della piccola realtà gli ha sempre impedito di sentirsi a suo agio. Preferisce vivere nel bosco, da solo o in compagnia degli animali che costituiscono l'Assemblea del Bosco che amministra la zona. L'unico motivo valido per lasciare la zona è l'amore per Marta o la necessità di mangiare. Negli anni ha però perso l'iniziale odio per la civiltà e per i McKenzie.

Nelle prime strisce, Alberto cercava di entrare nella fattoria McKenzie per razziare il pollaio, ma con il tempo lo scopo principale diviene l'amore per Marta. In generale, Alberto è abbastanza benvoluto dagli altri abitanti della fattoria e capita che si trovi con tutti gli altri animali a festeggiare qualche evento, nonostante le rimostranze di Mosè. Ha dei contrasti però con la nevrastenica signora Coniglia, che stressa tutta la fattoria. Alberto inoltre è spesso il capro espiatorio degli animali della fattoria. Uno dei migliori amici di Alberto è Enrico La Talpa, che si ostina a chiamarlo Beppe; spesso Alberto cerca di fuggire dall'invadenza di Enrico ed è disgustato da molti suoi atteggiamenti, come i suoi tentativi di adescare la giovane Silvietta o il modo in cui tratta la moglie. Molte volte, però, Alberto in un modo o nell'altro viene coinvolto da Enrico in qualche strampalata avventura, di cui Alberto finisce per pagare il prezzo maggiore. Curiosamente Alberto è perfettamente in grado di nascondersi nella tana di Enrico nonostante questa venga mostrata piccola. Alberto è decisamente restio a sposarsi e ogniqualvolta Marta fa cadere il discorso sul matrimonio è solito scappare via.

All'interno della saga di Lupo Alberto e della fattoria compaiono parodie di altre serie a fumetti come Nathan Never, Martin Mystère o Tex Willer.




martedì 5 aprile 2022

HYDRA

HAIL HYDRA! [MARVEL STUDIOS] - YouTube




L'HYDRA è una immaginaria organizzazione terroristica che compare nei fumetti pubblicati negli Stati Uniti d'America dalla Marvel Comics, creata da Stan Lee e dal disegnatore Jack Kirby. Esordì nella testata antologica Strange Tales (Vol. 1) nel n. 135 (agosto 1965).
Spietata organizzazione criminale e acerrima nemica dello S.H.I.E.L.D., fondata durante la seconda guerra mondiale e determinata a conquistare il mondo tramite attività terroristiche e sovversive su vari fronti al fine di instituire un nuovo ordine mondiale di stampo nazional-socialista. Nel corso della sua vita editoriale l'HYDRA ha collaborato con diversi supercriminali e dato origine, tramite la scissione di alcune sue branche, a organizzazioni indipendenti quali l'A.I.M. e l'Impero Segreto, entrambe comunque sue affiliate.
Nonostante il nome sia generalmente indicato in caratteri maiuscoli, non è un acronimo ma un riferimento alla mitologica Idra di Lerna, come indicato anche dalla versione estesa del loro motto, che recita: «Taglia una testa, altre due prenderanno il suo posto» ("Cut off a head, two more will take its place").


lunedì 4 aprile 2022

I 10 Nemici Naturali dei Giocatori di Giochi di Carte Collezionabili

Risultato immagini per Giocatori di Giochi di Carte Collezionabili


Ammettiamolo, tutti conosciamo almeno un gioco di carte collezionabili. Tra chi è cresciuto con Magic the Gathering, chi tornava da scuola solo per vedere Yu-gi-oh! e chi oggi si ammazza di Hearthstone, sono milioni i giocatori di questo enorme mondo.

Ma non serve essere degli esperti per cadere tra le grinfie di spietati predatori, nessuno è al sicuro. Basta anche una singola partita di prova per ritrovarsi dinanzi ad uno dei 10 nemici naturali dei giocatori di GCC.
Il Baro: Uno dei primi nemici in assoluto, il Baro. Una figura che si ritrova a predare in qualsiasi gioco, che sia un GCC, un videogame o dama. Uno di quelli che pesca anche quando non è il suo turno, inventa gli effetti delle carte e, spesso, modifica l’intera matematica per farvi più danni. Questo tipo di predatore è una faccia da culo incredibile, capace di negare anche dinanzi all’evidenza di voi che avete solo 5 carte in mano e lui 8, tra le quali anche un +4 di Uno e 500 euro del monopoli. Il Baro, di solito, dimostra abilità paragonabili a quelli che fanno il gioco delle tre carte dietro gli autogrill. Per questo tenete gli occhi su di lui, tenete gli occhi su tutti, non fidatevi mai. Una partita a carte è come una guerra, se abbassate la guardia avete già perso.
In ogni caso, a partita finita, niente vi vieta di tirargli una craniata in viso. Niente, a parte il buon senso e una legge o due.
Il Culuto: Come in qualsiasi cosa che si basa, anche, su una probabilità matematica, ecco arrivare lui. Il Culuto è quel dannatissimo pezzo di fango che, nonostante non stia davvero barando, inizia la partita con la mano perfetta e pesca sempre la carta giusta al momento giusto. Un Culuto in un videogame non è paragonabile ad un Culuto in un GCC: Trovare la carta adatta proprio contro il mazzo che state usando, proprio contro le carte che avete posizionato, non è accettabile. Probabilmente ha venduto l’anima al diavolo solo per battervi senza alcuna logica ogni volta, forse ha una zampa di coniglio infilata in tasca, forse non è la vostra giornata ma sta di fatto che vorreste solo prendere ciò che di più pesante avete a portata di mano e scaraventarglielo sul viso.
L’unica cosa che potete fare è sperare nelle vostre abilità, ma se il mondo vi va contro, dovete solo accettarlo e piangere. Piangere tanto.
Il Mazzo: Dopo aver passato giorni a prepararlo, aver speso tantissimo soldi in carte, aver scambiato, sbustato ed aver chiamato un prete a benedirlo, finalmente avete il vostro Mazzo. Come un’estensione del vostro corpo, il Mazzo è l’arma che avete per combattere, il Grimorio delle vostre magie, il Deck per i vostri duelli all’ultimo sangue… Insomma, la base del vostro gioco. Il vostro “migliore amico” però, nonostante tutto quello che ci avete speso sopra (oltre a tutti i bei soldoni), è pronto a pugnalarvi alle spalle in ogni momento. Tutte le partite fino a quel momento erano andate discretamente. Le amichevoli le dominavate nemmeno foste un dio dei giochi di carte ma, adesso, adesso che siete uno contro uno a delle qualificazioni vi lascia. Adesso che siete in una vera competitiva vi fa pescare carte che fra di loro non hanno senso di esistere, con combinazioni così penose che la resa è l’unica risposto concreta. Ma non si ripeterà, penserete voi… E invece sì!
Probabilmente dovreste rivedere la conformazione del mazzo, modificare qualcosa per equilibrarlo un po’ e, se tutto questo non funziona, accendere un cero a qualsivoglia divinità potrebbe essere l’unica soluzione.

Giocare contro un Baro rende tutto molto simile ad una partita a Poker nel Far West: gente che spara, risse fra i tavoli, ed il tipico tizio che guarda tutto dall’esterno.
Il Counter: Per quanto Il Mazzo sia, a volte un problema, c’è da ammettere che spesso e volentieri fa il suo dovere in modo eccelso. Certo, ha difficoltà con uno o due mazzi specifici, ma quante probabilità ci sono che ve ritroviate contro?
Così, spavaldi, inizierete la vostra competitiva online o, (per chi ancora ama, come me, il gioco cartaceo) il vostro torneo, sicuri della vittoria.
Ma ecco spuntare uno di quei due mazzi specifici, i cosiddetti Counter, che distruggeranno ogni vostra tattica di gioco costringendovi alla resa. E vada per una, vada per due, ma alla quinta volta inizierete a piangere chiedendo pietà nemmeno vi stessero torturando da ore con una canzone di Paolo Meneguzzi in loop.
Cambiate mazzo, fate più strategie e sperate di essere anche voi un po’ Culuti, ma in questi casi c’è poco da fare.
Il Riccone: In ogni gioco che si rispetti, c’è un insegnamento fondamentale, un’ottima metafora della vita di tutti i giorni: Se hai i soldi puoi fare tutto.
Ed è così anche e sopratutto nei giochi di carte collezionabili. Il Riccone è il tipico stronzo di turno che spende il più possibile per avere il meglio del meglio, che sbusta pacchetti su Hearthstone come fossero pacchi di crackers e che si crea un mazzo con tutte carte foil solo per il gusto di averlo brillante. Quest’individuo, mentre voi sudate per avere la seconda copia di una carta fondamentale, si presenta con un 3x di tutto e di più, facendovi il culo in ogni occasione grazie alla superiorità che il potere dei soldi gli conferisce.
Non disperate, per quanto odiosi, questi Tony Stark dei giochi di carte non sono quasi mai così tanto bravi e basta un minimo di strategia per destabilizzarli e trovare un punto di fuga dalle loro abilità.
No davvero, scherzavo, non avete scampo, perderete e non avrete nemmeno i soldi per il bus del ritorno. Potreste sempre chiederglieli in prestito.
Gli Inesperti: Figure mistiche che si crede non esistono realmente, ma che siano solo dei simpatici burloni. Gli Inesperti continuano a confondere i vari GCC, chiamando tutto Yu-gi-oh! e le carte da gioco “figurine“, quasi fossero vostra madre, attirando l’ira di tutti i presenti come qualcuno che ha bestemmiato durante un battesimo.
Questi simpatici esserini si nutrono della vostra frustrazione e delle ire che gli inviate contro e, per tanto, continueranno a prendere in giro il gioco, i nomi delle carte ed anche la complessità del suo sistema.
Non disperatevi se ignorati, vanno via da soli, scomparendo come fumo nell’aria.

Seto Kaiba, della serie Yu-Gi-Oh! vi dimostra come è possibile mandare a quel paese le regole se si hanno dei soldi.

Il Pignolo: Rari esemplari di giocatori di carte che si manifestano solo in determinate condizioni ancora sconosciute. Giocare contro un Pignolo è più una sfida con se stessi. La sfida consiste nell’evitare di ribaltare il tavolo da gioco in preda ad una crisi di rabbia perché, proprio per sua indole, il Pignolo non farà che sindacarvi il nome delle carte, chiedendovi di dirlo tutto e correttamente. Come se non bastasse, leggerà ogni effetto anche per più volte e non aspetterà un secondo prima di chiamare il judge (l’arbitro) ogni volta che non capirà qualcosa, e saranno tante.
Saranno così tante che lo stesso judge si infastidirà e, per tanto, potrete condividere insieme lo stesso odio sperando che il match termini presto, anche se Il Pignolo sta ancora leggendo il titolo di questo articolo da 2 ore ed ha chiamato voi per spiegarglielo.
Le Bustine: Ammettiamolo, quando si gioca ad un GCC, la parte più esaltante è quella dello “spacchettamento”. Ci sono veri e propri trend di Youtube intorno al sistema di aprire bustine, che siano fisiche o digitali, proprio per via del mistero e della suspance che genera il solo ottenere qualcosa di casuale. Quindi, che sia Pokémon, Magic, Hearthstone o Final Fantasy, comprare una busta di espansione crea una sensazione simile alla vigilia di natale, con i genitori che devono sedarti affinché tu non apra i regali in anticipo. Quindi ci si prepara a sbustare il tutto con calma ma, non tutti sanno, che le bustine di espansione sono il male assoluto.
Simili ai Video-poker e ai Gratta e Vinci, non vi daranno mai nulla di buono fino a quando non ci avrete speso un capitale sopra. E se vi capita roba decente non era assolutamente ciò che volevate. E quindi comprate ancora qualcosa, nella speranza di trovare una di quelle carte ed ancora nulla, e così via per centinaia di volte. La carta che volevate non era nemmeno tanto rara, magari avete la migliore ma non vi serve o, peggio, il vostro amico Culuto ha sbustato tutto alla perfezione.
Non disperate, per quanto le bustine siano casuali, qualsiasi cosa vi arrivi potreste sembre scambiarla per ciò che cercate… Oppure rapinare la fumetteria mascherati da Darth Vader. Però non vi consiglio di farlo, specie con la spada laser da 20 € in mano.
Le Novità: Uno dei problemi che affligge il mondo dei GCC è proprio il continuo cambiamento di regolamenti e tattiche di gioco. Migliaia di persone smettono di giocare ad un gioco di carte solo perché non apprezzano il nuovo sistema. Ed in effetti, dopo aver speso soldi per creare Il Mazzo sopracitato, essersi imparato ogni tattica a memoria ed aver affrontato tutti i predatori elencati in precedenza, buttare via il Deck perché inutile è un po’ bruttino.
La novità, che dovrebbe modificare e ravvivare il gioco, spesso lo uccide, è vero, ma senza modificare nulla non ci sarebbe possibilità di creare roba nuova e diversa. Provate a testare i nuovi sistemi, a rapportarvici con calma perchè, se la passione c’è, la voglia di giocare non muore mai.
Il Torneo: Ultimo gradino nella scalata contro i nemici naturali dei giocatori di GCC è lui: Il Torneo. Il luogo perfetto dove trovare ogni singolo nemico naturale di questo mondo. Il luogo perfetto dove fare scambi, farsi fregare e, spesso, perdere miseramente tempo e denaro. Perché, ovviamente, il Torneo non si svolgerà mai in un posto vicino a voi, come minimo non si fa nemmeno nella vostra provincia. Sarete quindi costretti ad organizzare un viaggio solo per farvi menare male dal Riccone, sclerare contro il Culuto, odiare il Counter e richiedere la resa contro il Pignolo.
Eppure, nonostante sia così, voi continuerete a spendere soldi in questo gioco, investendo tempo, denaro e pazienza in qualcosa che, per qualche motivo, vi fa sentire bene.

PERCHÉ ALLA FINE, CHE SI VINCA O CHE SI PERDA, CI SI DIVERTE SEMPRE A GIOCARE CON CIÒ CHE ABBIAMO CREATO, SFIDANDO IL CASO, LA FORTUNA ED ANCHE QUEL CANE DEL PIGNOLO. PERCHÉ ALLA FINE, CHE SI VINCA O CHE SI PERDA, DATEMI LE CARTE GIUSTE BUSTINE DI MERDA.


domenica 3 aprile 2022

Il 4 Aprile 1978 alle ore 18:45, debuttò sulla RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA - RAIDUE, il cartone animato ATLAS UFO ROBOT (GOLDRAKE).




Fu la prima serie animata giapponese a carattere robotico trasmessa nell'intero occidente grazie alla RAI, la TV di Stato italiana .

Il grande Blek


Blek è un atletico trapper dai lunghi capelli biondi che indossa sempre un cappello di marmotta, un gilè di pelliccia che copre il torace e dei pantaloni rossi. Per combattere usa principalmente le mani nude, ma utilizza anche il fucile "Kentucky" usato dai cacciatori americani dell'epoca. Conosciuto come "Blek Macigno" per la sua stazza e la sua forza nella lotta per raggiungere l'indipendenza dell'America coloniale contro il predominio inglese, scontrandosi frequentemente con le giubbe rosse. Comprimari fissi delle sue avventure sono un coraggioso adolescente, Roddy Lassiter, e lo scienziato professor Cornelius Occultis. Non sono presenti personaggi femminili. Le spalle del personaggio sono il piccolo orfano Roddy e il Professor Occultis, truffatore però colto e raffinato con conoscenze mediche, che pare sia venuto con i genitori di Blek in America quando l'eroe era solo un bambino.

Nelle "Origini di Blek" scritte da Marcell Navarro e illustrate da Jean-Yves Mitton si riscrivono completamente le origini del personaggio: Blek è nato a Saint-Malo in Bretagna il 27 novembre del 1749 col nome di Yannick Leroc, figlio del cartografo del Re, Diodato Leroc, mentre il nome della madre è Maria. Dopo molte rocambolesche avventure Yannick diventa un corsaro che lotta contro pirati e negrieri con una nobiltà d'animo che ricorda i celebri personaggi di Emilio Salgari. Con il padre divenuto vedovo Yannick parte all'esplorazione dell'allora inesplorato passaggio a nord-ovest del continente americano. Ma la nave fa naufragio e Yannick perde suo padre. Il giovane gigante francese viene salvato dagli esquimesi con cui rimane a vivere un periodo di pace e serenità per poi partire per il sud verso il San Lorenzo dove viene catturato dai Montagnais o Innu (in italiano più semplicemente gli Algonchini). Al palo della tortura viene graziato «e da quel giorno presi il nome Blek, che in indiano vuol dire appunto "dai capelli d'oro". Divenni anch'io un indiano! Dimenticai la mia nascita, le mie origini, la mia razza! ero completamente felice!» In conclusione di questa avventura salva la moglie e la figlia dell'avvocato Connoly, prigioniere dell'esercito inglese, e l'avvocato lo nomina capo indiscusso dei trapper.

L'autore Bane Kerac pubblica in Yugoslavia nel 1980 sulla rivista Strip Zabavnik l'episodio "Cuore spezzato" nella quale Blek incontra una guerriera indiana chiamata Piccolo Piede che sposa ma perde subito dopo un attacco al forte inglese "Killer". Si scoprirà che in realtà Piccolo Piede è ancora viva, ma ricomparirà solo dopo alcuni anni.



sabato 2 aprile 2022

JUN

 


(Jun Hono - Honō Jun - 炎ジュン- ほのお ジュン)

È la pilota alla quale il dottor Kenzo Kabuto (Kabuto Kenzō - 兜剣造), ha affidato Venus Alfa (Venus - Venere - Venus A - Venus Alpha - Venus Ace - Byunasu Esu - ビューナスA), il robot dalle sembianze femminili che affianca in battaglia Tetsuya Tsurugi (Tsurugi Tetsuya - 剣鉄也 - つるぎ てつや), e Il Grande Mazinga (Il Grande Mazinger - Great Mazinger Grande Mazinga - Grande Mazinger - Gurēto Majingā - グレートマジンガー).
Adottati in tenerissima età dal dottor Kabuto, Tetsuya e Jun sono praticamente cresciuti insieme e sono stati educati con lo scopo di farne dei guerrieri e degli abili piloti.
Il loro padre adottivo li ha sottoposti quotidianamente a dei durissimi allenamenti, avendo previsto l'attacco del Regno delle Tenebre di Mikenes (Impero delle Tenebre - Impero di Mikenes - Empire of Mikenes - Mikeene Teikoku - ミケーネ帝国), già molti anni prima.
Il padre biologico di Jun era un africano, mentre la madre biologica era giapponese: questo le ha creato dei problemi fin da bambina, poichè i suoi coetanei la schernivano e la emarginavano per via del colore della sua pelle.
Nella versione manga realizzata da Gosaku Ota, viene mostrata tra incessanti addestramenti e pesanti discriminazioni razziali, questo porta Jun a vivere una fase di ribellione giovanile, che l'ha portata a frequentare ambienti studenteschi ai margini della società: spesso e volentieri, è stato proprio il dottor Kenzo Kabuto a tirarla fuori dai guai quando è stata arrestata o fermata dalla polizia.
Nonostante la sua rabbia e le sue fragilità, comunque, Jun, è riuscita a crescere e a diventare una donna molto forte, matura e responsabile, pronta a supportare il suo fidanzato Tetsuya e anche la Fortezza Delle Scienze (Fortezza della Scienza - Fortress of Sciences - Kagaku Yōsai Kenkyūjo - 科学要塞研究所), nella difficile e sanguinosa guerra contro gli spietati Mikenes.
Spesso e volentieri, Jun, si ritrova a dover sopportare le ossessionanti attenzioni del goffo Boss (Capo - Bosu - ボス), che spera, invano, di riuscire a soppiantarla dal cuore di Tetsuya.

venerdì 1 aprile 2022

Zagor

 



«Aaahhhyaaaak!!!»

(il grido di battaglia di Zagor)



Za-gor-te-nay, o più brevemente Zagor, nella prima metà del diciannovesimo secolo si batte per mantenere la pace, proteggere le tribù indiane e dare la caccia ai criminali. Il vero nome di Zagor è Patrick Wilding. Suo padre Mike è stato un ufficiale dell'esercito ucciso insieme alla madre Elisabeth "Betty" Burton dagli indiani Abenachi. Rimasto orfano vien adottato da uno strano trapper, di nome Nathaniel Fitzgeraldson (detto Wandering Fitzy), che vive nella foresta. Cresce cercando di vendicare la morte dei genitori ma scopre che suo padre si era reso responsabile della morte di indiani innocenti, motivo per il quale venne ucciso per vendetta dagli Abenachi dal bianco Salomon Kinsky. Zagor prova per questo un forte risentimento verso il padre da lui ritenuto «un militarista e un massacratore di indiani» (nel n. 400 tra i due si avrà un chiarimento). Questa scoperta gli fece capire che il bene e il male non stanno mai da una parte sola e per questo decise di divenire Za-gor-te-nay ovvero "lo Spirito con la Scure" schierandosi a difesa dei deboli e degli innocenti di qualunque razza.

Creduto un essere soprannaturale dagli indiani, che lo chiamano «Spirito con la Scure», Zagor abita con l'amico Cico nell'immaginaria foresta di Darkwood nel nord est degli Stati Uniti ottocenteschi, in una capanna difesa da sabbie mobili e paludi. Strenuo difensore della foresta e dei nativi americani, le sue armi sono la pistola e una scure indiana fatta con una pietra arrotondata e si ritrova a fronteggiare rivolte indiane come invasioni extraterrestri e oltre agli abituali abitanti come indiani e trapper si possono incontrare Thug, Vichinghi, Eschimesi e creature fantastiche come vampiri, lupi mannari e altri personaggi.

Zagor è sempre vestito con una maglia rossa di fattura indiana che raffigura all'interno di un cerchio giallo sul petto l'Uccello del Tuono.

Come già detto, "Za-gor-te-nay" è, nella storia, il nome indiano in dialetto algonchino del personaggio. In realtà, nelle lingue dei nativi americani questo termine non significa nulla, è una pura invenzione del creatore, Sergio Bonelli, che ideò questo nome durante un viaggio in macchina, sull'Autostrada del sole. Inizialmente aveva pensato a qualcosa come Aiax ma venne poi scartato perché era già il nome di un detersivo. Il nome avrebbe dovuto contenere la lettera zeta per ragioni grafiche in quanto sarebbe sembrata un fulmine sulla copertina e da qui si arrivò a Za-gor-te-nay. Il termine Aiax è comunque rimasto nel grido di battaglia di Zagor, "Aaayyyaaakkk!". Per un errore di stampa, nella prima striscia di Zagor, La foresta degli agguati, Zagor dice a Cico che i pellerossa lo chiamano «ZA-GOR-TENAY».

Suo inseparabile compagno è il messicano Cico (il cui nome completo – anche se compaiono varianti infinite – è Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales), grassottello, basso, perennemente affamato, un po' tonto, pauroso, ingenuo e protagonista di siparietti comici spesso causati dalla sua imperizia. Nonostante questo talvolta dimostra qualità nascoste in grado di stupire positivamente.