martedì 24 giugno 2025

Se Batman si unisse a Talia in Batman: The Doom That Came to Gotham: Un futuro oscuro tra amore, potere e dannazione

Nell’universo alternativo e terrificante di Batman: The Doom That Came to Gotham, l’unione tra Bruce Wayne e Talia al Ghul non sarebbe solo una svolta sentimentale: sarebbe un cataclisma. In questo Elseworld lovecraftiano – scritto da Mike Mignola e Richard Pace – Gotham City è un luogo impregnato di misticismo, mostri cosmici e profezie apocalittiche. Batman non è più il detective urbano che conosciamo, ma un investigatore esoterico sulle tracce di un male primordiale risvegliato da un passato dimenticato.

E se, in questo scenario già corrotto dal soprannaturale, Bruce avesse scelto di unire le forze con Talia al Ghul?

Nel canone regolare, il rapporto tra Batman e Talia è una danza di seduzione, potere e tradimento. Figlia di Ra’s al Ghul e erede della Lega degli Assassini, Talia rappresenta la linea sottile tra l’amore e la distruzione. Ma in The Doom That Came to Gotham, dove ogni personaggio è una reinterpretazione cupa e distorta di sé stesso, la loro unione potrebbe riscrivere il destino stesso della città.

In questa storia, Talia incarna una delle forze oscure legate agli Antichi – esseri extradimensionali simili agli dèi lovecraftiani – e la sua agenda non è più solo quella di completare l’opera del padre, ma di portare a termine un rituale che potrebbe rendere Gotham la nuova R’lyeh. Se Bruce, corrotto dalla disperazione e dall’oscurità che lo circonda, cedesse al richiamo di Talia, si aprirebbero scenari da incubo.

Il Batman che stringe un patto con Talia in questo contesto non sarebbe l’eroe incorruttibile che conosciamo. Sarebbe una creatura tormentata, capace di piegare il proprio codice morale fino a spezzarlo. Potremmo immaginare un Bruce Wayne che, sopraffatto dalla rivelazione dell’esistenza di forze cosmiche ostili e dalla consapevolezza dell’inutilità delle sue crociate notturne, accetti l’aiuto di Talia per ottenere una conoscenza arcana – e un potere – capaci di salvare la città… o di dominarla.

In tal senso, Talia assumerebbe il ruolo di un’iniziatrice oscura, trascinando Bruce in un rituale esoterico che lo trasformi in un “Uomo d’Acciaio” non nel senso kryptoniano del termine, ma come un essere fuso con il potere antico, capace di opporsi ai Grandi Antichi ma al prezzo della propria umanità. Invece di contrastare l’orrore, Batman ne diventerebbe un avatar, un’entità liminale tra l’uomo e il dio.

Se la Gotham di Mignola è un organismo vivente, pulsante e infestato da forze oltre la comprensione, la sua salvezza o distruzione dipende da chi ne incarna l’essenza. Un Batman unito a Talia potrebbe spezzare l’equilibrio stesso del bene e del male, divenendo un sovrano oscuro adorato come divinità o temuto come profeta apocalittico.

La Lega degli Assassini, in questa realtà, potrebbe rappresentare una setta millenaria che custodisce i rituali necessari a evocare o contenere i mostri dell’abisso. Con Bruce al suo fianco, Talia potrebbe finalmente completare il ciclo di resurrezione dei Grandi Antichi, utilizzando il Cavaliere Oscuro come tramite. Immaginate un Batman che indossa un’armatura rituale, con simboli runici incisi sul petto, occhi che brillano di luce ultraterrena e una mente che abbraccia la follia cosmica come metodo per ricostruire l’ordine.

In questa visione, l’amore tra Bruce e Talia non sarebbe un’eccezione tragica, ma una scelta consapevole. Una discesa nell’inferno fatta mano nella mano. La loro unione rappresenterebbe la fusione tra razionalità e caos, tra vendetta e rinascita. Ma come spesso accade nelle storie lovecraftiane, ogni tentativo di controllare l’ignoto finisce per esserne consumato.

Alla fine, Bruce potrebbe rendersi conto che il prezzo pagato è troppo alto. La sua identità come Batman dissolta, la città in ginocchio, e Talia ormai tutt’uno con le forze che aveva promesso di dominare. L’ultima pagina di questa storia potrebbe mostrare un Bruce Wayne che si sacrifica per chiudere il portale, troppo tardi, ormai contaminato, mentre Gotham sprofonda in un crepuscolo eterno.

Mike Mignola ha sempre saputo combinare orrore gotico e simbolismo mitico, come dimostrato in Hellboy e nei suoi spin-off. L’idea di un Batman che flirta con l’abisso, che rifiuta la via del raziocinio per abbracciare la follia mistica, si adatta perfettamente al tono di The Doom That Came to Gotham. E se l’unione con Talia fosse il catalizzatore? Un patto d’amore e distruzione che trasforma il più grande detective del mondo in un guardiano dimenticato tra le pieghe della realtà.

L’unione tra Batman e Talia in The Doom That Came to Gotham non sarebbe solo un evento narrativo: sarebbe l’inizio della fine. Un amore antico quanto le stelle, segnato dal sangue, dalla conoscenza proibita e da un destino ineluttabile. Un finale cupo, poetico, e assolutamente lovecraftiano.

Nessun commento:

Posta un commento