mercoledì 18 giugno 2025

Stick, l’Ombra Dietro Daredevil: Il Maestro Cieco che ha Forgiato un Eroe


Nel multiverso espanso della Marvel, pochi personaggi riescono a essere così determinanti pur restando nell’ombra. Uno di questi è Stick, l’enigmatico maestro cieco che ha forgiato il destino di Daredevil, addestrandolo a diventare ciò che è. Apparso per la prima volta in Daredevil #176 nel 1981 grazie alla penna visionaria di Frank Miller, Stick è molto più di un mentore: è l’incarnazione vivente di una disciplina brutale, di una saggezza antica e di una lotta millenaria che si gioca ben oltre le strade di Hell’s Kitchen.

Stick è cieco, proprio come Matt Murdock. Ma a differenza del suo allievo, ha sviluppato i sensi a un livello che sfiora il mistico. È il leader di una setta segreta nota come I Casti (The Chaste), impegnata da secoli in guerra contro La Mano (The Hand), un’organizzazione ninja votata all’oscurità e alla corruzione. La sua cecità non è un limite, ma una condizione spirituale che gli consente di percepire il mondo in modo più profondo, affilato, letale.

Dopo l’incidente che da bambino rende cieco Matt Murdock, Stick lo prende sotto la sua guida. Lo allena nel corpo e nello spirito, insegnandogli a controllare i sensi ipersviluppati, a trasformare la sofferenza in forza, il dolore in lucidità. Non è però un maestro benevolo: Stick rifiuta i legami affettivi, considera l’attaccamento una debolezza, e quando capisce che Matt si sta affezionando, lo abbandona senza esitazione.

Questo atto segnerà profondamente l’evoluzione di Daredevil. L’eredità di Stick – fatta di disciplina, dolore e ricerca di equilibrio interiore – resterà sempre con lui, come un’eco dura e ineluttabile.

Ma Stick non è solo l’istruttore di un eroe. È un soldato di una guerra nascosta agli occhi del mondo. I Casti lottano contro La Mano da secoli, impedendo che il male soprannaturale si diffonda sulla Terra. Stick vive in funzione di questa battaglia, e non esita a compiere scelte morali ambigue, a sacrificare vite, a manipolare i suoi stessi allievi se ciò significa preservare l’equilibrio.

Questa ambivalenza lo rende affascinante e inquietante. È un alleato, ma non un amico. Una guida, ma non un padre. E questo lo distingue profondamente da altre figure mentore del mondo supereroistico.

Pur non avendo superpoteri nel senso classico, Stick è un combattente temibile. La sua padronanza delle arti marziali lo rende capace di affrontare interi gruppi di ninja da solo. Il suo bastone – arma simbolo e strumento d’insegnamento – è l’estensione di una volontà incrollabile. A questo si aggiungono percezioni extrasensoriali e una lucidità strategica degna di un comandante mistico.

La versione di Stick più nota al grande pubblico è quella interpretata da Scott Glenn nella serie Netflix Marvel’s Daredevil. Lo Stick televisivo mantiene intatti tutti i tratti essenziali del personaggio: è arcigno, intransigente, pronto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi. Anche qui, il suo rapporto con Matt è profondamente conflittuale, segnato da una tensione tra affetto represso e ideologia radicale.

Stick rappresenta un archetipo potente: il maestro che prepara l’eroe al mondo, ma che lo fa nel modo più duro possibile, spingendolo spesso oltre i limiti morali. È il saggio zen con la frusta, il profeta guerriero, il custode di un ordine perduto. La sua presenza non è mai rassicurante, ma sempre necessaria.

E in fondo, ogni eroe ha bisogno di un’ombra per imparare a vedere.

Nel caso di Daredevil, quell’ombra ha un nome breve, secco, contundente: Stick.


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