La domanda è accattivante quanto assurda, ma offre uno spunto interessante per confrontare due personaggi che, a prima vista, sembrano giocare in campionati diversi: da un lato, Alfred Pennyworth, maggiordomo di Batman, ex agente dei servizi segreti britannici e figura paterna dell’intero universo Wayne; dall’altro, Frank Castle, il Punisher, macchina da guerra americana che ha dichiarato guerra al crimine con ogni mezzo necessario.
Frank Castle è, in poche parole, una forza della natura. Veterano dei Marines, con addestramento in operazioni speciali, demolizioni, spionaggio, guerriglia urbana e un arsenale degno di una piccola nazione, il Punitore vive per uccidere. È un sopravvissuto spietato e determinato, capace di affrontare interi cartelli, bande e supercriminali senza supporto. Le sue abilità sono tutte orientate al conflitto: entrare, distruggere, uscire.
Alfred Pennyworth, però, è ben più di un maggiordomo. Nella continuity Post-Crisis, Alfred è stato attore, chirurgo da campo, spia, tecnico, scienziato e mentore. Ha servito come agente del MI6, ha salvato Batman da morte certa più volte, ed è stato l’unico essere umano a mettere in riga il Cavaliere Oscuro senza sollevare un dito. Il suo addestramento non è focalizzato sullo scontro diretto, ma ciò non significa che non sia letale. In più occasioni ha dimostrato freddezza, astuzia e capacità tattica, oltre a una discreta competenza nelle armi da fuoco e nel corpo a corpo.
In campo neutro – una città sconosciuta, un vicolo sporco, un capannone abbandonato – Punisher vince quasi sempre. Lì dove l’istinto di sopravvivenza e la brutalità contano più del cervello, Castle ha un vantaggio incolmabile. È più forte, più veloce, più aggressivo. Alfred, pur competente, non ha la stessa esperienza sul campo di battaglia vero e proprio.
Ma se lo scontro avviene nella Batcaverna la situazione cambia drasticamente. Alfred non solo conosce ogni centimetro della caverna, ma ha accesso a tecnologie avanzate, sistemi di sicurezza progettati per contenere nemici come Killer Croc o Deathstroke e, soprattutto, piani di contingenza per ogni tipo di intruso. Potrebbe, con la giusta preparazione, spegnere la luce, attivare gas anestetici, attivare sistemi di difesa automatica. Non dimentichiamo: Batman si fida abbastanza da lasciare Alfred solo con il controllo totale di ogni protocollo. Se Frank entrasse nella Batcaverna senza invito, sarebbe come un soldato che entra disarmato in un labirinto progettato da un dio paranoico.
Il Punitore è spinto da rabbia e dolore. È instabile, anche se micidiale. Alfred è la calma incarnata, il pensiero tattico che viene prima del pugno. Non si getterebbe mai in uno scontro diretto se avesse alternative più intelligenti. Potrebbe far credere a Castle di avere una bomba nel cuore del rifugio. Potrebbe distrarlo, negoziare, ingannarlo. E poi, mentre Frank abbassa la guardia, colpire nel modo più teatrale possibile: con un colpo secco di bastone inglese.
Il verdetto
Campo neutro o scontro improvvisato: Frank Castle vince, 8 volte su 10. È semplicemente troppo addestrato per permettere ad Alfred di reagire in tempo.
Scontro nella Batcaverna, con preparazione: Alfred vince, 7 volte su 10. La sua padronanza dell’ambiente, il supporto tecnologico e l’esperienza strategica gli garantirebbero la vittoria – magari non fisica, ma mentale e logistica.
Come Alfred direbbe, mentre versa il tè con mano ferma sotto una pioggia di colpi di fucile:
“Signor Castle, vi consiglio di riporre l’arma. Sto per abbassare la temperatura a meno trenta, sigillare tutte le uscite e attivare il protocollo Anestesia Corticale. Gradite una madeleine prima di svenire?”
In definitiva, Alfred non è un soldato. È un uomo che forma i soldati. E questo – a volte – è più pericoloso.
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