giovedì 26 giugno 2025

Batman e Barbatos: L’Eroe Oscuro è Ancora Libero in “Dark Nights: Metal”?

Da sempre simbolo di forza di volontà e intelligenza umana, Batman ha incarnato per decenni l’ideale del supereroe senza superpoteri: un uomo solo contro un mondo caotico, armato solo della sua disciplina, del suo ingegno e di un’inflessibile bussola morale. Ma con Dark Nights: Metal, la monumentale saga DC firmata da Scott Snyder e Greg Capullo, qualcosa cambia: la figura di Bruce Wayne viene trascinata in un vortice mitologico e cosmico dove il libero arbitrio sembra cedere il passo a un disegno oscuro e predeterminato.

Il responsabile di questa riscrittura è Barbatos, entità ultradimensionale e dio oscuro del Multiverso, che si rivela non solo nemico, ma parte integrante dell’evoluzione stessa di Batman. Una domanda inquietante si fa largo tra i lettori più attenti: l’eroismo di Batman è ancora frutto delle sue scelte, oppure è stato solo lo strumento inconsapevole di una forza superiore fin dall’inizio?

In Metal, Barbatos non è una semplice minaccia esterna. Viene presentato come un essere antico, che da tempo immemore osserva Bruce Wayne, ne studia le paure, le ombre interiori, e ne manipola persino il percorso esistenziale. Il suo intento è chiaro: aprire un varco dal Multiverso Oscuro attraverso Batman stesso, trasformandolo nel catalizzatore dell’apocalisse. Secondo la mitologia costruita da Snyder, ogni impresa di Batman — perfino il suo viaggio nel tempo in The Return of Bruce Wayne o l’esposizione ai metalli misteriosi — sarebbe servita inconsapevolmente a “prepararlo” a questo scopo.

Non è più il detective, il crociato solitario. È il portale.

A rafforzare la sensazione di predestinazione, Dark Nights: Metal introduce i cosiddetti Dark Knights, sette versioni distorte di Batman provenienti da altrettanti mondi oscuri del Multiverso. Ogni figura rappresenta una deviazione morale di Bruce, una caduta nell’abisso nata dal desiderio di controllo, protezione o vendetta. Il Batman che diventa Joker (The Batman Who Laughs), quello che si fonde con Doomsday, quello che assume i poteri di Flash o di Cyborg: tutte versioni che mostrano come l’essenza di Bruce Wayne possa, in altri contesti, dar vita a mostri.

Ma queste creature non esistono per negare l’eroismo di Batman. Piuttosto, lo enfatizzano per contrasto. Il “nostro” Batman — quello dell’universo principale — è colui che non cede, che continua a scegliere la via più difficile, anche di fronte al destino.

La tensione narrativa della saga si gioca proprio su questo crinale: quanto di ciò che è Batman è davvero frutto della sua volontà? Se Barbatos lo ha scelto fin dall’inizio, se le sue prove sono state predisposte, se ogni passo lo ha avvicinato all’oscurità, allora Batman è ancora l’uomo che ha giurato sulla tomba dei genitori di cambiare il mondo? Oppure è una pedina, uno strumento, un esperimento divino?

La risposta, pur nella complessità del racconto, sembra essere affermativa: sì, Batman è ancora libero. Lo è proprio perché, alla fine, resiste. Resiste all’influenza di Barbatos, respinge le versioni di sé corrotte, accetta il sacrificio personale pur di difendere gli altri. La sua determinazione a restare umano, a non cedere alla disperazione, è l’antitesi vivente del progetto di Barbatos. Dove altri Batman cadono, il vero Bruce Wayne si erge. Non per destino, ma per scelta.

Snyder e Capullo non distruggono Batman: lo trasformano. Da detective urbano a figura mitologica, da vigilante notturno a elemento centrale della cosmologia DC. Dark Nights: Metal è un’opera che fonde horror, fantasy e supereroismo per riscrivere le origini di Bruce Wayne come parte di un disegno cosmico, ma senza svuotarne l’umanità.

È un equilibrio sottile e rischioso. Alcuni lettori vedono in questa costruzione una perdita di concretezza: il Batman pragmatico, calcolatore, razionale, sembra scomparire sotto strati di metallo oscuro, rune, multiversi e dèi antichi. Ma c’è un altro modo di leggere tutto questo: la grandezza di Batman non sta nell’assenza di tentazioni, ma nella capacità di affrontarle e superarle. Se l’oscurità lo ha scelto, è stato lui a rifiutarla.

Dark Nights: Metal mette in discussione il mito di Batman per rafforzarlo, non per distruggerlo. L’introduzione di Barbatos e del Multiverso Oscuro non serve a negare l’eroismo del Cavaliere Oscuro, ma a testarne i limiti. Lungi dall’essere una marionetta, Batman si conferma ancora una volta un uomo che combatte — con ogni fibra — per restare integro in un universo che spinge costantemente verso il caos.

In un mondo narrativo sempre più complesso, il fascino di Batman rimane proprio in questo: non è ciò che gli accade a definirlo, ma come lui reagisce. E anche se l’intero multiverso cospira per corromperlo, lui sceglie la via più difficile. Quella dell’eroe.



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