martedì 9 giugno 2020

Perché è stato scelto proprio Pikachu come "frontman" delle serie Pokemon


Pikachu è il "frontman" del franchise Pokémon per un motivo molto semplice.
Era il Pokémon più adatto a livello commerciale.
Così. Freddo. Gretto. Terra terra. Lo so, fa un po' male saperlo…
Per capirne il motivo, dobbiamo fare qualche passo indietro. Anzi, torniamo proprio all'inizio-inizio.
I Pokémon erano nati come Capsule Monsters. Sottolineo la parola "Monsters": quello erano, dei mostri. Dei mostri che combattono. Emblematico il fatto che la prima creatura a venire disegnata fu (quello che poi sarebbe divenuto) Rhydon.


L'idea venne proposta alla Nintendo da Satoshi Tajiri, cofondatore della Game Freaks, nel 1990. La Nintendo gli risponde una cosa tipo (citazione non letterale):
Non è granché ma ha del potenziale, lavoraci su, poi nel caso ne riparliamo.
Quello fece: ci lavorò su. Per la precisione, ci lavorò insieme all'altro cofondatore della Game Freaks, Ken Sugimori. Ruolo di quest'ultimo: designer.
Come già detto, essendo mostri che se menano, i primi Pokémon erano, beh, tutti piuttosto mostruosi.


Al fine di espandere il bacino d'utenza potenziale del gioco, ossia fondamentalmente vendere più copie, iniziarono a differenziarsi. A tal proposito, al buon Sugimori venne un'idea:
Facciamone anche qualcuno kawaii, così le mamme non si spaventano troppo e magari vendiamo qualche copia anche alle ragazze!
Purtroppo Sugimori non riuscì a cavare un ragno dal buco. O meglio, cavò fuori… Pippi. Meglio noto in occidente come Clefairy. Che non era malaccio (in patria è tutt'ora uno dei Pokémon più popolari in assoluto!), ma serviva qualcosa di più.
In suo soccorso venne in aiuto Atsudo Nishida, illustratrice freelance. Alcuni tra i Pokémon che ideò o comunque contribuì molto a "kawaii-zzare" sono: Bulbasaur, Charmander, Squirtle, Vulpix, Dratini, Dragonair, Eevee e le relative evoluzioni… e il nostro Pikachu!
Fun fact: al tempo aveva ideato anche una seconda evoluzione, Gorochu (goro è l'onomatopea del brontolìo del tuono, laddove rai è il tuono stesso e pika è il lampo; chu invece è l'onomatopea dello squittìo, visto che sono topi). L'idea di un'evoluzione a tre stadi venne scartata per motivi di bilanciamento, o come si dice oggi, perché era troppo OP. Notare l'aspetto "curvy" del primo Pikachu e quello cazzutissimo di Gorochu! Francamente, spero che lo reintroducano prima o poi.


Facciamo qualche passo in avanti. Siamo nel 1996 e il gioco è pronto nella sua forma finale, o meglio nelle sue due forme, Pokémon Rosso e Verde (Blu uscirà sei mesi più tardi come versione rivista e migliorata dei due titoli iniziali e verrà poi usato come base per i Rosso e Blu internazionali).
Passa del tempo, i giochi hanno un successo strepitoso, al punto da ispirare un mangaka, Kosako Anakubo, a scrivere un manga demenziale che parla di un allenatore incapace, Akai Isamu detto "Red" (da aka, rosso, ma anche un ovvio riferimento al gioco), che viaggia in compagnia di un Pippi/Clefairy irriverente e lazzarone e di suo cugino, un Pikachu furbetto, ripercorrendo mooolto a grandi linee la trama dei videogiochi.
I due Pokémon non erano stati scelti a caso: erano, insieme agli starter, i più popolari in assoluto in patria. Eh sì, la scelta di fare Pokémon kawaii aveva pagato!


Il manga ebbe un più che discreto successo. Si decise quindi di farne uno "serio", che sarà poi noto in occidente come "Pokémon Adventures" e in italiano come "La Grande Avventura". Il protagonista si chiamerà, anche in questo caso, Red.
Dovendo seguire la trama dei giochi di prima generazione, il suo Pokémon iniziale (anche se tecnicamente aveva già un Poliwhirl di famiglia) doveva essere uno starter; scelse Bulbasaur. Sì esatto, la scelta canonica di Rosso e Blu in teoria è Bulbasaur. Vabbé. Il suo rivale, Blue, aveva preso invece un Charmander. Sveglio, lui. E in più aveva già uno Schyter, perché giustamente con un nonno nel giro che conta vuoi non approfittarne? Ma sto divagando.


Subito dopo il manga, che seguiva in modo fedele la trama dei videogiochi, decisero di creare anche un anime che fosse invece un po' più libero e si riferisse non solo ai giochi originali, ma in generale a tutto il franchise.
Bisogna infatti tenere presente che erano già in lavorazione i giochi di seconda generazione (che è il motivo per cui nella prima stagione dell'anime talvolta si vedono anche dei Pokémon non nativi di Kanto, su tutti l'Ho-Oh nel primo episodio). Se l'anime si fosse basato sui giochi di prima generazione, c'era il concreto rischio che "uscisse già vecchio", o comunque non si riuscisse a sfruttare il reciproco effetto traino.
Rimaneva quindi il dubbio su quale Pokémon dare al protagonista Satoshi, abbreviato in occidente in Ash (il cognome Ketchum fu aggiunto nell'adattamento americano come gioco di parole su Catch 'em all). Era una scelta cruciale, perché quel Pokémon sarebbe diventato un po' la mascotte dell'intero franchise.
Era naturale quindi puntare su uno dei Pokémon più popolari, tolti gli starter. Come abbiamo già detto, i più popolari erano Clefairy e Pikachu. E scelsero…
Clefairy. Sul serio, in prima battuta avevano scelto lui.
Poi però il produttore dell'anime, Ishihara Tsunekazu, disse una cosa del tipo:
Non è un po' troppo rosa? Non è che poi i maschi non se lo filano?
Ed è per questo che venne scelto Pikachu come compagno di Ash e, di conseguenza, mascotte del franchise: perché era il Pokémon che garantiva il maggior successo commerciale in quel momento.
Ultima nota: Oro e Argento erano già in lavorazione, ma il loro sviluppo si rivelò piuttosto travagliato (usciranno solo nel 1999, l'anime è del 1997). Per "tappare il buco" la Game Freaks nel 1998 rilasciò Pokémon Giallo, remake dei precedenti capitoli ma con trama basata sull'anime e qualche miglioria al comparto grafico e sonoro.
Quindi in pratica Giallo è un videogioco basato su una serie animata che si discosta da un fumetto nato a seguito di un altro fumetto a sua volta liberamente ispirato ad altri videogiochi. Un delirio!
Un delirio che però ha contribuito enormemente a cementare l'immagine di Pikachu come mascotte di tutto l'impero mediatico Pokémon.

PIKA PIKA!


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