
Blek Macigno, noto anche come il
grande Blek, è un personaggio immaginario protagonista
di una serie di strisce a fumetti realizzata
negli anni cinquanta dal gruppo EsseGesse, formato dai
tre sceneggiatori e disegnatori Giovanni
Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris, pubblicato
dall'Editoriale Dardo. Raggiunse una tiratura di 400.000 copie
settimanali ed è stato più volte ristampato, imponendosi
non solo in Italia ma anche sul mercato europeo dove
sono state realizzate versioni del personaggio da altri autori
italiani e stranieri.
Il personaggio esordì il 3 ottobre
1954 nella Collana
Freccia dell'Editoriale
Dardo che venne realizzata dalla EsseGesse fino al 1965 quando
i rapporti tra gli autori e l'editore si
interruppero abbandonando il
personaggio che sarà prima portato avanti in Italia da altri autori
e poi sarà prodotto da altri in Francia e in Jugoslavia.
Il personaggio
continuò a essere pubblicato nella stessa collana fino a ottobre
1967 per 654 albi a strisce divisi in 33 serie.
Durante
la gestione della EsseGesse la collana raggiunse presto tirature di
300 mila copie alla settimana, imponendosi non solo in Italia ma
anche sul mercato europeo con
un successo che si mantenne costante per tutti gli anni
cinquanta e nei due decenni successivi
raggiungendo tirature fino alle 400 mila copie e, come
ricorda Giovanni Sinchetto «[...] il
successo non si fece attendere, fu lungo e duraturo. Negli anni
d'oro, Blek vendeva 400.000 copie a settimana, più di Miki, più di
Tex, più di tutti».
Il personaggio venne pubblicato
con successo fino al 1965 quando la EsseGesse, per conflitti sorti
con il direttore responsabile, decise di interrompere la
collaborazione nonostante la vasta popolarità di cui ancora godeva
la serie; il personaggio rimase nelle disponibilità dell'editore che
decise di pubblicarne nuove avventure affidandone la realizzazione ad
Amilcare Medici e a diversi disegnatori. L'ultimo numero firmato dal
trio di autori è il terzo della XXVII serie e i loro successori non
riuscirono a mantenere gli stessi standard di qualità tant'è che in
poco tempo le vendite calarono disastrosamente. In Italia dopo la
conclusione della serie inedita il personaggio venne ristampato
numerose volte. Nuove storie vennero realizzate in Francia dove il
personaggio conobbe un nuovo successo a scapito di uno stravolgimento
di alcuni aspetti come le sue origini. L'esclamazione usata
dagli inglesi in tutta la serie, il famoso "Goddam", la cui
traduzione letterale è una bestemmia, rimane senza censure in un
periodo di puritanesimo assoluto come gli anni cinquanta.
Negli anni settanta, nella
collana Freccia
Pocket, vennero editi undici volumi con le storie inedite in
Italia di produzione francese.
Solo nel 1994 Dario Guzzon,
unico superstite del trio, riprese la collaborazione con la Dardo
realizzando nuove serie di strisce pubblicate
in una collana che si conclude nel 2003 dopo 225 numeri anche se le
storie nuove realizzate appositamente sono solo quelle edite fino al
n°45 mentre il resto sono ristampe delle avventure scritte da Carlo
Cedroni.
Le storie del personaggio sono state
ristampate varie volte dall'Editoriale Dardo, in diverse collane di
diverso formato, già a partire dal 1956 con la Collana
Prateria fino al 1957 quando esordisce una nuova serie della
collana che pubblica in ogni albo sia le avventure del personaggio
che quelle di Capitan Miki edita fino al 1976 per 345 numeri. Una
seconda ristampa, Gli
Albi del Grande Blek, verrà edita dal 1963 al 1972 in formato
libretto a colori presentando anche materiale inedito in Italia
realizzato per il mercato francese. Altre collane di ristampe, che
presentavano sia storie del personaggio che di Capitan Miki, furono
la Collana
Scudo, edita dal 1967 al 1970 per 30 numeri,
la Collana
Freccia, dal 1968 al 1977, per di 45 volumi, Miki
e Blek Gigante, edita dal 1970 al 1976 per 147 numeri e
concludendo le pubblicazioni con storie inedite e
che riprese dal 1976 al 1977 per altri 16 volumi che ristamparono
cronologicamente la serie a strisce; seguì poi la Nuova
Collana Prateria, edita nel 1977 per 12 volumi.
Negli anni ottanta vennero pubblicate
in appendice alle storie del Comandante Mark pubblicate
sula Nuova Collana Araldo, dal n. 222 al n. 280.
Negli anni novanta l'editore ripropose
le storie del personaggio in formato bonelliano nella collana Blek,
edita per 52 volumi dal 1990 al 1994 e
nella collana Il Grande Blek Gigante, edita per 16 volumi dal
1990 al 1995 che proponeva storie realizzate per il mercato francese.
Successivamente nella Collana
Reprint venne edita una serie di 226 volumi divisi in 22 serie
pubblicati dal 1994 al 2003 in una confezione con quattro albi a
striscia dei quali tre erano una ristampa anastatica e il quarto
presentava nuove storie realizzate da Mario Volta e disegnate da Lina
Buffolente e Vladimiro Missaglia oppure adattamenti di materiale
realizzato per il mercato francese; seguirono poi Il Mitico
Trapper Blek, serie di 37 volumi pubblicata dal 2000 al 2001 con la
ristampa cronologica e completa delle prime tre serie. Dal 2002 le
Edizioni If hanno ristampato le storie sia italiane che straniere del
personaggio.
Gran parte del materiale prodotto in
Italia verrà stampato tradotto anche all'estero come a esempio in
Francia dove
riscontrerà un notevole successo (300.000 copie) e che dopo la
conclusione della produzione italiana verranno realizzate storie
appositamente per il mercato francese scritte da altri autori che
tra l'altro in una storia apocrifa sul passato di Blek stravolgeranno
alcune caratteristiche del personaggio. Anche in Jugoslavia il
successo fu notevole (100.000 copie a numero) tanto che negli
anni ottanta verranno realizzate nuove storie da disegnatori e
sceneggiatori locali. Dal 1980 ben cinquanta nuove avventure furono
realizzate in Yugoslavia da Bane Kerac, Pavel Koza, Branko Plavsic,
A. Muminovic, alcuni dei quali apparsi per la prima volta in Italia
sui volumi giganti del Grande Blek del 1992.
Nel 1957 la prima avventura di Blek
viene pubblicata a Londra con il titolo "Blake the trapper"
nella collana edita dalla casa editrice "Miller & Son"
che pubblicava materiale western d'importazione senza però molto
successo.
Tra il 1978 e
il 1984 alcuni nuovi episodi vengono realizzati in Grecia per il
settimanale MPLEK (Blek) dall'artista Byron Aptosoglou[38].
Si possono ricordare inoltre
l'edizione jugoslava: 1975, Lunov Magnus Strip
(128/995), slovena: 2000, Veliki
Blek (1/41+1sp), serba: 1994, Razanova Strip Blek
Stena (2/22) e croata: 2005, Blek. Inoltre esce
nei paesi nordici, nel 1957, col nome Davy
Crockett nella testata Praerie Bladet e di recente
in Norvegia edito dalla Thule (9 volumi dal 2001/2005).
Esistono longeve edizioni pure in Grecia e Turchia.
In Spagna viene pubblicato come Blek
el gigante nel 1956 (ma i fascicoli sono senza data) dalle Edic.
Toray, nella collana Selección de Aventuras (2ª serie), dai numeri
60 al 129.
Nel 1953 il trio EsseGesse scrisse una
storia che venne pubblicata a puntate in appendice della rivista a
fumetti Cagliostro intitolata "Il Piccolo Trapper" nella
quale compaiono aspetti e personaggi che si ritroveranno in Blek. Gli
autori decidono di lasciare il ragazzino ma di sostituire il cupo e
rozzo Black con un gigante alto, bello, sorridente e con lunghi
capelli biondi di nome Blek Macigno. La figura del trapper Blek
deriva dall'interpretazione dei personaggi presenti nelle letture
giovanili dei tre autori di opere ambientate durante le guerre
anglo-francesi nelle colonie americane come L'ultimo dei
Mohicani, anche se poi le avventure del personaggio verranno
ambientate durante la successiva Rivoluzione Americana.
Blek è un atletico trapper dai
lunghi capelli biondi che indossa sempre un cappello di marmotta, un
gilè di pelliccia che copre il torace e dei pantaloni rossi. Per
combattere usa principalmente le mani nude ma usa anche il fucile
"Kentucky" usato dai cacciatori americani dell'epoca.
Conosciuto come Blek Macigno per la sua stazza e la sua forza lotta
per raggiungere l'indipendenza dell'America coloniale contro il
predominio inglese scontrandosi frequentemente con le giubbe rosse.
Comprimari fissi delle sue avventure sono un coraggioso adolescente,
Roddy Lassiter, e lo scienziato professor Cornelius Occultis. Non
sono presenti personaggi femminili. Le spalle del personaggio sono il
piccolo orfano Roddy e il Professor Occultis, truffatore ma colto e
raffinato con conoscenze mediche e pare sia venuto con i genitori di
Blek in America quando l'eroe era solo un bambino.
Nelle "Origini di Blek"
scritte da Marcell Navarro e illustrate da Jean-Yves Mitton si
riscrivono completamente le origini del personaggio: Blek è nato
a Saint-Malo in Bretagna il 27 novembre
del 1749 col nome di Yannick Leroc, figlio del cartografo
del Re, Diodato Leroc e il nome della madre è Maria. Dopo molte
rocambolesche avventure Yannick diventa un corsaro che lotta contro
pirati e negrieri con una nobiltà d'animo che ricorda i celebri
personaggi di Emilio Salgari. Con il padre divenuto vedovo
Yannick parte all'esplorazione dell'allora inesplorato passaggio
a nord-ovest del continente americano. Ma la nave fa naufragio e
Yannick perde suo padre. Il giovane gigante francese viene salvato
dagli esquimesi con cui rimane a vivere un periodo di pace e serenità
per poi partire per il sud verso il San Lorenzo dove viene catturato
dai Montagnais o Innu (in italiano più semplicemente
gli Algonchini). Al palo della tortura viene graziato «e da
quel giorno presi il nome Blek, che in indiano vuol dire appunto "dai
capelli d'oro". Divenni anch'io un indiano! Dimenticai la mia
nascita, le mie origini, la mia razza! ero completamente felice!» In
conclusione di questa avventura salva la moglie e la figlia
dell'avvocato Connoly, prigioniere dell'esercito inglese, e
l'avvocato lo nomina capo indiscusso dei trapper.
L'autore Bane Kerac pubblica in
Yugoslavia nel 1980 sulla rivista Strip Zabavnik l'episodio
"Cuore spezzato" nella quale Blek incontra una guerriera
indiana chiamata Piccolo Piede che sposa ma perde subito dopo un
attacco al forte inglese "Killer". Si scoprirà che in
realtà Piccolo Piede è ancora viva ma ricomparirà solo dopo alcuni
anni.
- Il grande Blek è un film del 1987 diretto da Giuseppe Piccioni. Il titolo fa riferimento alla passione del giovane protagonista per il mondo dei fumetti e in particolare alla collana degli albi del grande Blek, molto popolari negli anni '60.
- Alla fine degli anni '80, Gianfranco Manfredi, che aveva già fatto lo sceneggiatore della serie televisiva di Valentina, ha la possibilità di una co-produzione con il Canada e vuole realizzare un telefilm su Blek Macigno. Purtroppo il progetto, per problemi di produzione, salta. L'unico buon risultato del contatto con Casarotti è la nascita dello sfortunato Gordon Link (agosto del 1991), realizzato graficamente da Raffaele Della Monica.
- Storie del personaggio sono state realizzate amatorialmente da Sergio Franzini con il breve episodio "Coccarde nere"; Corrado Civello ha realizzato su testi di Luciano Spanò, l'episodio "Il pipistrello è vivo"; Civello ha inoltre realizzato anche tre storie a fumetti di Capitan Miki. Ed infine Marco Pugacioff ha realizzato molte altre avventure di Blek, tra cui "L'amour et la mort" su testi di Bernard Pericon,[51] in cui si viene a sapere che Piccolo Piede ha avuto una bambina da suo marito e "Sfida al diavolo", in cui Blek Macigno muore.
- Una canzone di Mario Castelnuovo del 1988 è dedicata al personaggio.
- Sul n. 141 di Kiwi del gennaio del 1967 vi compare una pubblicità della società Festa di Parigi che reclamizza una maschera di Blek per l'imminente carnevale.
- Nel 2010 esce in edicola una collana intitolata "I protagonisti del Fumetto 3D" della Hobby & Work in cui in ogni numero vi è un fascicolo illustrato con allegata una statuina. Tra i numerosi personaggi (Tex Willer, Il comandante Mark, Capitan Miki, Tiramolla) vi è al n. 11 anche Blek Macigno.
- In Francia le edizioni Lug che pubblicavano le storie di Blek realizzano in tiratura limitata una medaglia con in bassorilievo il volto di Blek con la scritta Blek Le Roc da regalare ai lettori come premio per le cento migliori lettere inviate.
- Incredibile svarione storico sul numero 25 (L'isola degli agguati 1) della ristampa in corso della Gazzetta dello Sport - grandi Opere. A pagina 35, il dottor Occultis, in un negozio di antiquariato, attribuisce, ad un orologio tedesco, la data di costruzione 1860 !!! Essendo un fumetto ambientato nelle Americhe pre indipendenza (cioè pre 1776) è davvero singolare che questo errore sia sfuggito a tutte le varie ristampe e correzioni che si sono avvicendate per 65 anni!!!