Nel pantheon pressoché infinito dei fumetti statunitensi, poche figure godono della stessa aura di invincibilità e potere di Kal-El, meglio noto come Superman. L’Uomo d’Acciaio è da decenni l’incarnazione del bene, della forza e della giustizia, tanto da essere considerato, nel suo universo narrativo, come la misura ultima contro cui tutti gli altri eroi e minacce vengono valutati. Per questo motivo, quando un roditore antropomorfo grande quanto un gatto domestico riesce a sconfiggerlo — o almeno a metterlo temporaneamente fuori combattimento — la notizia è più che degna di prima pagina. Ma chi è Ch’p, e cosa ci racconta davvero questo improbabile scontro?
Ch’p è un personaggio che molti lettori casuali di fumetti potrebbero non conoscere affatto. Proveniente dal pianeta H’lven, Ch’p è un membro del Corpo delle Lanterne Verdi, un’organizzazione intergalattica paramilitare che funge da forza di polizia cosmica, dotata di anelli capaci di materializzare qualsiasi cosa la mente dell’utilizzatore riesca a immaginare, a patto che sia sostenuta da sufficiente forza di volontà. Creato nel 1982 da Paul Kupperberg e Don Newton, Ch’p fu originariamente concepito come un personaggio secondario, quasi comico, una parodia affettuosa delle mascotte animali tanto care agli anni ’80. Ma sotto la superficie caricaturale si nascondeva una lanterna coraggiosa, capace di affrontare crisi cosmiche al pari dei suoi colleghi più blasonati, come Hal Jordan o John Stewart.
L’episodio in questione appare in un racconto di tono leggermente umoristico, contenuto in una delle pubblicazioni spin-off del Corpo delle Lanterne Verdi. In questa storia — ambientata in una realtà alternativa, o "Elseworld" — Ch’p si ritrova a dover affrontare un Superman temporaneamente impazzito o fuori controllo (le versioni variano a seconda dell’edizione e della linea narrativa). Con gli altri membri della Justice League momentaneamente neutralizzati, spetta al piccolo Ch’p tentare di fermare il kryptoniano prima che causi danni irreparabili a una colonia civile su un pianeta neutrale.
A prima vista, l’esito dello scontro sembra scontato: un topo spaziale contro un dio solare. Eppure, è proprio qui che i fumetti riescono a sorprendere. Usando la sua abilità di creare costrutti con l’anello — un campo in cui eccelle per precisione e inventiva — Ch’p costruisce una serie di trappole che mettono Superman in difficoltà. Ma il vero colpo di scena arriva quando sfrutta un campo di luce verde pura che, a quanto pare, amplifica le radiazioni rosse simili a quelle del sole rosso di Krypton, rendendo Superman vulnerabile.
Il colpo di grazia non è una battaglia corpo a corpo, ma una dimostrazione di strategia, logica e coraggio. Ch’p riesce a contenere Superman abbastanza a lungo da permettere l’arrivo del Guardiano del Settore e il ripristino dell’equilibrio. Non è una vittoria per KO, ma una chiara dimostrazione di superiorità tattica.
Questa storia, seppur marginale e collocata fuori dalla continuity principale, ha suscitato negli anni un acceso dibattito tra fan e critici. Alcuni l’hanno bollata come un eccesso comico, un’iperbole fumettistica che sfrutta l’assurdità per strappare un sorriso. Ma altri — e non sono pochi — hanno letto in questa vicenda un messaggio più profondo, una parabola sul potere della determinazione, dell’intelligenza e della creatività.
Ch’p rappresenta l’eroe inaspettato, quello che nessuno prenderebbe sul serio, ma che è capace di affrontare una minaccia apparentemente insormontabile non con la forza bruta, ma con l’astuzia e il coraggio. In un mondo narrativo dove troppo spesso il potere viene misurato in termini di forza, velocità o invulnerabilità, Ch’p dimostra che l’arma più potente è la volontà — proprio il principio fondante del Corpo delle Lanterne Verdi.
Negli anni successivi alla pubblicazione, l’episodio è diventato oggetto di culto tra i fan più appassionati, tanto da essere ripreso, citato e reinterpretato in numerosi omaggi, parodie e raccolte antologiche. Alcuni autori, come Grant Morrison, Geoff Johns e Tom King, hanno espresso in interviste la loro simpatia per Ch’p, lodandone la complessità nascosta e il potenziale narrativo. È stato anche incluso in varie iniziative editoriali volte a riscoprire personaggi “di nicchia” ma dotati di una forte carica simbolica.
Nel 2019, una miniserie dedicata interamente alle Lanterne “minori” del Corpo, intitolata Tales from the Emerald Fringe, ha dedicato un intero albo a Ch’p, ricostruendone le origini, i traumi (tra cui la scoperta che, tornato da una missione, la sua compagna lo aveva dato per morto e si era risposata), e il suo ruolo in alcune delle guerre cosmiche più drammatiche della DC. Il tono, decisamente più adulto e profondo rispetto alle prime apparizioni, ha fatto emergere la figura di Ch’p come quella di un sopravvissuto, un eroe silenzioso che, proprio come molti grandi guerrieri, combatte con umiltà e senza clamore.
La domanda che resta è: cosa ci insegna davvero questa storia? Che anche i più piccoli possono battere i più grandi? Che l’intelligenza può superare la forza? Che ogni eroe, per quanto stravagante o marginale, può avere il suo momento di gloria?
Forse la risposta è sì a tutte queste domande. Ma più di tutto, la lezione di Ch’p è che in un universo governato da leggi cosmiche, crisi infinite e poteri divini, la vera forza risiede nella volontà di non arrendersi, di restare lucidi quando tutto intorno cade a pezzi, e di trovare una via anche quando nessuna sembra possibile.
In un’epoca dove i fumetti sono spesso dominati da reboot, crossover e narrazioni sempre più oscure, il successo morale di un roditore con un anello verde intorno alla zampa ci ricorda che, a volte, le storie più semplici sono anche quelle più luminose.
E forse, anche Superman, nel cuore, lo sa.
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