Nel vasto e imprevedibile pantheon della DC Comics, pochi villain incarnano la sinistra fusione tra brutalità primordiale e intelligenza superiore quanto Gorilla Grodd. Non è solo un gigantesco primate capace di schiacciare auto come lattine. È anche, e soprattutto, una delle menti più acute e pericolose del suo universo narrativo: un telepate letale, un despota visionario, un avversario temibile anche per il Velocista Scarlatto. Ma da dove viene veramente questo gorilla psicocinetico e cannibale? Le sue origini — come accade spesso nel mondo dei fumetti — si intrecciano tra mitologia, riscritture e inquietanti rituali regali.
Gorilla Grodd non nasce nel nostro mondo, bensì in Gorilla City, una civiltà segreta iper-evoluta nascosta nella giungla africana, popolata da gorilla intelligenti. Una società isolata, tecno-mistica, in cui la scienza e la spiritualità si fondono in modi spesso incomprensibili per la mente umana.
Secondo una delle versioni più consolidate — seppur non definitiva — della sua biografia, Grodd è il figlio del Re di Gorilla City, parte di una dinastia regale. Fin dall’infanzia, mostrò doti eccezionali: forza sovrumana, una precoce intelligenza strategica e, soprattutto, una predisposizione unica a manipolare l’energia che i gorilla definiscono poeticamente come “la Luce”. Quest’ultima, come viene poi rivelato, è una manifestazione primitiva della Forza della Velocità – la stessa sorgente che alimenta i poteri di Flash.
Ma c’è di più. Grodd non è solo un principe reale: è un prescelto, un essere profetizzato. Un giorno, secondo un’antica leggenda, un “messaggero della Luce” sarebbe arrivato a Gorilla City. In quel momento, Grodd avrebbe dovuto risvegliare il suo vero potenziale e condurre la città in una nuova era. L’ambizione, già latente nel giovane gorilla, cominciò a divorarlo.
Con l’adolescenza arrivò l’insofferenza per le regole, il potere costituito, e soprattutto per l’autorità del padre. Nel più puro stile shakespeariano, Grodd decise che il tempo del regno paterno era finito. In una sfida rituale, affrontò il padre in un combattimento all’ultimo sangue. La posta in gioco? Il trono.
Grodd vinse. Non si limitò a reclamare il potere. Secondo le tradizioni più antiche — e barbariche — di Gorilla City, mangiò il cervello del padre, un gesto crudo ma ritualizzato, che gli permise di assorbire conoscenza, esperienza e ricordi del sovrano defunto. Un atto che sigillò non solo la sua vittoria, ma la sua discesa definitiva nella follia.
Ed è qui che il destino bussa alla porta con la puntualità di un deus ex machina: Barry Allen, alias The Flash, piomba accidentalmente a Gorilla City proprio durante l’incoronazione del nuovo Re Grodd. Il profetizzato “messaggero della Luce” è arrivato. Per Grodd, è la conferma del suo ruolo cosmico; per Flash, l’inizio di uno dei suoi incubi peggiori.
Dotato ora di telepatia, telecinesi, controllo mentale e un odio viscerale per l’umanità, Grodd elegge Flash a nemico giurato. La sua intelligenza non è fine a sé stessa: è manipolatoria, strategica, distruttiva. Grodd non vuole solo il dominio: vuole plasmare il mondo secondo il proprio delirio. Per lui, il regno animale è superiore a quello umano, e la supremazia dei gorilla dev’essere restaurata a qualunque costo.
Negli anni, Grodd ha affrontato Flash in decine di occasioni, spesso al fianco della sua Rogue Gallery, altre volte da solo, orchestrando piani che vanno dall’invasione di Central City alla conquista mentale dell’intera popolazione terrestre. Non si limita alla forza bruta: entra nelle menti, altera le volontà, semina paranoia e caos. E in ogni battaglia, riaffiora l'ombra di quel rituale originario, di quella fame di potere che lo ha trasformato in qualcosa di più (e meno) di un re.
Gorilla Grodd non è semplicemente un “gorilla parlante malvagio”, come potrebbe apparire a un occhio superficiale. È un archetipo del potere corrotto, una figura che fonde l’istinto animale con la razionalità deviata. Incarna la paura dell’altro, ma anche quella — più profonda — di ciò che potremmo diventare se lasciassimo che ambizione, violenza e delirio di onnipotenza prendano il sopravvento.
Grodd è una creatura tragica e crudele, emblema di un’evoluzione andata storta. Un personaggio che, al pari di Joker o Lex Luthor, ci costringe a interrogarci su dove si collochi davvero il confine tra civiltà e barbarie, tra genio e follia.
E mentre lui complotta nell’ombra o ringhia in campo aperto, una cosa è certa: il Re di Gorilla City non ha ancora detto la sua ultima parola.
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