Quando due dei titani più emblematici dell’Universo DC si
affrontano, il confine tra mito e realtà fumettistica si fa sottile.
Da un lato Superman, l’alieno invulnerabile,
custode del sole giallo e archetipo assoluto dell’eroe; dall’altro
Aquaman, sovrano degli abissi, ponte tra l’umano e
il divino, guerriero forgiato in una civiltà tanto antica quanto
spietata. Un duello tra questi due non è mai solo una battaglia. È
una domanda aperta: che cosa significa davvero “potere”, nel
contesto narrativo e simbolico della DC Comics?
E la risposta, come spesso accade nei comics, è: dipende.
La leggenda di Arthur
Arthur Curry, meglio conosciuto come
Aquaman, è uno dei personaggi più sottovalutati della scena
supereroistica, almeno fino all’ondata revisionista degli anni '90
e all’affermazione post-New 52. Nato dalla regina atlantidea
Atlanna e da un guardiano del faro del Maine, Aquaman è tanto un
erede al trono quanto un ibrido biologico unico, capace di
sopravvivere – e dominare – in ambienti ostili come la Fossa
delle Marianne.
Non è solo un uomo che parla coi
pesci. È un sovrano che impugna il Tridente di Poseidone,
un’arma magica capace di ferire divinità e squarciare la realtà.
È un combattente esperto, allenato dalla cultura marziale di
Atlantide, e possiede una resistenza, una forza e una velocità fuori
dalla norma. La sua pelle è paragonabile a quella dell’acciaio e i
suoi riflessi, potenziati dalla vita subacquea, sfidano quelli del
più letale dei ninja.
Arthur è anche un essere capace di sollevare un sottomarino
nucleare fuori dall’acqua, nuotare controcorrente lungo le cascate
del Niagara e saltare per quindici miglia. In un ambiente acquatico,
può percepire ogni vibrazione, ogni eco, ogni minaccia. È, in
breve, un dio nel proprio regno.
L’invulnerabilità del figlio di Krypton
Ma Clark Kent, alias Superman, gioca in
un’altra lega. Nato sul pianeta Krypton e cresciuto nel cuore del
Kansas, Clark è il sogno americano con un mantello rosso:
invincibile, incorruttibile, instancabile. Esposto alla radiazione di
un sole giallo, le sue cellule si comportano come batterie solari,
alimentando una forza capace di sollevare montagne, correre più
veloce della luce e resistere all’impatto diretto con un’esplosione
nucleare.
Nella sua versione più potente, Superman è stato mostrato
spaccare lune a pugni, contenere buchi neri con la forza delle
braccia e rimanere sveglio per settimane mentre solleva un pianeta
intero, senza mostrare segni di fatica. La sua sola visione
calorifica può vaporizzare un esercito. Il suo udito può captare
sussurri a miliardi di chilometri. E la sua velocità, se liberata
dai vincoli della trama, può infrangere le barriere del tempo.
E se combattessero davvero?
Il fumetto ha risposto, in parte. In
più occasioni, Superman e Aquaman si sono scontrati. Ma raramente è
stato un combattimento “leale”. In alcuni casi, Clark era
indebolito dalla kryptonite, o da ambienti ostili; in altri, Arthur
godeva di potenziamenti magici o si trovava nel suo elemento: le
profondità marine. E in tutti questi casi, il bilancio tendeva
sorprendentemente in favore del Re di Atlantide.
La magia è la grande nemesi di
Superman. Non avendo difese naturali contro di essa, il Tridente
magico di Aquaman può ferirlo. Inoltre, sotto pressione estrema e
privato della luce solare, Clark perde potenza rapidamente. In quei
momenti, Arthur può effettivamente dominarlo, con un mix letale di
forza, esperienza bellica e abilità mistica.
Ma c'è un ma.
Quando Superman è al pieno delle sue
forze, nessuna creatura terrena o marina può realmente eguagliarlo.
Anche Wonder Woman, che ha più volte messo Superman in difficoltà,
lo fa sfruttando una combinazione di strategia, magia e
determinazione mitologica. Aquaman, per quanto temibile, non ha lo
stesso margine. La sua forza è titanica, ma non planetaria. La sua
resistenza è sovrumana, ma non solare. Il suo potere è vasto, ma
non cosmico.
Aquaman è l’equivalente di una forza
della natura. Nell’acqua, è sovrano e invincibile. Ma Superman è
più di una forza della natura: è una legge universale. Nei termini
più crudi della potenza bruta, Clark vince. Sempre. A meno che la
trama non lo voglia diversamente – e qui sta la
bellezza dei fumetti.
Le storie di supereroi non seguono la
logica lineare del “più forte vince”. Seguono le esigenze
emotive e narrative. Un Aquaman arrabbiato, ferito, messo all’angolo,
può diventare il simbolo di ciò che rende un eroe davvero
invincibile: la volontà. E in quei momenti, anche Superman può
cadere. Perché alla fine, non è il potere a determinare l’esito
di uno scontro, ma il contesto, il messaggio e la visione
dell’autore.
E così, finché esisteranno oceani, Aquaman sarà il loro
sovrano. Ma finché brillerà un sole giallo nel cielo, Superman sarà
sempre... Superman.