Asso di Picche è
un personaggio immaginario protagonista di una
omonima serie a fumetti ideata da Mario
Faustinelli e Hugo Pratt, e pubblicata in Italia dalla
Uragano Comics Inc. dal 1945 al 1949. Il protagonista è
stato il primo eroe mascherato del fumetto
italiano. Rappresenta l'esordio come disegnatore di Hugo
Pratt. Ha
segnato la nascita della scuola veneziana cui parteciparono futuri
grandi autori del fumetto italiano come.
La serie venne pubblicata in modo
discontinuo 18 numeri suddivisi in tre serie nella collana Albi
Uragano, edita da Uragano Comics Inc., casa editrice
costituita da giovani autori come Fernando Carcupino, Mario
Faustinelli, Alberto Ongaro e Hugo Pratt, che vi
esordì come autore. Pompeo Bill, Ray e Roy di
Faustinelli, Robin Hood di Giorgio Bellavitis e Junglemen,
di Dino Battaglia ma proseguita dallo stesso Pratt, sono
alcune delle serie delle pubblicate. Al primo nucleo si uniscono
presto nuove leve dell'ambiente veneziano. Personaggi quali Dino
Battaglia, Beppe Porcheddu, Ivo Pavone, Rinaldo
D'Ami, Paolo Campani, si aggiungono alla formazione originale
per creare il "Gruppo di Venezia", un insieme di autori che
diventeranno noti in Italia e all'estero. Tra i frequentatori del
gruppo anche Damiano Damiani e Franco Basaglia.
Le tre serie del personaggio fanno
parte della collana che ebbe numerazione progressiva da 1 a 20; solo
due numeri, 10 e 13, non sono storie del personaggio. Ben presto
la rivista prenderà il nome del suo eroe principale, diventando Asso
di Picche Comics, e il suo successo estero spingerà Pratt a
pubblicare le storie inedite in Argentina (dove il personaggio assume
il nome di As de Espadas),
sopravvivendo alla chiusura
della testata originale, che in tre anni aveva pubblicato appena
venti numeri, a causa dei ritardi di consegna degli autori, in
special modo del giovane Pratt.
Nel 1967 l'editore Ivaldi produrrÃ
una ristampa ragionata degli episodi dell'Asso di Picche, nella
omonima rivista Asso di Picche Comics, che pubblicherà le
storie di Ongaro e Pratt assieme a un'antologia di autori argentini,
da Héctor Oesterheld, Alberto Munoz, Arturo Del
Castillo e Alberto Breccia.
Tutti gli episodi della serie degli
anni quaranta vennero pubblicati sulla collana Albi Uragano dal primo
al ventesimo numero, divisi in tre serie; l'ultimo episodio, il n.
19, realizzato nel 1949, venne pubblicato solo nel 1974 sulla
rivista Sgt. Kirk, n. 37, ma priva della seconda tavola che era
andata persa; venne poi ritrovata e pubblicata nel 1986 sul n. 50
della stessa rivista.
La trama ricorda quella degli eroi
americani della Golden Age, soprattutto il Batman di Bob
Kane e il Phantom di Lee Falk. Asso di picche è
un giustiziere mascherato che indossa una calzamaglia
gialla e che combatte il crimine internazionale, privo
dei superpoteri dei supereroi ma abile
nella lotta e nelle arti marziali, provvisto di una
sorprendente agilità , e mal visto dalla polizia per le sue azioni
sensazionali e fuorilegge. Dietro la maschera è Gary Peters, tipico
giornalista fannullone sempre sull'orlo del licenziamento, con una
fidanzata, Deanna Farrell, e un amico orientale che lo assiste nelle
sue peripezie mascherate, il principe Wang.
Come si può notare il trio formato
dagli attori principali delle storie è classico e paradigmatico,
costruito alla base dei più solidi stilemi della già più che
nascente letteratura supereroistica, dai quali i personaggi
principali ne derivano spesso per travaso letterale. Gary Peters,
giornalista sbadato e perdigiorno, è un audace incrocio tra Clark
Kent e Kit Walker, Deanna Farrel è una Lois Lane dal
volto di Diana Palmer; il principe Wang, poi, è il celeberrimo
e frequentissimo (per i polizieschi dell'epoca) aiutante cinese,
dotato di spiccata intelligenza e doti acrobatiche e marziali, ma più
ancora logistiche (è colui che organizza la tecnologia e gli
spostamenti dell'eroe) e di supporto, tanto da risultarne autista,
assistente e collega (tipico di questo filone è Kato,
assistente del Calabrone Verde). Così dunque come i personaggi
sono topòi della narrativa popolare poliziesca degli anni
venti, trenta e quaranta, così anche molte delle sue storie
riverberano il mondo, in parte futuro e in parte passato, in parte
attuale e in parte scomparso già nell'immediato dopoguerra (e i due
rappresentanti di questi poli possono essere The Shadow e
Batman) che gli autori, un poco per le letture passate, un poco per
quelle presenti (nel 1945, terminata la guerra, l'editoria italiana
era invasa dal fenomeno fumettistico americano) avevano plasmato nel
loro immaginario. A riprova di ciò, molte storie dell'Asso di Picche
riguardano la lotta di quest'ultimo contro vaste organizzazioni
criminali (altra tipica caratteristica del fumetto dell'epoca, da La
Stirpe dei Pirati Scorpia di Phantom alle prime apparizioni nel
mondo malavitoso di Gotham del Joker). Celebre difatti
è l'avventura che coinvolge l'Asso di Picche e i suoi amici
contro Le Pantere, un'organizzazione mondiale volta alla ricerca
di un tesoro orientale, che apre il personaggio, che per motivazioni
iconiche è comunque americano, a uno scenario globale tipico delle
epopee dell'Uomo Mascherato, di Mandrake e di Steve
Canyon. La profondità psicologica dei personaggi soggiace alla
necessità di movimento e alla lineare velocità della storia, che
trasporta i personaggi ai confini del mondo in un continuo vorticoso
rimando di citazioni e tributi, e alla ricerca non di caratteri
profondi e originali quanto di personaggi archetipici che potessero
giostrare via via alcune delle situazioni emblema del fascino
estetico e delle problematiche etiche dell'epopea supereroistica
americana.
Il segno grafico, ben lontano da essere
ai livelli del primo Corto Maltese, è però già indicativo del
talento dell'autore veneziano: ordinato e composto, talora ombroso e
crepuscolare secondo gli stilemi dei detective comics, seguace per
alcuni aspetti al maestro Milton Caniff, e al suo Terry e i
pirati, Hugo Pratt troverà presto un suo stile originale,
orchestrando strutture narrative e formali sempre meno rigide e più
accurate nelle ambientazioni e nei particolari.
Il personaggio è stato parodiato in
una storia di Procopio di Torrecupa, fumetto di Lino
Landolfi pubblicato sul settimanale Il Vittorioso,
reinterpretato come "Asso di Poker".
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