Lungi da me affermare che un
cattivo
o un
delinquente
debba essere iconizzato o
celebrato. Il male è male e non dovrebbe essere al centro di
modellizzazioni pericolose.
Ma se guardiamo il fenomeno del
villain
dal punto esclusivamente estetico,
artistico e fumettistico, allora ci sono alcuni personaggi che sono
entrati inevitabilmente nella cultura popolare.
E il più importante tra loro è
secondo me il
Joker. Il cattivo di
Batman
è uno dei cattivi più famosi non
solo della storia del fumetto, ma anche del cinema. La sua immagine è
ormai sedimentata nella cultura popolare e tantissime persone sanno
chi sia il
Joker
anche senza mai aver letto un suo
fumetto o una sua storia.
Non è un caso che le trasposizioni
cinematografiche degli ultimi venticinque anni hanno proposto sempre
grandi attori nei panni del folle cattivo di Gotham City, a partire
dal grandissimo Jack Nicholson fino al premio Oscar Joaquin Phoenix.
Cosa lo rende iconico secondo me?
La sua
psicologia, folle,
sfuggente, tremendamente inafferrabile eppure a tratti così
sinistramente simile a tutti noi e vicina alle nostre piccole grandi
follie.
Il suo
look, distinguibile tra
mille, colorato, originale, in una parola sola,
pop. Il Joker è il cattivo
che avrebbe potuto benissimo essere ritratto da Andy Warhol su una
delle sue leggendarie tele.
Il suo riso. Isterico, folle,
psicotico, inconfondibile. Che superpoteri ha? Nessuno. Che abilità
straordinarie ha? Neppure le si conoscono se non si legge il fumetto.
Ma il ghigno, quello sì che fa paura. E basta quello.
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