giovedì 13 maggio 2021

Cosa rende iconico un cattivo dei fumetti


Lungi da me affermare che un cattivo o un delinquente debba essere iconizzato o celebrato. Il male è male e non dovrebbe essere al centro di modellizzazioni pericolose.
Ma se guardiamo il fenomeno del villain dal punto esclusivamente estetico, artistico e fumettistico, allora ci sono alcuni personaggi che sono entrati inevitabilmente nella cultura popolare.
E il più importante tra loro è secondo me il Joker. Il cattivo di Batman è uno dei cattivi più famosi non solo della storia del fumetto, ma anche del cinema. La sua immagine è ormai sedimentata nella cultura popolare e tantissime persone sanno chi sia il Joker anche senza mai aver letto un suo fumetto o una sua storia.


Non è un caso che le trasposizioni cinematografiche degli ultimi venticinque anni hanno proposto sempre grandi attori nei panni del folle cattivo di Gotham City, a partire dal grandissimo Jack Nicholson fino al premio Oscar Joaquin Phoenix.
Cosa lo rende iconico secondo me?
La sua psicologia, folle, sfuggente, tremendamente inafferrabile eppure a tratti così sinistramente simile a tutti noi e vicina alle nostre piccole grandi follie.
Il suo look, distinguibile tra mille, colorato, originale, in una parola sola, pop. Il Joker è il cattivo che avrebbe potuto benissimo essere ritratto da Andy Warhol su una delle sue leggendarie tele.
Il suo riso. Isterico, folle, psicotico, inconfondibile. Che superpoteri ha? Nessuno. Che abilità straordinarie ha? Neppure le si conoscono se non si legge il fumetto. Ma il ghigno, quello sì che fa paura. E basta quello.


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