Se l’universo DC dovesse mai aprire le sue porte al giovane Peter Parker, alias Spider-Man, imponendogli come prova d’ingresso la sconfitta di un supercriminale per ogni membro fondatore della Justice League, non sarebbe un’impresa da poco. Ma anche se la sfida appare proibitiva, non è certo impossibile.
La Justice League, nota per la sua etica e per il rispetto delle potenzialità individuali, calibrerebbe gli avversari con criterio. Non un Doomsday, certo. Ma neanche criminali da quattro soldi. Serve la giusta misura: un nemico che rappresenti al meglio la filosofia, la sfida e la storia di ogni eroe della Lega. Ecco dunque la formazione base — Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Green Lantern (Hal Jordan), Aquaman, Cyborg e Martian Manhunter — e i nemici che Spider-Man dovrebbe affrontare.
Batman: Two-Face
Perché lui?
Batman è stratega e psicologo.
Non sottoporrebbe Peter all’imprevedibilità del Joker o alla
brutalità del Pinguino. Sceglierebbe Harvey Dent,
alias Two-Face, per testare il senso morale di Spider-Man.
Non è solo una battaglia fisica: è un confronto con la follia, con
l’imprevedibilità del bene e del male gettato sul piatto di una
moneta. Un villain umano ma pericoloso, armato e instabile, perfetto
per misurare il sangue freddo e il senso di giustizia del Ragno.
Superman: Lex Luthor
Perché lui?
Lex Luthor è uno degli uomini
più intelligenti dell’universo DC. Non possiede superpoteri, ma ha
spesso messo Superman in ginocchio con ingegno, tecnologia e spietata
determinazione. Mettere Spider-Man contro Lex
significa testare la mente di Peter, il suo intuito, la sua capacità
di affrontare un nemico che colpisce con parole, droni, esche e
inganni più che con la forza bruta.
Wonder Woman: Cheetah
Perché lei?
La Cheetah è agile,
feroce, dotata di riflessi sovrumani. Il confronto con Diana Prince è
sempre uno scontro tra istinto animalesco e disciplina amazzonica.
Mettere Spider-Man contro Barbara Minerva serve a
testare la sua capacità di combattere un nemico tanto simile a lui,
sul piano fisico, ma diametralmente opposto nel cuore. Una lotta
corpo a corpo tra felini, dove vince chi sa dominare la propria
bestia interiore.
Flash: Gorilla Grodd
Perché lui?
Dotato di forza, intelligenza
strategica e poteri psichici, Grodd rappresenta una
doppia minaccia. Spidey dovrebbe affrontare la forza bruta e
l’inganno mentale. Niente Speed Force da contrastare, ma un nemico
che può insinuarsi nella mente e dominare intere folle. Perfetto per
testare l’istinto di Spider-Man e la sua capacità di pensare con
chiarezza anche sotto pressione psicologica.
Green Lantern: Sinestro
Perché lui?
Affrontare Sinestro
significa fronteggiare la paura incarnata. Peter, che
combatte ogni giorno le sue insicurezze, è il candidato ideale per
sfidare un ex Lanterna Verde capace di piegare la volontà dei suoi
avversari. Sarà il coraggio e l’ingegno di Spider-Man a dover
colmare il gap tecnologico e battere un avversario intergalattico
usando solo ragnatele, astuzia e il cuore di un eroe.
Aquaman: Black Manta
Perché lui?
Black Manta è
un nemico terrestre, vendicativo, armato di tecnologia avanzata.
Sceglierlo significa evitare ambienti acquatici ostili e mantenere la
battaglia a terra o in zone portuali, favorevoli a Spider-Man. Una
lotta tra strategia, armamenti e adattabilità, dove la mobilità e
l’intelligenza tattica di Peter saranno fondamentali per prevalere.
Cyborg: Deathstroke
Perché lui?
Slade Wilson,
alias Deathstroke, è un soldato perfetto: stratega, letale,
preciso. Ha messo in difficoltà Batman, il che è già un curriculum
da paura. Metterlo contro Spider-Man significa testare i riflessi, il
senso tattico e la capacità di proteggere vite innocenti sotto fuoco
nemico. Peter dovrà bilanciare attacco, difesa e soccorso, come fa
ogni giorno a New York.
Martian Manhunter: Ma'alefa'ak
Perché lui?
Il fratello oscuro di J’onn
J’onzz, Ma'alefa'ak possiede poteri simili al
Martian Manhunter, senza le sue inibizioni morali. Telepatia,
mutaforma, invisibilità, intangibilità: un arsenale mentale che
metterà a dura prova la mente e i sensi di Spider-Man. Ma è proprio
qui che emerge il meglio di Peter: quando il mondo diventa
incomprensibile, lui si fida del suo istinto, del suo senso di ragno,
della sua responsabilità.
Otto battaglie, otto prove. Peter Parker dovrà fronteggiare menti brillanti, fisici mutati, tecnologia aliena e forze sovrumane. Ma ciò che rende Spider-Man un eroe non è solo il suo potere, bensì la sua determinazione incrollabile a fare la cosa giusta, anche quando è solo contro il mondo.
Con ogni sconfitta inflitta, guadagnerà rispetto. E quando l’ultimo nemico cadrà, sarà chiaro a tutti i membri della Justice League che Spider-Man non è solo un “tipo simpatico in calzamaglia”. È un alleato, un fratello d’arme. Un degno membro della Lega.
Benvenuto nella Justice League, Spider-Man.