martedì 3 settembre 2019

Antieroe

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L'antieroe (al femminile antieroina) è un personaggio protagonista in diverse opere narrative nei media che manca di alcune delle tradizionali qualità dell'eroe, come altruismo, idealismo, coraggio, nobiltà e forza d'animo, bontà, oppure dimostra qualità opposte.
Mentre il classico eroe mostra qualità superiori a quelle comuni, gli antieroi sono tipicamente inferiori al lettore come intelligenza, dinamismo o motivazione sociale: tanto che Robbe-Grillet parla di "questi eroi senza naturalezza e senza identità".
Il termine è talvolta usato in senso più ampio per comprendere l'eroe imperfetto o parzialmente cattivo, nella tradizione letteraria dell'eroe byroniano.
L'antieroe è perlopiù inteso dall'autore come oggetto della simpatia e dell'immedesimazione del pubblico, poiché, nonostante sia solitamente portatore di tratti negativi e quindi possa assumere il ruolo di personaggio cattivo, non è mai realmente o completamente malvagio, ma si è opposto al bene per altre ragioni, mascherando una personalità originariamente positiva. Dunque l'antieroe, anche quando riveste il ruolo di antagonista, si distingue dal cattivo che si oppone al protagonista nella vicenda per scopi puramente malvagi. Può anche ricoprire un ruolo meno importante e quindi secondario, ad esempio nelle figure di Tersite e Dolone nell'Iliade.

Storia
Precursori
L'archetipo antieroico è rintracciabile almeno fino ai tempi del Tersite di Omero; ed è stato identificato nel teatro greco classico, come pure nella satira latina e nella letteratura rinascimentale, come nel Don Chisciotte o la canaglia picaresca.
Queste figure sono tuttavia servite principalmente da antagonisti per l'eroe - o per il genere eroico - e solo poco a poco l'antieroe è giunto alla ribalta a pieno diritto, seguendo il processo che Northrop Frye chiama il centro immaginario "di gravità" che lentamente discende dall'aristocratico feudale al democratico urbano, spostando di conseguenza la letteratura dal poema epico all'ironico.
Nell'accezione contemporanea il termine "antieroe" è databile al 1714; e la fine del XVIII secolo ha visto un fine esempio del tipo ne Il nipote di Rameau, un dialogo satirico di Diderot, anche se qui il protagonista resta ancora posizionato in dialogo con un rappresentante normativo della posizione autoriale.
Il romanticismo ottocentesco, con la sua critica sociale, ha visto l'antieroe diventare ancora più importante, spesso nella forma del doppio gotico, fino a quando il personaggio principale di Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij ha portato la figura alla fioritura e all'indipendenza.

Apogeo
Basandosi su Dostoevskij, la prima metà del XX secolo ha visto l'apogeo dell'antieroe, prima in figure come K di Kafka, quindi negli scritti degli esistenzialisti francesi, come ne Lo straniero di Camus (1942) o La nausea di Sartre (1938) con i personaggi centrali senza radici e indecisi alla deriva attraverso le loro vite. Tra i personaggi antieroi nell'Ottocento ci sono quelli delle opere di Giovanni Verga (Ciclo dei Vinti) nonché poi quelli dei romanzi dei primi decenni del Novecento, cioè i romanzi della crisi e il romanzo psicologico. Oltre al già citato Kafka, si ricordano anche i personaggi delle opere di Italo Svevo (Una vita, Senilità, La coscienza di Zeno), Luigi Pirandello (nella narrativa e nel teatro), Proust (Alla ricerca del tempo perduto), James Joyce, Virginia Woolf, Robert Musil (L'uomo senza qualità), Thomas Mann (I Buddenbrook).
Un decennio più tardi, l'antieroe raggiunse la letteratura americana, per dominarla fino a metà degli anni sessanta come una figura solitaria alienata, incapace di comunicare - seppure più proattivo in genere del suo omologo francese - nelle opere di Jack Kerouac e Norman Mailer e di molti altri. L'equivalente britannico apparve nelle opere dei cosiddetti "Giovani arrabbiati" (Angry young men) degli anni settanta.
Le proteste collettive della controcultura degli anni sessanta (Il Sessantotto) videro gradualmente eclissarsi dal risalto nella narrativa l'antieroe solitario, benché non senza successive riprese in forma letteraria o cinematografica.

Nel contesto videoludico
A causa del ricco numero di trame nell'ambito videoludico venutosi a costituire nel corso del tempo, vi è un numero di antieroi piuttosto elevato appartenenti a diversi videogiochi. Alcuni sono diventati delle vere e proprie icone nel contesto videoludico: tra questi Kratos di God of War, Max Payne dell'omonima serie, l'Agente 47 di Hitman, Shadow the Hedgehog di Sonic, Cole MacGrath di Infamous e i diversi protagonisti di intere serie come Grand Theft Auto e Saints Row.

Nel lessico sportivo
L'antieroe nello sport non è tipicamente un giocatore di squadra; sfida la burocrazia, imposta il suo profitto finanziario oltre la fedeltà al club, eppure acquisisce ancora un grande seguito di fan, per mezzo della sua attualizzazione dell'archetipo del ribelle. Due esempi di antieroi sportivi molto conosciuti sono Zlatan Ibrahimović e Mario Balotelli.

Nel wrestling
Nel wrestling l'anti-eroe viene detto tweener, infatti agisce per se stesso mettendosi spesso sia contro i face (ovvero i buoni), sia contro gli heel (i cattivi). L'esempio più noto è quello di The Undertaker.

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