lunedì 28 luglio 2025

Thor vs Superman: Chi ha davvero vinto nello scontro epico del crossover JLA/Avengers?

Nel pantheon dei crossover tra universi fumettistici, pochi sono riusciti a generare la stessa risonanza e il medesimo entusiasmo del monumentale JLA/Avengers scritto da Kurt Busiek e disegnato da George Pérez. Pubblicato tra il 2003 e il 2004, questo evento storico ha visto le due super-squadre più iconiche della DC e della Marvel affrontarsi e poi allearsi contro minacce cosmiche — ma uno degli scontri più attesi e discussi resta, senza dubbio, Thor contro Superman.

Ma chi ha davvero vinto tra il Figlio di Odino e l’Uomo d’Acciaio? La risposta è più sfumata di quanto sembri.

Nel numero 2 del crossover, durante una battaglia all’interno dell’universo Marvel, Thor lancia Mjolnir contro Superman con tutta la furia asgardiana. La scena è ormai entrata nella leggenda:

Superman afferra Mjolnir a mezz’aria, interrompendo l’attacco con un gesto che trasmette pura autorità.

Dopo aver parato il colpo, Superman sferra un attacco devastante e mette KO Thor, lasciandolo disteso al suolo.
È un momento iconico, esaltato dall’espressione scioccata di Capitan America e dalla reazione immediata degli altri Avengers, che decidono di contrattaccare in massa.

Iron Man, She-Hulk, Wonder Man e altri si lanciano in un “pig-pile” su Superman, travolgendolo per vendicare il loro compagno caduto. Superman, sebbene scosso, riesce a resistere abbastanza da non essere sopraffatto completamente, dimostrando la sua proverbiale resilienza.

L’autore Kurt Busiek ha chiarito in più interviste che Superman ha sconfitto Thor, sì, ma solo per poco. La vittoria è stata descritta come “narrow and hard-fought” — ovvero tirata, sofferta, non schiacciante.
Inoltre, è fondamentale notare che Superman non avrebbe potuto sollevare Mjolnir in circostanze normali, ma lo fa solo nel contesto del crossover, perché “il multiverso lo ha permesso”, come dichiarato dallo stesso Busiek.

Dunque, non si trattava di una dichiarazione assoluta di superiorità, ma di una concessione narrativa e simbolica. Thor non è stato sminuito, né considerato inferiore: anzi, dopo lo scontro, sarà proprio lui a fare la mossa cruciale per salvare il multiverso — e lo fa con onore e intelligenza.

Uno dei momenti più brillanti dell’intero crossover avviene nel climax della battaglia cosmica. Quando tutto sembra perduto e la fusione dei due universi sta per implodere, Superman — ormai esausto — riesce a lanciare Mjolnir a Thor.

Thor, in risposta, invoca la potenza di Odino per concentrare il potere combinato di Mjolnir e dello scudo di Capitan America, aprendo un varco necessario per la salvezza.

Alla fine, Superman, stremato, cerca di restituire Mjolnir, ma Thor rifiuta con eleganza:

Mio padre è severo, ma non stupido.

Una frase che sottolinea non solo la mutua stima tra i due eroi, ma anche la saggezza e l’umiltà del Dio del Tuono. In quel momento, non ci sono vincitori né vinti, solo alleati uniti contro l’annichilimento cosmico.

Sul piano fisico, Superman ha sconfitto Thor.
Sul piano narrativo, entrambi hanno brillato: Superman con la sua forza incrollabile e il suo senso di giustizia, Thor con la sua lealtà e la sua potenza divina.

Lo scopo di JLA/Avengers non era stilare una classifica di potere, ma celebrare la grandezza degli eroi di entrambi gli universi. E in questo, lo scontro tra Thor e Superman non ha vincitori assoluti, ma due icone che si elevano insieme nel mito.





domenica 27 luglio 2025

Ricordano tutto? Cosa è successo alla memoria degli eroi DC dopo Rebirth

Quando nel 2016 la DC Comics lanciò l’iniziativa Rebirth, i lettori si trovarono di fronte a un’operazione ambiziosa: riconciliare il passato glorioso dell’Universo DC con il controverso rilancio del New 52 del 2011. Ma questo solleva una domanda fondamentale:

Gli eroi DC ricordano ancora le loro vite e le esperienze sia del New 52 che dell’era pre-Flashpoint?

La risposta breve è: sì, in molti casi ricordano entrambe — ma non subito, né tutti allo stesso modo.
Vediamo come ci si è arrivati e cosa ha significato a livello narrativo.

Nel 2011, con la miniserie Flashpoint, Barry Allen (Flash) altera la linea temporale per salvare sua madre. Questo evento scatena una realtà alternativa e porta all’inizio del New 52: un reboot completo dell’universo DC.
Molti personaggi vengono reintrodotti con storie riviste, origini modificate e relazioni tra eroi completamente resettate.
In questo nuovo mondo, i ricordi delle vite precedenti vengono cancellati, come se la storia precedente non fosse mai accaduta. Tuttavia, alcuni personaggi — come Booster Gold, Pandora e Flash stesso — iniziano a percepire che qualcosa non quadra.

Nel one-shot “DC Universe: Rebirth” #1, scritto da Geoff Johns, Wally West (il Wally classico, non quello introdotto nel New 52) ritorna dal nulla. Intrappolato nella Forza della Velocità, cerca disperatamente di far ricordare a qualcuno la vera timeline.
Alla fine, Barry Allen lo riconosce, e il ricordo lo investe come un'onda. È uno dei momenti più toccanti della DC moderna.

Questo evento segna l’inizio di un recupero della memoria collettiva. Si scopre che una forza esterna ha cancellato dieci anni di storia, alterando i legami tra i personaggi, invecchiandoli meno e indebolendo le loro relazioni.
Questa entità, responsabile della manipolazione temporale, si rivela essere Doctor Manhattan, proveniente dal mondo di Watchmen.

Da Rebirth in poi, molti personaggi iniziano a recuperare frammenti delle loro vite pre-New 52, ma non in modo uniforme:

  • Wally West ha la memoria completa della timeline originale, inclusi eventi di Crisis on Infinite Earths, Infinite Crisis e Final Crisis.

  • Barry Allen recupera progressivamente i suoi ricordi, ma con confusione.

  • Superman è un caso particolare: il Superman del New 52 muore, e quello pre-Flashpoint (sposato con Lois Lane, padre di Jon) lo sostituisce. Dopo Superman: Reborn, le due timeline si fondono. Il risultato? Un Superman che ricorda entrambe le vite come una sola.

  • Batman e Wonder Woman inizialmente non ricordano tutto, ma a partire da eventi come Doomsday Clock e Dark Nights: Death Metal, anche loro iniziano a riconoscere che esistono più versioni della realtà che li hanno coinvolti.

  • Nightwing, Green Lantern, Flash (Wally e Barry) e altri personaggi centrali riprendono memoria dei legami perduti, come l’esistenza dei Teen Titans originali o la connessione tra universi.

Con Dark Nights: Death Metal, la situazione cambia drasticamente. Il Multiverso viene ricreato e ufficializzato come Multiverso Infinito, e tutti i personaggi sopravvissuti recuperano i ricordi di tutte le loro vite passate:

  • Pre-Crisis

  • Post-Crisis

  • Flashpoint

  • New 52

  • Rebirth

In pratica, tutta la continuity diventa "vera" e accessibile nella memoria degli eroi.
Il motto di questa nuova fase, Infinite Frontier, è chiaro:

Everything happened. Everything matters.

Sì, gli eroi DC ricordano sia le loro esperienze del New 52 che quelle delle epoche precedenti.
Ma non è stato immediato: si è trattato di un processo graduale e narrativamente guidato, culminato con la consapevolezza totale acquisita dopo Death Metal.
Questa scelta ha permesso alla DC di non cancellare nulla, ma di abbracciare tutto, offrendo ai lettori e agli autori una libertà creativa senza precedenti.



sabato 26 luglio 2025

Gli occhi bianchi di Batman: è possibile vederli davvero in live action?


Nel mondo dell’animazione e dei fumetti, gli occhi bianchi di Batman sono un dettaglio iconico, quasi mitologico. Esprimono mistero, potere e distacco umano, contribuendo a quell’aura di terrore che il Cavaliere Oscuro vuole incutere nei criminali.
Ma al cinema, nelle trasposizioni live action, questo dettaglio è quasi sempre assente.
Perché?
E soprattutto: è davvero possibile renderlo realistico e credibile in un film dal vivo?

Nel fumetto, l’assenza di pupille è un espediente artistico.
Gli occhi bianchi servono per rendere Batman più impersonale, più “ombra” che uomo, e allo stesso tempo permettono agli artisti di giocare con le espressioni in modo stilizzato.

Nel cinema, però, l’espressività dell’attore è fondamentale. Lo sguardo è uno degli strumenti più potenti della recitazione, e oscurarlo significa privare l’attore — e lo spettatore — di un canale emotivo primario.
Per questo registi e costumisti hanno quasi sempre scelto di lasciare gli occhi visibili, anche a costo di sacrificare parte del mito visivo del personaggio.

Nonostante ciò, alcuni tentativi di introdurre gli occhi bianchi in live action ci sono stati, con risultati interessanti:

  • "The Dark Knight" (2008):
    Durante l'assalto a Hong Kong, Bruce usa una speciale visiera negli occhi del casco, che gli permette di vedere tramite sonar. In quelle scene, gli occhi diventano bianchi, resi digitalmente.
    È un dettaglio tecnico, coerente con la narrazione, che però dimostra la possibilità concreta di utilizzare questa soluzione in live action.

  • "Batman v Superman: Dawn of Justice" (2016):
    Nell’armatura potenziata per lo scontro con Superman, Batman ha visori luminosi bianchi integrati nella maschera. Il risultato è visivamente potente, anche se limitato alla versione “mech”.

  • Serie TV come “Gotham” o “Titans”:
    Anche qui si è tentato qualcosa di simile con maschere più teatrali o effetti post-prodotti, ma mai in modo pienamente convincente o stabile per una resa drammatica a lungo termine.

Come si potrebbe fare?

  1. Effetti visivi digitali (CGI sugli occhi)
    Utilizzare una maschera con fori neri e sovrapporre in post-produzione occhi bianchi opachi o luminosi. È già stato fatto, ma comporta costi elevati e va calibrato con l’espressività dell’attore.

  2. Lenti speciali nei costumi
    Lenti riflettenti o semi-trasparenti potrebbero rendere l’effetto “occhi bianchi” senza oscurare del tutto lo sguardo. Tuttavia, spesso riduce la visibilità per l’attore e può sembrare innaturale a schermo.

  3. Soluzioni ibride
    Un approccio interessante potrebbe essere quello di limitare gli occhi bianchi a scene specifiche, come nei momenti più oscuri o quando Batman usa la tecnologia: visori, scanner, modalità di caccia notturna.
    Così si preserva il simbolismo, senza rinunciare all’umanità del personaggio.

L’introduzione degli occhi bianchi in live action non è solo una scelta estetica, ma potrebbe rafforzare il lato mitico di Batman.
Quando il personaggio è rappresentato come un’ombra viva, un fantasma vendicatore senza volto né sguardo umano, l’effetto sul pubblico è radicale.
In un’epoca in cui il realismo cinematografico domina, ripristinare gli occhi bianchi sarebbe un ritorno all’essenza archetipica di Batman — non come uomo, ma come simbolo.

Sì, è tecnicamente possibile vedere un Batman live action con occhi bianchi.
Anzi, lo abbiamo già intravisto.
Ma il vero ostacolo non è la tecnologia, bensì la scelta stilistica e narrativa.
Riuscire a conciliare l’espressività dell’attore con la simbologia visiva del personaggio è la sfida. Una sfida che, con le tecnologie di oggi e la giusta visione artistica, può finalmente essere vinta.



venerdì 25 luglio 2025

Batman contro la Justice League: ha davvero sconfitto tutti i suoi compagni di squadra?


Nel vasto e complesso universo della DC Comics, una delle domande che ha sempre acceso il dibattito tra i fan riguarda Batman e il suo potenziale nel confronto con gli altri membri della Justice League:
È davvero riuscito a batterli tutti, tranne Wonder Woman?
La risposta è , con sfumature. E va ben oltre il mero confronto fisico.

Batman non è solo un vigilante in costume. È il miglior stratega dell’intero universo DC. Il suo vero superpotere è la preparazione.
Nel celebre arco narrativo “Tower of Babel” (JLA #43–46, 2000), Batman viene smascherato per aver elaborato piani di emergenza segreti contro ciascun membro della Justice League, nel caso in cui uno di loro diventasse una minaccia. Quei piani — poi rubati da Ra’s al Ghul — si rivelano efficacissimi, mettendo fuori gioco ogni eroe in modo chirurgico.

Nel corso della storia editoriale, ci sono stati scontri diretti (fisici o mentali) tra Batman e praticamente ogni membro della League. Ecco alcuni dei più significativi:

✔️ Superman

Nel famoso “The Dark Knight Returns” di Frank Miller, Bruce sconfigge Superman usando tecnologia avanzata, armi di kryptonite e, soprattutto, l’elemento sorpresa. Anche se il contesto è alternativo, il messaggio è chiaro: con preparazione e contingenze, Batman può tenere testa a un dio.

Flash

In Tower of Babel, Batman progetta di colpire Flash con una bomba che esplode alla velocità del pensiero, per fermarlo senza ucciderlo.
In altri casi, ha utilizzato trappole o ambienti a suo favore per limitarne la velocità.

✔️ Green Lantern

Contro i vari Lanterna Verde (come Hal Jordan o Kyle Rayner), Batman ha usato la psicologia e la paura. È celebre il momento in cui fa tremare Hal Jordan semplicemente spegnendo la luce e sfruttando la sua momentanea vulnerabilità.

✔️ Martian Manhunter

In Tower of Babel, Bruce lo neutralizza sfruttando la sua debolezza al fuoco, facendo sì che la pelle di J’onn emetta fiamme costanti.
Un attacco tanto semplice quanto devastante.

✔️ Aquaman

Contro Arthur Curry, Batman ha progettato un attacco che stimola l'idrofobia, rendendolo incapace di entrare in contatto con l'acqua, condizione letale per un atlantideo.

Il rapporto con Diana è più complesso.
In “Wonder Woman: The Hiketeia”, Diana sconfigge Batman, dimostrando la sua superiorità in combattimento diretto. Ma in “Justice League: The Amazo Virus” e nel confronto con l’armatura Justice Buster, Batman riesce temporaneamente a contenerla.

Tuttavia, come lui stesso ammette, Diana è tra i pochi membri della League che potrebbe realmente batterlo senza mezzi tecnologici o piani a lungo termine.
Nel caso della Justice Buster, Bruce finge di morire per farle credere di averlo ucciso, provocando un crollo emotivo in Diana.
Ha usato una menzogna per sconfiggere la Dea della Verità.
Tecnicamente, una vittoria.

Batman non è fisicamente superiore ai suoi compagni — e lo sa. Ma la sua forza risiede nell'intelligenza, nella preparazione, nel calcolo freddo. Ogni scontro non è solo una battaglia, ma uno studio.
In più occasioni ha dimostrato di essere capace di neutralizzare chiunque, se ha il tempo, le risorse e la motivazione per farlo.

Sì, Batman ha sconfitto — in un modo o nell’altro — ogni membro della Justice League, compresa Wonder Woman, seppur in circostanze estreme e discutibili.
Non si tratta di muscoli, né di poteri divini, ma della sua volontà inarrestabile di essere sempre pronto, qualunque sia la minaccia.
È per questo che, sebbene sia un uomo senza poteri, è l’anima più temuta e rispettata della Justice League.



giovedì 24 luglio 2025

Batman, la Fiducia e il Prezzo del Controllo — Quando il Cavaliere Oscuro Lasciò la Justice League

Sì, Batman ha lasciato la Justice League — ed è stato anche cacciato.
La vicenda più celebre in cui questo accade è narrata in "Tower of Babel", una delle storie più iconiche e controverse del Cavaliere Oscuro all’interno del gruppo.

In JLA #43–46, scritto da Mark Waid, viene rivelato che Batman aveva ideato piani segreti per neutralizzare ogni membro della Justice League, nel caso in cui uno di loro diventasse una minaccia. Questi piani venivano tenuti nascosti nella Bat-computer. Tuttavia, Ra's al Ghul riesce a rubarli e li utilizza per mettere fuori gioco l’intera Lega, uno per uno, sfruttando proprio le debolezze scoperte da Batman.

Il tradimento, seppur involontario, scatena una crisi interna senza precedenti.

Dopo aver affrontato le conseguenze del piano finito in mani sbagliate, la League si riunisce per votare se Batman debba rimanere tra loro.
Le posizioni si dividono:

  • A favore dell’espulsione: Wonder Woman, Aquaman e Plastic Man

  • Contrari: Flash, Martian Manhunter e Green Lantern

Il voto decisivo spetta a Superman, ma prima che venga espresso, Batman abbandona la riunione, sapendo esattamente quale sarebbe stato il risultato.
Come sottolinea il Flash rivolgendosi a Superman: "How well does he know you?", chiedendosi se Bruce conosca Kal-El abbastanza da prevedere la sua decisione finale. Superman risponde semplicemente: "Yes."

Questo dialogo cristallizza una verità fondamentale su Batman: è sempre tre passi avanti a tutti, anche quando si tratta di sé stesso.

Batman non appare nei successivi tre numeri della testata JLA, confermando la sua uscita dal team. In JLA #50, c’è un confronto tra Superman e Batman, che affrontano apertamente la rottura della fiducia all’interno del gruppo.

Il dibattito sollevato da questa storia è ancora oggi oggetto di discussione tra i fan:

  • È giusto prepararsi al tradimento degli amici?

  • La paranoia può convivere con la fiducia in un team?

  • Batman aveva torto o, al contrario, aveva ragione ma ha sbagliato nei metodi?

Non è la prima (né l’ultima) volta che Batman lascia la Justice League. Essendo un personaggio estremamente indipendente e con un’etica personale rigida, Bruce Wayne ha sempre avuto un rapporto ambivalente con le dinamiche di squadra. È un membro fondatore, sì, ma anche una figura che spesso si pone ai margini.

Ha lasciato la Lega anche in altre versioni e linee temporali (come in Infinite Crisis, Justice League: Doom, Final Crisis, The New 52, ecc.), ma Tower of Babel resta l’episodio più emblematico, perché mette in luce una verità scomoda: Batman non si fida di nessuno. E a volte, ha ragione.

Sì, Batman ha lasciato la Justice League — e lo ha fatto nel momento in cui la sua intelligenza strategica ha superato la sua capacità di fidarsi.
La sua espulsione (o dimissione anticipata) dopo Tower of Babel rappresenta non solo un momento cardine della narrazione, ma una lezione sulla sottile linea tra paranoia e preparazione, tra leadership e isolamento.



mercoledì 23 luglio 2025

Chi dovrebbe guidare la Justice League? Una riflessione sul ruolo della leadership tra i tre grandi



Nel vasto universo della DC Comics, la Justice League rappresenta il culmine dell’eroismo collettivo: un pantheon moderno di poteri, principi e visioni del mondo in lotta contro minacce che sfidano l’immaginazione. Ma quando si tratta di leadership, una domanda torna ricorrente tra lettori e autori: chi dovrebbe guidare davvero la Justice League?

Il nome di Wonder Woman è spesso tra i primi citati, ma è davvero la più qualificata?

La risposta breve, per molti fan e osservatori attenti, è: no. Non da sola.

Wonder Woman: la guerriera compassionevole

Diana di Themyscira ha dalla sua un curriculum quasi imbattibile: è una principessa amazzone, una diplomatica forgiata nel combattimento, e incarna virtù come giustizia, verità e compassione. È forse la figura più "pulita" moralmente dell'intera DC.

Ma proprio quella purezza può talvolta trasformarsi in ingenuità. La sua incrollabile fede nell’umanità, nella redenzione e nella nobiltà d’animo può accecarla di fronte alle complessità strategiche o ai compromessi sporchi del mondo reale. Non è sempre pronta ad agire con freddezza politica, anche quando necessario.

Curiosamente, però, Diana è anche quella che, in molte linee narrative, ha saputo prendere decisioni che né Batman né Superman avrebbero avuto il coraggio di affrontare. È stata l’unica a uccidere quando nessun altro osava, a tagliare il nodo gordiano della diplomazia quando la pace richiedeva un atto definitivo. È la figura che oscilla tra idealismo e pragmatismo, con un cuore eroico e mani pronte a sporcarsi — se serve.

Batman: il genio strategico senza empatia

Bruce Wayne possiede la mente più brillante della squadra. È un maestro della pianificazione, della previsione, della strategia. Sa leggere i nemici come un libro aperto e trova soluzioni anche laddove ogni logica crolla.

Ma Batman è anche un uomo profondamente spezzato, dominato dalla sfiducia. Non guida: controlla. Non ispira: calcola. Le sue leadership sono sempre autoritarie, basate sul timore o sull’efficienza militare. È l’anima nera del gruppo, necessaria, sì, ma mai completamente in sintonia con gli altri. Un Batman al comando della Justice League è un esercito silenzioso, non una famiglia di eroi.

Superman: il simbolo vivente

Clark Kent è l’archetipo. Il faro. L’uomo che tutti guardano quando la speranza sembra scomparire. Ha la forza, la morale e il carisma per essere non solo il più potente, ma anche il più ispiratore. Superman non comanda, ma guida, e la differenza è fondamentale.

Il suo tallone d’Achille? Talvolta è troppo buono. Troppo indeciso. Incarna il dilemma di chi vuole fare sempre la cosa giusta, anche quando non esiste una cosa giusta da fare. E in quei casi, l’incertezza può rallentare l’azione.

La verità è che nessuno dei tre, da solo, è perfetto per il ruolo. Ma insieme, funzionano.

  • Superman è l’ispirazione e la speranza.

  • Batman è la mente e la logica.

  • Wonder Woman è l’anima e la volontà.

Ogni volta che uno prende il comando da solo, si creano squilibri. Quando la Trinità agisce in armonia, la Justice League trova la sua forma più efficace: un equilibrio tra idealismo, strategia e compassione.

No, Wonder Woman non è la leader definitiva della Justice League. Ma non lo è nemmeno Superman. Né Batman. Lo sono tutti e tre. Insieme. La vera forza della Justice League non è avere un generale, ma una Trinità — un triangolo perfetto che rappresenta la mente, il cuore e il corpo dell’eroismo.



martedì 22 luglio 2025

La Justice League definitiva: sette dèi per salvare il Multiverso

Se potessimo assemblare una Justice League partendo non dai più famosi, ma dai più potenti e trascendenti personaggi del multiverso DC, chi sceglieremmo? Non la squadra della Snyder Cut, né quella classica dei fumetti. No, stavolta puntiamo all’assoluto, al divino, al cosmico.

Una Justice League costruita per affrontare minacce che non si limitano alla Terra, ma che potrebbero distruggere l’intero tessuto della realtà. Sette esseri, ciascuno al massimo del proprio potere, capaci di affrontare l’Anti-Vita, gli Dei Oscuri, persino l’abisso di Mandrakk.

Eccoli. I magnifici sette.

1. Cosmic Armor Superman

Non è solo Superman. È l’incarnazione del concetto di Superman, potenziato da una super-armatura pensata per sconfiggere ogni minaccia narrativa. Creato da Grant Morrison in Final Crisis: Superman Beyond, questo Superman "pensato per vincere" ha consapevolezza meta-narrativa e agisce come coscienza vivente dell'ideale eroico. È l’unico essere che può letteralmente riscrivere il copione stesso della realtà.

2. Final Batsuit (Batman)

Quando il Cavaliere Oscuro indossa la Final Batsuit, diventa qualcosa di più di un uomo. Alimentato dalla Totality, Batman raggiunge uno stato in cui possiede la piena padronanza del tempo, della causalità e della mente. È l’arma definitiva di pianificazione, una coscienza strategica capace di prevedere, prevenire e sconfiggere qualsiasi nemico prima ancora che agisca.

⚔️ 3. Anti-Crisis Energy Wonder Woman

Apparsa in Death Metal, questa incarnazione di Diana è una divinità dorata, infusa con l’energia anti-crisi, forgiata per contrastare i piani del Batman Che Ride e Perpetua. È l’anima della giustizia universale, con poteri che superano quelli di un Celestiale. È l’equilibrio morale, la spada della verità che taglia la menzogna cosmica.

4. Mobius Chair Wally West

Quando Wally West si siede sulla sedia di Metron, diventa qualcosa di più di un velocista: diventa onnisciente. È Flash e Dio della Conoscenza insieme. Può viaggiare nel tempo, nello spazio e nei concetti, conoscere ogni probabilità, ogni ramificazione, ogni anomalia. È il radar assoluto del gruppo.

5. God of Gods Shazam

Nel ciclo The Darkseid War, Billy Batson riceve non i poteri del solito pantheon, ma quelli di sei dèi differenti, diventando il “Dio dei Dèi”. Con poteri cosmici e una volontà forgiata per resistere agli dèi stessi, questo Shazam ha la forza per rivaleggiare con Superman e la versatilità magica per fronteggiare qualsiasi incantesimo o corruzione.

6. The Spectre (Hal Jordan)

Lo Spirito della Vendetta incarnato in uno dei Green Lantern più potenti di sempre. Quando Hal Jordan diventa The Spectre, il suo potere è praticamente illimitato, regolato solo dalla sua concezione personale di giustizia. È il giudice divino, colui che agisce laddove la legge fallisce. In questa League, è l’esecutore supremo.

7. Fernus (Martian Manhunter)

Fernus è ciò che J’onn J’onzz sarebbe diventato senza il trauma del fuoco: una creatura di pura evoluzione, con poteri mentali, fisici e metafisici che superano ogni limite marziano. È l’antitesi dell’empatia e della moderazione. Un essere talmente potente da richiedere l’intervento dell’intera League per fermarlo — e adesso è dalla loro parte.

Con questi sette esseri, il Multiverso sarebbe più al sicuro che mai. Non esiste minaccia — né Anti-Monitor, né Perpetua, né Barbatos — che potrebbe sopraffare questa formazione. L’unico nemico teoricamente in grado di reggere il confronto sarebbe Mandrakk, il Vampiro del Multiverso, l'entità che si nutre del significato stesso delle storie.

Ma con Superman pensato per vincere, Batman che anticipa ogni realtà, e Wally West che vede ogni possibilità… anche Mandrakk non durerebbe a lungo.

Sarebbe un’era di pace non ottenuta con il dialogo, ma con l’equilibrio assoluto tra potere e giustizia. Un equilibrio retto da dèi che non si credono dèi, ma si comportano come custodi.

Questa non sarebbe solo una Justice League.
Sarebbe la volontà stessa dell’Universo.