(Silen - Sirèn - Madame Shilaine -
Sirene - Selene - Siren - Silene - Shirenu - シレーヌ)
L'Arpia Silen è una è un demone ed
ex-amante di Amon prima che questi venisse rinchiuso nel corpo di
Akira Fudo divenendo Devilman. Possiede due antenne sulla testa
attraverso le quali invia impulsi elettrici per controllare i suoi
due artigli da rapace collocati nelle braccia.
Silen compare nel secondo capitolo del
manga, posandosi sul tetto di casa Makimura e giurando di uccidere
Devilman.
Dopo aver scatenato una pioggia
fittissima e aver fatto velare di nubi la luna, grazie ai suoi poteri
mentali, la demone evoca due suoi subordinati, i demoni Agwel e
Ghelmer, che scatena contro la famiglia Makimura.
Nell'attesa che i suoi scagnozzi
compiano lo sterminio, Silen manifesta una sempre maggiore ansia,
temendo e al tempo stesso pregustando lo scontro con Devilman,
chiedendosi se sarà capace di sconfiggerlo e riflettendo su quanto
Amon (il demone che alberga nel corpo di Akira) sia più forte adesso
che non quando era padrone della propria coscienza.
Alla fine, quando Agwel e Ghelmer
vengono sconfitti da Akira Fudo, Silen decide di intervenire e
attacca Akira trafiggendolo con gli artigli e paralizzandolo con onde
elettriche che ne inibiscono i poteri.
Akira pieno di vergogna supplica
l'arpia di ucciderlo subito, per non dover sopportare la vergogna
della sconfitta, ma Silen gli comunica che lo aspetta una morte molto
più lenta e dolorosa, avendo intenzione di consegnarlo nelle mani
dei cento generali dell'Inferno.
A questo punto, quando per Devilman
sembra giunta la fine, ecco intervenire in suo aiuto Ryo Asuka, che
ha inspiegabilmente percepito il pericolo che minacciava l'amico, e
che spara due colpi di fucile a Silen dando così ad Akira la
possibilità di trasformarsi in Devilman.
Silen, dopo aver sparato un artiglio
contro Ryo Asuka (l'arpia può infatti separarsi a piacimento dai
suoi artigli) dichiara guerra a Devilman, giurando di ucciderlo al
posto dei generali infernali, e i due iniziano così il
combattimento.
Dopo una breve colluttazione aerea, i
due precipitano nel bosco sottostante dove combattono ferocemente.
Ed è qui che Silen si scopre in
difficoltà essendosi privata di un braccio, e con le antenne
richiama l'artiglio che, roteando come un frisbee, colpisce Devilman
per due volte, mozzandogli un braccio ed aprendogli un profondo
squarcio nell'addome.
Devilman allora comprende che l'arpia
controlla i suoi artigli rotanti con le antenne e la colpisce
estroflettendo le sue corna e catturando le antenne di Silen, su cui
trasmette una scarica elettrica, stordendola e facendole perdere il
controllo dei suoi artigli.
Ripresasi dall'attacco di Devilman,
Silen viene di fatto usata da questi per manovrare l'artiglio rotante
a suo piacimento; Devilman indirizza così l'artiglio rotante verso
Silen, che rimane trafitta dalla sua stessa arma.
Accecata dalla rabbia, la demoniessa,
benché ferita, attacca nuovamente Devilman, ma l'uomo diavolo le
strappa un'ala assieme a mezza faccia, riducendola in fin di vita.
A questo punto Silen invoca l'aiuto del
re demone Zenon, chiedendogli la forza di sconfiggere Devilman, prima
di morire.
Alle suppliche disperate di Silen,
Zenon (dopo aver distratto Devilman aizzandogli contro alcuni demoni
di basso livello) risponde inviandole Kaim, un enorme demone
quadrupede simile ad un rinoceronte con due lunghissimi corni.
Questi è innamorato di Silen e conscio
del fatto che lei è ormai condannata, decide di sacrificarsi per
farla vivere quel tanto che basta per sconfiggere il suo avversario.
Così dopo averle rivolto la struggente
frase "Silen sei bellissima anche coperta di sangue", Kaim
si suicida offrendo il suo corpo all'arpia, che non può fare altro
che fondersi con esso.
Grazie alla ritrovata forza, Silen si
scaglia contro Devilman ferendolo mortalmente e vincendo così il
combattimento.
Tuttavia non potrà mai dargli il colpo
di grazia, poiché Silen morirà pochi istanti dopo, stroncata dalla
ferita mortale inflittale da Devilman.
Il duello si conclude così con
Devilman che osserva il cadavere della sua nemica stagliarsi
maestosamente contro le luci del tramonto, e non può fare a meno di
pensare quanto quel demone spietato e sanguinario sia incredibilmente
bello.