Nel vasto pantheon dei supereroi della DC Comics, popolato da
esseri dotati di forza sovrumana, velocità inimmaginabile o capacità
cosmiche, esistono figure che non possiedono poteri soprannaturali,
ma che hanno saputo ritagliarsi un posto tra i giganti grazie
all’ingegno, alla disciplina e alla determinazione. Mister Terrific
è uno di questi. Anzi, due: il nome è appartenuto a due personaggi
distinti, Terry Sloane e Michael Holt, separati da decenni ma
accomunati da un concetto fondamentale, il motto “Fair Play”. Se
Superman incarna la speranza e Batman la giustizia, Mister Terrific
rappresenta l’idea che la conoscenza e l’intelligenza possano
essere armi tanto potenti quanto un pugno d’acciaio.
Il primo Mister Terrific, apparso negli anni Quaranta, porta il
nome di Terry Sloane. Il suo profilo si inserisce
perfettamente nell’epoca d’oro dei fumetti, quando i supereroi
nascevano come modelli morali e patriottici. Sloane non aveva alcun
potere sovrumano. Era un uomo che aveva raggiunto tutto ciò che si
poteva desiderare: ricchezza, cultura, abilità sportive, successo
sociale. Proprio questo paradosso lo aveva condotto a una profonda
crisi esistenziale. Non c’erano più montagne da scalare, più
enigmi da risolvere. La sua vita appariva priva di scopo.
La svolta arrivò quando salvò una donna dal suicidio e decise di
aiutarla a riportare sulla retta via il fratello, caduto nel mondo
della criminalità. Quel gesto diede a Sloane una nuova missione:
usare le sue capacità per difendere i più deboli e insegnare il
valore del “gioco leale”. Da lì nacque il suo alter ego, Mister
Terrific, con il costume decorato dalla scritta Fair Play
sul petto.
Come eroe, Sloane si unì alla Justice Society of America
(JSA), la prima grande squadra di supereroi della storia dei
fumetti. Non era il più forte né il più appariscente, ma la sua
disciplina, la sua conoscenza e il suo senso morale lo resero un
alleato prezioso. Il suo contributo risiedeva soprattutto nella
leadership e nelle capacità strategiche, più che nelle battaglie
dirette. In lui possiamo vedere l’archetipo del supereroe “umano”
prima che Batman assumesse pienamente quel ruolo.
Se Terry Sloane incarnava l’eroe classico dell’età d’oro,
il secondo Mister Terrific, Michael Holt,
rappresenta una declinazione moderna del concetto. Creato negli anni
Novanta, Holt è uno dei personaggi più affascinanti e complessi
dell’universo DC.
Michael Holt è definito spesso come il terzo uomo più
intelligente del mondo DC (una classifica non ufficiale ma
ricorrente nei fumetti), subito dopo figure come Lex Luthor e Batman.
Il suo curriculum è impressionante: scienziato plurilaureato in
diverse discipline, linguista che parla fluentemente decine di
idiomi, olimpionico nel decathlon e maestro di arti marziali. Holt,
come Sloane, aveva raggiunto praticamente tutto ciò che un uomo
potesse desiderare. La sua caduta, però, non arrivò per noia, bensì
per tragedia: la morte improvvisa della moglie incinta in un
incidente stradale. Distrutto dal dolore, Holt stava per togliersi la
vita quando incontrò lo Spettro, che lo ispirò a seguire l’eredità
lasciata da Terry Sloane e a indossare il nome di Mister Terrific.
A differenza del suo predecessore, Holt ha sviluppato un arsenale
tecnologico che lo distingue nettamente. Il simbolo della sua
identità sono le T-Spheres, piccole sfere
fluttuanti controllate mentalmente, dotate di intelligenza
artificiale e di funzioni pressoché infinite:
attacco con scariche elettriche o laser,
generazione di ologrammi e campi di forza,
hacking di sistemi informatici,
trasporto e volo assistito,
comunicazioni avanzate e supporto tattico.
A ciò si aggiunge il suo costume high-tech, che lo rende
invisibile ai radar, alle telecamere e persino a rilevamenti magici
in alcune versioni.
Né Sloane né Holt possiedono abilità metaumane. Non possono
sollevare automobili a mani nude né volare a velocità supersoniche.
Eppure, entrambi rappresentano una delle idee più interessanti e
realistiche di supereroe: l’intelligenza e la conoscenza come
risorsa primaria.
Per Terry Sloane, questo significava incarnare la perfezione
dell’essere umano in un’epoca in cui il messaggio era chiaro:
anche senza poteri, chiunque può essere un eroe con disciplina e
dedizione. Per Michael Holt, invece, significa dimostrare che in un
mondo dominato da alieni e dèi, un uomo armato di scienza e di
cervello può comunque fare la differenza.
La domanda naturale è: dove si colloca Mister Terrific nella
scala di potenza dell’universo DC?
La risposta è duplice. Sul piano fisico, Holt e
Sloane non possono competere con superesseri come Superman o Wonder
Woman. Anche Batman, pur essendo umano, ha un addestramento più
estremo e un arsenale spesso più orientato al combattimento diretto.
Sul piano intellettuale e strategico, invece,
Mister Terrific occupa un posto di primissimo piano. Michael Holt, in
particolare, è uno dei pochi personaggi in grado di progettare
soluzioni a crisi globali o cosmiche. È stato membro di spicco della
JSA, ha guidato team in situazioni impossibili e ha persino
collaborato con la Justice League come consulente scientifico. Le sue
T-Spheres gli garantiscono un vantaggio tattico che spesso ribalta
gli equilibri di una battaglia.
In sostanza, Mister Terrific non è potente perché colpisce più
forte, ma perché pensa più velocemente e in maniera più
profonda di quasi chiunque altro. È un eroe che vince
partite di scacchi in un universo dove gli altri giocano a braccio di
ferro.
Un aspetto che unisce i due Mister Terrific è il loro motto,
“Fair Play”. Non è solo una scritta sul costume, ma un manifesto
etico. Per Sloane significava difendere la cavalleria e l’onore in
un mondo in guerra. Per Holt rappresenta un impegno sociale e morale:
usare le proprie capacità non per dominio personale, ma per il bene
comune.
Questo dettaglio è fondamentale per comprendere perché Mister
Terrific sia rispettato anche dai colleghi più potenti. Non è solo
un genio: è un uomo con principi incrollabili, un leader che sa
bilanciare la freddezza analitica con la compassione.
Se guardiamo all’attualità, Michael Holt è forse più
rilevante che mai. In un’epoca in cui la tecnologia permea ogni
aspetto della vita, un eroe che rappresenta la scienza e
l’innovazione come strumenti per proteggere e costruire è un
simbolo potente. Holt non è il classico vigilante oscuro né il
semidio irraggiungibile: è un uomo che, attraverso il pensiero e la
ricerca, dimostra che la conoscenza è una forza in grado di cambiare
il mondo.
Mister Terrific, sia nella versione originale di Terry Sloane sia
in quella moderna di Michael Holt, incarna un concetto unico nel
panorama supereroistico: il vero superpotere è l’intelligenza. Se
il primo rappresentava l’ideale di perfezione umana dell’età
d’oro, il secondo incarna il genio tecnologico e scientifico del
nostro tempo.
Non sono i più forti né i più veloci, ma hanno un impatto che
va oltre il combattimento fisico: ricordano che senza conoscenza,
strategia e morale, nessuna forza è davvero imbattibile. Mister
Terrific è la prova che, anche in un mondo di dèi e alieni, la
mente resta l’arma più formidabile di tutte.