lunedì 8 novembre 2021

È esistita una figura assimilabile a Paperon de’ Paperoni?

Si, Daniel Dancer!



Per tutta la vita si comportò in modo tale da meritarsi giustamente il titolo di “re dei taccagni”. Aveva ereditato un appezzamento di terreno a nord di Londra e con esso un’ottima rendita annuale. La sua alimentazione però consisteva in un unico pasto al giorno: un pezzetto di carne e una zuppa fredda. Un giorno trovò una pecora morta in un campo e, benché fosse già in stato di putrefazione, se la portò a casa e ne fece diversi pasticci di carne che teneva sotto chiave in una cassapanca.

Una volta, un’amica di famiglia gli donò una trota cotta nel vino bianco; ma a causa del freddo, la pietanza arrivò congelata. Daniel non volle accollarsi la spesa di riscaldarla, perciò si sedette sul pesce finché non fu abbastanza scongelato da poterlo mangiare. I suoi abiti erano indecorosi, anche se l’unico sfizio che aveva era quello di comprarsi una camicia usata all’anno, che indossava finché non cadeva a brandelli. Quando la camiciaia gli aumentò dopo anni il prezzo di 3 pence, egli la denunciò alla polizia.

In una rara visita a Londra, Dancer fu scambiato per un mendicante e ricevette mezzo penny. “Tutto fa brodo” fu il suo commento nell’intascare il nichelino.



Nel 1766 la sorella di Dancer, che viveva con lui, si ammalò gravemente. Egli si rifiutò di chiamare un medico, dicendo: “Perché mai dovrei sprecare denaro nel tentativo di oppormi alla volontà divina?”.

Dancer era solito nascondere i soldi nei luoghi più impensati, per esempio sotto cumuli di letame.

Morì nel 1794, a 78 anni.


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