Nell’infinito panorama narrativo dell’universo DC, poche domande risultano tanto affascinanti quanto irrisolte come questa: perché i Marziani, creature di potenza quasi divina, non sono riusciti a conquistare l’universo? Una razza capace di piegare la materia, dominare le menti e rigenerarsi da ferite mortali avrebbe potuto – e forse dovuto – regnare incontrastata sulle galassie. Eppure, così non è stato. Il motivo? Una guerra intestina devastante, un intervento divino travestito da atto preventivo, e un meccanismo di autodistruzione incastonato nel loro stesso DNA psichico: il terrore ancestrale del fuoco.
In origine, i Marziani erano noti come Burning Martians – Marziani Ardenti – e non avevano nulla a che fare con i pacifici e riflessivi abitanti di Marte che il lettore moderno è abituato a conoscere. Essi erano una razza di titani bellicosi, creature dall’intelletto superiore e dalle capacità fisiche e psichiche quasi illimitate. A differenza delle razze che si affidano alla tecnologia o alla scienza, i Marziani Ardenti erano esseri evoluti in senso puro: nati con poteri che superano ogni logica terrena, capaci di trasformare il loro corpo, leggere e alterare la mente, attraversare la materia, manipolare l’energia.
Un dettaglio inquietante: si riproducevano asessualmente, generando nuove entità da sé stessi. Una stirpe che non conosceva l’estinzione, che non necessitava di pause tra una generazione e l’altra, e che non si sarebbe mai fermata, se non fosse stato per un vizio strutturale: l’odio reciproco.
I Marziani Ardenti non avevano rivali... se non loro stessi.
Il loro impulso distruttivo, invece di dirigersi verso l’esterno, esplose all’interno. Le guerre civili marziane rasero al suolo interi continenti del loro pianeta e minacciarono l’equilibrio cosmico. Ed è qui che intervennero i Guardiani dell’Universo, gli antichi e potentissimi custodi dell’ordine, originari del pianeta Oa. Timorosi che l’incontrollabile furia marziana potesse annientare civiltà intere – o addirittura l’intero Corpo delle Lanterne Verdi – decisero di agire drasticamente.
I Guardiani sconfissero i Marziani Ardenti e ne divisero la razza in due stirpi: i Marziani Verdi, portatori di empatia, giustizia e riflessione, e i Marziani Bianchi, più aggressivi, spinti da ambizione e sete di potere. Ma il vero colpo di genio (o crudeltà cosmica, a seconda del punto di vista) fu l’impianto telepatico di una debolezza psicogenetica: il terrore viscerale del fuoco. Non una semplice vulnerabilità fisica, ma un blocco mentale, un feticcio dell’orrore che paralizza e annienta il potenziale stesso del marziano, rendendolo inerme di fronte a fiamme anche simboliche.
Questa mossa trasformò una razza da invincibile a controllabile.
Ma la minaccia non fu mai completamente eliminata. Anzi, tornò in superficie con una forza spaventosa quando J’onn J’onzz, noto al pubblico come Martian Manhunter, uno degli ultimi Marziani Verdi sopravvissuti, si fuse temporaneamente con un Marziano Bianco. La fusione non solo ricombinò i due rami della specie, ma risvegliò la loro forma ancestrale, generando un essere di terrore puro: Fernus, il Marziano Ardente rinato.
Fernus era il riflesso dell’incubo che i Guardiani avevano cercato di seppellire nei secoli. Immune alla propria paura, Fernus poteva guarire in pochi secondi da qualsiasi danno, possedeva una telepatia che superava ogni barriera, e si dimostrò in grado di sconfiggere da solo l’intera Justice League, con un’efficienza brutale. Il suo fuoco psichico poteva annientare anche esseri invulnerabili al fuoco fisico. La minaccia era totale. Eppure, nemmeno allora, l’universo fu conquistato. La sua disfatta arrivò grazie a un elemento che nessuno avrebbe previsto: Plastic Man.
Sottovalutato, spesso comico, apparentemente secondario, Plastic Man si rivelò l’unico essere immune sia agli attacchi fisici che mentali di Fernus. In un duello estenuante, riuscì a contenere l’entità e riportare l’equilibrio.
Il caso Fernus non è solo un episodio isolato. È una finestra aperta su un orrore latente. La verità è che i Marziani avrebbero potuto conquistare l’universo. Ma non lo hanno fatto per due motivi fondamentali: uno esterno, l’intervento dei Guardiani; e uno interno, la loro stessa natura autodistruttiva. Una razza in guerra con sé stessa è destinata a fallire, per quanto potente possa essere. E una razza che teme visceralmente una scintilla, non può accendere l’incendio della conquista galattica.
E così, l’universo dorme sonni relativamente tranquilli. Ma resta la domanda: cosa accadrebbe se un giorno un Marziano dovesse superare davvero la paura del fuoco e riunire sotto di sé le due stirpi divise? La risposta non è solo fantascienza. È una minaccia silenziosa, scritta nei geni di un popolo caduto, ma mai del tutto sconfitto.