Se c'è un personaggio immaginario che
incarna la forza fisica imponente, pochi reggono il confronto con
Jack Reacher, l'ex ufficiale di polizia militare dell'esercito
americano creato dallo scrittore Lee Child. Con l'uscita della terza
stagione della serie Amazon Prime, Reacher , il colosso
vagabondo—alto 1,95 metri e pesante 113 chili—torna a dominare lo
schermo, un uomo che non possiede nulla, non porta nulla (nemmeno un
telefono) e si sposta di città in città per raddrizzare torti con
una morale tanto schietta quanto brutale. Ma stavolta, il gigante
solitario ha trovato un avversario degno di lui: Paulie, un bodyguard
olandese alto 2,18 metri e pesante 143 chili, che mette alla prova
non solo la sua forza, ma anche il suo ingegno tattico.
Reacher è più di un semplice ammasso
di muscoli. Ex soldato con un passato di missioni ad alto rischio,
unisce un fisico massiccio a un'abilità militare affinata:
combattimento corpo a corpo, strategia sul campo, un'attenzione quasi
ossessiva ai dettagli. Non crede nella giustizia tradizionale—le
aule di tribunale e le lungaggini legali non sono il suo mondo. Per
lui, la giustizia è immediata, spesso letale: non esita a spezzare
un collo o a ridurre in poltiglia chiunque minacci gli innocenti. “Se
qualcuno ferisce gli altri, io ferisco lui,” sembra essere il suo
mantra, e lo applica con una precisione chirurgica che lo rende una
forza inarrestabile. Nei libri di Child—29 finora, con vendite
oltre i 100 milioni di copie—e nelle prime due stagioni,
interpretato da un Alan Ritchson scolpito come un carro armato,
Reacher abbatte uomini più piccoli con una facilità quasi comica,
una montagna che spazza via formiche.
Ma la terza stagione, basata sul
romanzo Persuader del 2003, alza la posta. Entra in scena
Paulie, un colosso olandese che lavora come guardiano per un
trafficante d'armi senza scrupoli. Con i suoi 2,18 metri e 143
chili—30 chili più di Reacher—Paulie non è solo un muro di
carne, ma un avversario che richiede un cambio di approccio. “Di
solito, Reacher finisce i combattimenti in tre secondi”, ha detto
Ritchson a Variety , “ma con Paulie deve pensare, perché
la forza da sola non basta”. La stagione, rilasciata il 20
febbraio, culmina in uno scontro epico che i fan su X hanno già
ribattezzato “il duello dei titani”—un faccia a faccia dove
colpi brutali si mescolano a mosse astute, con Reacher costretto a
sfruttare l'ambiente (un molo abbandonato, un magazzino) per
livellare il campo.
Il contrasto tra i due giganti è il
cuore della narrazione. Reacher, 36 anni nella trama, è un prodotto
dell'addestramento militare: spalle larghe, mani come mazze, ma anche
un cervello che nota un filo d'erba fuori posto o un'auto sospetta a
un chilometro. Paulie, interpretato dall'attore e wrestler olandese
Olivier Richters (noto come “The Dutch Giant”), è una forza
primordiale, meno raffinata ma schiacciante, con un raggio d'azione
che rende ogni pugno un rischio mortale. “È come se un grizzly
incontrasse un orso polare,” ha twittato un utente dopo il trailer.
Gli episodi mostrano Reacher ricorrere a tattiche inedite - colpi
bassi, leve, persino una chiave inglese - per abbattere un avversario
che, per la prima volta, lo sovrasta fisicamente.
La serie, già un successo con 1,8
miliardi di minuti visti per la seconda stagione (Nielsen), amplifica
il mito di Reacher come eroe solitario. Non ha casa, non ha legami —
solo una carta di debito e i vestiti che indossa — eppure si ferma
ovunque ci sia un'ingiustizia. Nella terza stagione, indaga su una
rete di traffico d'armi che minaccia un ex collega, ma è il duello
con Paulie a rubare la scena, un testa a testa che sfida la sua
invincibilità. “Reacher non è un supereroe,” ha detto Child a
The Times. “È grande, sì, ma vulnerabile. Paulie lo
costringe a dimostrarlo.”
Il pubblico è diviso. Per alcuni, il
fascino di Reacher sta nella sua superiorità schiacciante; vedere
una rivale alla sua altezza è un'eresia o una ventata di freschezza.
“Finalmente un cattivo che non muore in due pugni”, scrive un fan
su X. Altri temono che snaturi il personaggio: “Reacher deve
dominare, non arrancare”. Ma il consenso è unanime sulla fisicità:
entrambi, con i loro corpi scolpiti e la presenza imponente,
incarnano un'idea di potenza che trascende lo schermo.
Mentre Reacher si prepara a
una quarta stagione—già confermata—il confronto con Paulie
lascia una domanda aperta: può un gigante restare tale quando
incontra un titano? Per Jack, la risposta non è nella forza bruta,
ma nell'astuzia che lo ha sempre definito. E per gli spettatori, è
un promemoria: anche i più grandi devono attaccare—o cadere.