Dago è un personaggio immaginario
protagonista di un'omonima serie a fumetti ideata da Robin Wood e
Alberto Salinas, pubblicata in Argentina dal 1980 sulla rivista
Nippur Magnum, edita dall'Editorial Columba.
Trama
Dago è un nobile veneziano di nome
Cesare Renzi, figlio primogenito ed erede della nobile casata dei
Renzi, dignitari della Repubblica di Venezia. Il padre di Cesare
scopre un complotto organizzato ai danni della Repubblica dal nobile
turco Ahmed Bey e dal mercante greco Kalandrakis, con la complicità
di due veneziani molto in vista. Il padre di Cesare scopre che uno
dei nobili veneziani coinvolti nella congiura è il giovane Giacomo
Barazutti, migliore amico di Cesare, per tale motivo non riesce a
dirlo apertamente a suo figlio e decide di scriverlo in una lettera.
Nel frattempo confida la sua scoperta al principe Bertino, ignorando
che proprio lui è a capo del complotto. Questi decide di eliminare
il nobile Renzi e tutta la sua famiglia, incluso Cesare. Egli viene
pugnalato alla schiena dallo stesso Barazutti mentre sta leggendo la
lettera in cui suo padre rivela la verità circa le intenzioni di
Giacomo e il suo corpo buttato in mare, mentre dei sicari attaccano
palazzo Renzi uccidendo chiunque vi si trovi e lasciando alcuni falsi
documenti che indicano nel padre di Cesare il misterioso autore del
complotto. Cesare viene recuperato da una nave di pirati turchi che
lo vendono come schiavo, e gli viene dato il nome di "Dago",
per via della daga conficcata nella schiena.
Vive come schiavo presso i turchi dove
impara presto da un vecchio greco di nome Selim le piccole astuzie
che gli consentono di sopravvivere, giorno dopo giorno, al fine di
avere la possibilità di compiere quella che è divenuto il suo unico
scopo nella vita: vendetta, fare giustizia degli assassini della sua
famiglia.
Affrancatosi dalla schiavitù grazie al
pirata ottomano Barbarossa (Khayr Al-Din) che gli è riconoscente per
averlo salvato da una congiura che avrebbe dovuto uccidere il pirata
nella polveriera di Algeri. Proprio nel palazzo di Barbarossa Dago
ucciderà Kalandrakis, il banchiere greco che partecipo allo
sterminio della famiglia Renzi. Dago viene in seguito inviato a
servire il Sultano Solimano,come Gianni zero, divenendo così un
"rinnegato", e tale condizione non gli consentirà di
tornare in patria, come vuole Barbarossa, dal momento che egli
conosce bene molte città, le flotte e la consistenza delle difese
turche. A Costantinopoli si unisce al corpo dei giannizzeri, élite
dei combattenti turchi; qui gli viene dato il soprannome di
"giannizzero nero", per via del colore dei suoi abiti ma
soprattutto della sua anima. Dago partecipa alla campagna di Vienna,
sotto le cui mura combatterà, e durante la guerra Dago incontra Vlad
Tepes, chiamato anche Dracula, ed è grazie a quest'ultimo che riesce
ad avvicinarsi ad Ahmed-Bey, divenuto ministro del sultano, e a
ucciderlo. Il gran visir Ibrahim invia Dago in Abissinia, dove il
vecchio re è stato ucciso e il trono usurpato da Selassie con la
complicità dei Veneziani a cui concede l'esclusiva delle rotte
commerciali. Dago ha il compito di riconquistare il trono per la
figlia del vecchio re, Moala. E proprio qui rivedrà il suo vecchio
amico e assassino Giacomo, inviato dal doge come consigliere di
Selassie. Abissinia Qui in Etiopia taglierà ambo le mani a
Barazutti, il quale in preda alla paura ritorna a Venezia ed esorta
Bertini a preparare una trappola contro il rinnegato, che però
riesce a salvarsi grazie all'aiuto del suo cane, "Morte".
Successivamente Dago raggiunge Venezia, dove riesce ad avvicinarsi a
Bertini, ma riesce unicamente a ferirlo a una mano.
Nel corso della storia, Dago incontra i
grandi personaggi del Mondo dell'epoca: Barbarossa, Solimano, il Gran
Visir Ibrahim, Francesco I di Francia, sua sorella Margherita
d'Angoulême di cui diventa amante, il Conestabile di Borbone,
l'imperatore Carlo V, il cavalier Baiardo, Giovanni dalle Bande Nere,
Michelangelo Buonarroti, Benvenuto Cellini, Enrico VIII, Anna Bolena
e altri ancora.
Coinvolto suo malgrado nel Sacco di
Roma, organizza la difesa della città papale con l'aiuto di
Benvenuto Cellini. Durante questo periodo, Dago fa la conoscenza di
Antonia de Medina, con cui avrà una relazione sentimentale. Dopo la
caduta della città, Dago si trova a vagare in una Roma razziata dai
mercenari ~lanzichenrcchi luterani e accorre in aiuto di tre donne
che poi scopre essere la moglie e le figlie di Bertini.
Successivamente, Dago viene accusato
dalla Santa Inquisizione di eresia e durante la condanna al rogo
viene salvato da Cortés, Pizzarro e Antonia de Medina che gli
rivelerà di essere incinta di lui a seguito della loro relazione a
Roma. Dago, per scampare dalla Santa Inquisizione, è costretto a
prendere i voti ed entra in un monastero in Andalusia, dove si
stabilirà per un certo periodo e farà la conoscenza di vari
personaggi, tra cui Jimena, che diventa sua amante, Don Riquelme,
Miguel de Medina, rispettivamente padre e fidanzato della fanciulla,
il suo stesso figlio Cesare Renzi de Medina, e infine Padre Josè,
capo dell'ordine dei monaci, che lascerà il monastero nelle mani di
Dago prima di morire a causa della peste. Dago successivamente
lascerà a sua volta il monastero nelle mani di Padre Esteban de
Zorrilla, un ex cappellano militare salvato e scagionato
dall'inquisizione, prima di riprendere il suo viaggio.
Dopo aver ripreso il suo viaggio, Dago
riuscirà a far fallire la banca Bertini; questo evento sarà motivo
di ulteriore odio da parte del Principe, odio che culminerà in un
tentativo di omicidio durante una visita alla città di Lucca, che
però fallirà a causa della benevolenza che i lucchesi mostrano per
il rinnegato; Bertini, in seguito, morirà di infarto nella sua
residenza, un attimo prima che Dago riesca a raggiungerlo e a
ucciderlo.
In seguito, Dago viene esiliato nel
Nuovo Mondo, dal quale riesce a fuggire solo dopo numerose avventure.
Tornato ad Algeri si unisce alla Compagnia della Spada, un'antica
società di spadaccini e paladini della libertà, per uccidere
Barazutti a Padova. Tuttavia Barazutti fugge, lasciando solo una
lettera per Dago che si lascia alle spalle la città per continuare
le sue avventure.
Storia editoriale
Le origini, le fatiche
di Salinas e l'equipo Dago
«Abbiamo Salinas! Vogliamo un
personaggio. Quale non importa, ma deve essere epico e deve essere
buono.»
(L'Editorial Columba a Robin Wood.)
L'idea del fumetto venne a Robin Wood
durante un viaggio a Venezia. Wood cominciò a delineare la storia e
il protagonista, venendo affiancato nei disegni da Alberto Salinas
con cui collaborò fino al 1997.
Come dichiarato dallo stesso Wood,
"Dago" doveva essere una miniserie, ma il successo riscosso
dalle pubblicazioni in patria e le sue successive traduzioni
all'estero hanno spinto l'autore a farne un'opera che durasse nel
tempo. La decisione di continuare il fumetto ha, quindi, portato Wood
a documentarsi su eventi storici, che solitamente l'autore è
costretto a modificare in modo da poter inserire il protagonista nel
miglior contesto possibile.
All'epoca in cui incominciò a
dedicarsi a Dago, Salinas era già una celebrità e un Maestro
riconosciuto delle historietas. Il suo stile, caratterizzato da
espressioni intense, tratteggi mai invasivi e uno spazio grottesco,
cambiò radicalmente dopo che lui e Robin Wood furono costretti ad
accelerare i loro ritmi di lavoro. Mentre Wood non faticò a produrre
nuove storie dedicate al personaggio, Salinas rivelò di non riuscire
a stare al passo del collega. Per ovviare a questo problema, l'Eura
Editoriale propose a Salinas l'aiuto di uno studio preposto ad
assisterlo: l'equipo Dago, il cui unico membro era Carlos Pedrazzini.
I pessimi esiti di questo esperimento
fecero ritornare Salinas a lavorare da solo. Tuttavia, ben presto,
l'autore riuscì ad accelerare i ritmi della realizzazione del
fumetto e riuscì a stare al passo con Wood, completando diverse
storie e tavole in brevissimi periodi. Questo, tuttavia, costrinse
Salinas ad apportare vari cambiamenti al fumetto rinnovandolo con
numerosi cambiamenti dai tratteggi più fitti e voluminosi e il
cambiamento nei volti dei personaggi. Sia in Argentina sia in Italia,
Dago comincerà a essere sempre più raro, tanto che la copertina del
numero 47 di Lanciostory sarà intitolata "Il ritorno di Dago"
appena il personaggio ritornerà in scena.
L'arrivo di Carlos
Gómez e lo sviluppo del fumetto
Prima di diventare il successore ai
disegni di Dago, Carlos Gómez aveva già fatto alcuni lavori per la
Eura, ma prevalentemente collaborava presso una casa editrice
nazionale di minore rilievo. Quando Wood gli offrì l'incarico di
nuovo disegnatore, Gomez accettò immediatamente ma con non poca
preoccupazione, in quanto temeva di non essere all'altezza di
Salinas. Gomez lavorò per un certo periodo con quest'ultimo, dal
quale apprese tutte le caratteristiche grafiche che
contraddistinguono la saga di Dago, ma nonostante il suo grande
impegno riscontrato nella realizzazione del fumetto, Gomez non si
definì mai ai livelli del suo predecessore. Gomez nel suo lavoro,
venne aiutato da un suo collaboratore, David Tejada. L'impatto con il
fumetto, come è ovvio, non fu facile per Gomez in quanto aveva uno
stile totalmente differente da quello di Salinas: il suo stile era
caratterizzato da un'inchiostrazione piuttosto monocorde e non
riusciva a disegnare Dago con il giusto aspetto (solitamente
esagerava nella realizzazione della mascella).
Gomez ha affermato di essere stato
"costretto" a disegnare Dago in una maniera molto simile a
come faceva Salinas per non deludere i lettori in quanto questi erano
abituati al precedente stile:
«Io vedo che Dago non è lo stesso del
primo Dago, che i lettori volevano simile a quello di Salinas. Non è
facile per un lettore che è abituato, da anni, alla
caratterizzazione di un personaggio, vederlo cambiare in un'altra
cosa. Io ho cominciato facendo il personaggio più simile che potevo
a quello di Salinas, poi, piano piano, la mia personalità è uscita.
Dopo qualche anno disegnavo Dago come piaceva a me e, per dire,
all'epoca del sacco di Roma, Dago era più mio che di Salinas.»
In seguito, però, Gomez è riuscito a
perfezionare il suo stile e, attraverso le inquadrature e le sequenze
dinamiche, è riuscito a calcare l'espressività dei personaggi e ha
saputo ricreare e aggiornare lo stile di Salinas. A Gomez va anche il
merito di aver utilizzato il computer, soprattutto per replicare lo
stesso volto in più vignette e zoomare su alcuni personaggi o
luoghi. Come dichiarato dallo stesso Wood, la forte espressività del
tratto di Gomez, gli è servita ad ampliare e diversificare le
storie. Il disegno di Gomez, inoltre, mutò notevolmente l'aspetto
del protagonista; Gomez descrive il suo Dago "più moderno, più
violento e più umano" rispetto a quello di Salinas, e ha
aggiunto di aver proceduto nel disegno verso "un'innovazione
stilistica, tentando delle inquadrature più ardite" e delle
"soluzioni grafiche di più ampio respiro".
Anni recenti
Nel 2012, Joan Mundet, disegnatore
spagnolo con alle spalle una lunga carriera fumettistica, fu scelto
personalmente dallo sceneggiatore della serie, Wood, quando Gómez
chiese e ottenne di diradare il proprio impegno con Dago per potersi
dedicare a Tex.Successivamente per garantire la serie regolare,
ovvero quella scritta da Robin Wood che appare su LANCIOSTORY, vi
saranno altri disegnatori, alcuni appartenenti alla "Equipo"
storica dello stesso Wood, altri no ;tra questi: ,Marcello
Borstelmann, Yildirim Orer, Carlos Alberto Pedrazzini. Va detto che
in tempi più recenti ,per motivi di salute,le storie di questa serie
non saranno più scritte dal Maestro Wood , ma da Manuel Morini, tra
tutti sicuramente quello più adatto, anche perché da anni
collaboratore di Wood ,dai tempi della già citata "equipo"
Dal settembre del 2017, un nuovo
disegnatore sarà alle prese con Dago, EDYM pseudonimo di Ediberto
Messina È la prima volta che un italiano disegna la serie principale
del Giannizzero Nero. È un impegno da far tremare i polsi, visto i
disegnatori che lo hanno preceduto. Ad ogni modo, chiamato a
concludere una storia già in corsa, l'ultima scritta da R.Wood, dove
già lascia una buona impressione, il suo vero esordio avviene con la
storia "La notte ti sta guardando" su testi di Gustavo
Amezaga (Manuel Morini). Il risultato finale riscuote pareri positivi
e plausi, sia da parte dei fans che della critica. Sempre con Morini,
seguirà "Scritto tra le stelle" dove il segno inizierà a
prendere consistenza e piena maturità. Da segnalare un'intervista
che sarà ampiamente apprezzata dal pubblico Argentino a cura di
A.Avilez.
Riguardo a una possibile conclusione
del fumetto, Robin Wood ha risposto:
«Non lo so, perché non l'ho scritto.
Ti ripeto, io non penso mai a quello che scrivo. Dago pensa, io no.
Io incomincio a scrivere ma non penso mai alla fine, la fine è
un'altra cosa. Arriverà un giorno, può essere che un giorno dirò:
"Qui!". Come è successo con altri personaggi, capirò che
quello è il momento giusto. Una situazione giusta, qualcosa che
lasci il lettore, che per me è la cosa più importante, che lasci il
lettore commosso, felice, triste, tutto... pieno di cose in un solo
colpo che ricorderà per anni.»
Edizione italiana
«Dago è da quasi un ventennio uno dei
personaggi preferiti dal pubblico italiano.»
(Luca Lorenzon, Dago: il più grande
successo dell'Eura editoriale)
Prime pubblicazioni
La stampa italiana ebbe inizio a
partire dal 1983 sul settimanale Lanciostory, di Edizioni Lancio, che
in seguito diventarono il gruppo Eura Editoriale e, a partire dal
2010, Editoriale Aurea.
Il monografico
Dal 1995 incominciò la stampa in stile
monografico bonellide da edicola intitolato solamente Dago, che
presenta storie fuori cronologia, nonostante alcune di esse
presentino personaggi secondari apparsi anche nella continuity
originale del fumetto, come il Principe Bertini, Benvenuto Cellini e
il re Francesco I di Francia. Nel corso delle avventure sul
monografico, inoltre, sono presenti riferimenti alla vita passata del
protagonista e di alcune sue avventure non citate all'interno del
fumetto originale, ma che comunque hanno importanza minore. In altri
casi, invece, le avventure sul monografico servono anche ad ampliare
alcuni episodi della vita del protagonista; un esempio importante è
l'albo Oltre il ricordo che amplia le avventure di Dago quando, da
schiavo, venne mandato a lavorare nella polveriera.
Sul monografico si alternano vari
disegnatori che hanno assistito prima Salinas poi Gomez i quali
sostanzialmente sono i realizzatori dell'impaginazione delle tavole.
Tra gli sceneggiatori del monografico
ci sono:
Robin Wood
Ricardo Ferrari
Morini
Marcelo Valentini
Rodriguez
Enrique Villagran
Tra i disegnatori, invece, ci sono:
Gerardo Canelo
Alberto Caliva
Roman
Mendez
Yildirim Orer
Mulko (solo numero 10 dell'anno 1999)
Tra i disegnatori delle copertine ci
sono:
Claudio Zauli (solo primo numero
Ritorno a Venezia)
Massimo Carnevale (dal 1995 fino al
2006)
Alberto Salinas
Cristiano Cucina (solo il numero
Jeanette)
Carlos Gómez
Yildirim Orer (dal 2006 in corso)
Le ristampe
A partire dal 2002 è in edicola la
testata Ristampa Dago, un bonellide che pubblica in ordine
cronologico le storie di Dago apparse su Lanciostory (e già
ristampate negli inserti di Skorpio).
A partire dal 104º volume, le pagine
del fumetto sono diminuite (i capitoli sono scesi da otto a cinque)
per ricollegarsi con i capitoli su Lanciostory.
Nel 2009 è stata resa nota la scaletta
delle uscite relativa all'iniziativa dei quotidiani del Gruppo
Caltagirone (Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino) dedicata a
Dago che si divide in 12 volumi. Contrariamente a Ristampa Dago,
queste nuove ristampe sono a colori. Questi costituiscono
un'ulteriore ristampa delle prime avventure del personaggio in ordine
cronologico. In altre parole la nuova collana ristampa i primi
Euracomix dedicati a Dago. Inoltre i volumi sono stati messi in
vendita a ritmo mensile nelle fumetterie e nelle edicole tra la fine
del 2009 e i primi mesi del 2010. Il successo della pubblicazione è
stato tale che la Editoriale Aurea (succeduta alla defunta Eura) ha
annunciato che continuerà la ristampa del fumetto.
Nel 2015 sbarca in edicola Dago Nuova
Ristampa, che partendo dal n. 1 ripropone a colori le avventure del
giannizzero nero, con una serie di inserti di approfondimento
sull'epoca e sui personaggi storici che fanno da contorno all'azione.
Ambientazioni
Le avventure di Dago sono imperniate su
aspetti centrali della storia europea del XVI secolo. Nel suo
vagabondare, infatti, Dago attraversa il Mediterraneo con i corsari
turchi, diventando nemico/amico di Barbarossa, partecipa all'assedio
di Vienna, tenta di impedire il sacco di Roma da parte dei
Lanzichenecchi, conosce Cortés, Machiavelli, Benvenuto Cellini,
Nostradamus, perfino il Conte Dracula così come numerosi papi e
sovrani, tra i quali Enrico VIII, Francesco I di Valois e Carlo V di
Spagna. C'è anche un ampio capitolo nel quale Dago viene costretto a
recarsi nel nuovo mondo, dove ritrova una sua vecchia conoscenza:
Francisco Pizarro.
Dipinto raffigurante Marguerite
d'Angoulême. Nel fumetto il personaggio appare completamente
diverso, con occhi azzurri e capelli biondi e ricci.
Ci sono alcuni paradossi storici nelle
avventure del personaggio. Ad esempio nel periodo che trascorre come
schiavo, e successivamente nel corpo dei giannizzeri del sultano,
viene a conoscenza del sacco di Roma e della cattura di Francesco I,
lasciando intendere quindi che ci si trovi nel 1527, ma nelle storie
successive è egli stesso che partecipa a questi due episodi storici
vivendoli in prima persona, creando quindi il paradosso temporale. A
questo proposito è importante notare come per esigenze narrative,
Dago vive prima l'assedio di Vienna (1529), e solo dopo il sacco di
Roma (1527). C'è inoltre l'incontro impossibile con Vlad III, in
quanto quest'ultimo era già morto (1476) all'epoca nella quale il
fumetto è ambientato. Non mancano però riferimenti storici
plausibili, come Solimano il Magnifico, oltre ai personaggi illustri
già citati. È invece inventato il personaggio del principe Bertini,
in quanto il Doge di Venezia che storicamente si trovava in quel
periodo alla guida della repubblica era Andrea Gritti.
Nel numero 256 incontra per la prima
volta Pietro Aretino, il famoso poeta toscano amico di Giovanni dalle
Bande Nere; il paradosso è che Pietro stette vicino a Giovanni
durante la sua morte fino all'ultimo e quindi avrebbe dovuto
conoscere Dago che a sua volta era stato al capezzale del
condottiero.
I riferimenti storici nel fumetto non
si limitano unicamente all'introduzione di personaggi dell'epoca e a
battaglie realmente avvenute. Un lavoro encomiabile è stato portato
anche nella caratterizzazione dei disegni di ambienti - con una
sapiente ricostruzione architettonica e paesaggistica del periodo di
riferimento - e di personaggi, presi direttamente da accurati
riferimenti storici, come i ritratti realizzati nel periodo. È da
notare infatti come personaggi del calibro di Francesco I, papa
Clemente VII e Carlo V siano stati disegnati prendendo spunto dai
dipinti che li ritraggono. Fa eccezione la caratterizzazione di
Margherita d'Angoulême, che nel fumetto risulta molto diversa
rispetto al ritratto d'epoca.
Salinas, ma più Gomez, visitarono
diverse città per prendere ispirazioni sui luoghi da far visitare al
personaggio di Dago; un esempio fu Lucca, luogo che colpì
profondamente Gomez e Wood, che venne ritenuta la scelta più giusta
su dove ambientare la vendetta di Dago contro il Principe Bertini,
evento chiave nella trama del fumetto o come Catania e l'Etna, in una
storia in cui si intrecciano eventi e personaggi storici - come la
visita di Carlo V in una Sicilia vessata dagli spagnoli al suo
rientro dalla Battaglia di Tunisi nel 1535, il soggiorno
dell'imperatore a Randazzo, i grandi festeggiamenti speciali in tale
occasione - e leggende popolari, come la presenza di un'oscura setta
chiamata i Beati Paoli o la presenza a Randazzo di una passionale
amante dell'imperatore asburgico, ricordata da un ritornello
frequente. A Catania avviene lo scontro tra Dago e Molinari, un
sicario molto richiesto dalle corti europee, mentre sull'Etna
concepisce un figlio di cui ignora l'esistenza, durante un amplesso
con una pescivendola locale.
Personaggio
«E poi ti darò un nuovo nome per la
tua nuova vita... vediamo... ti chiamerò... Dago... Sì! Splendido
nome. Dopotutto, questa Daga è stata come una madre per te. Ti ha
fatto nascere a nuova vita... ora non hai più un passato...»
(Il dialogo in cui si spiega l'origine
del nomignolo del personaggio)
Dago, il cui vero nome è Cesar Renzi è
il protagonista del fumetto. Viene soprannominato il Rinnegato o
anche il Giannizzero Nero.
Cesare Renzi nasce a Venezia alla fine
del Quattrocento da una famiglia nobile veneziana. Amante della bella
vita e profondamente legato alla sua famiglia, Cesare passa le sue
giornate tra il divertimento con Giacomo Barazutti gli allenamenti di
scherma presso il maestro Lovino (personaggio comparso soltanto
sull'albo monografico Lame rosse all'alba). Fidanzato e promesso
sposo di Ginetta della Barca, Cesare ha il desiderio di unirsi alla
flotta veneziana per combattere i turchi e i pirati di Barbarossa, ma
quando suo padre ostacolerà il complotto di Bertini, Ahmed-Bey,
Kalandraikis e Barazutti, Cesare verrà pugnalato a tradimento da
quest'ultimo e finirà per essere catturato dai turchi che lo
renderanno uno schiavo. Grazie agli insegnamenti del greco Selim,
Cesare riuscirà a sopravvivere e diventerà Dago, nome datogli da un
capitano al servizio di Barbarossa. Dopo aver sventato un complotto
ai danni di Barbarossa, Dago diventerà un giannizzero e comincerà a
viaggiare servendo diversi popoli e sovrani e partecipando a quasi
tutte le guerre europee, a volte per un esercito, a volte per un
altro, a volte come eroe super partes, sempre rispettato (e a volte
temuto) dai potenti che trovano in lui un uomo deciso, non avido
(quindi non corruttibile), ma soprattutto un uomo giusto.
Contemporaneamente a ciò continuerà a ostacolare i malvagi, a
difendere i deboli, ma soprattutto a cercare i responsabili del
massacro della sua famiglia.
Dago è un uomo dal fisico imponente e
statuario e dall'altezza elevata, coi capelli neri lunghi e
chiarissimi occhi grigi. Il suo corpo, scolpito dagli anni in cui è
stato schiavo e dalle guerre combattute, è costellato di cicatrici,
cosa evidenziata particolarmente in quasi ogni storia. La
caratteristica principale dell'aspetto di Dago è tuttavia il volto
dai lineamenti marcati e duri, contraddistinto dall'espressione
generalmente accigliata e dallo sguardo freddo. Tuttavia, in molte
occasioni, il personaggio è anche caratterizzato da un sorrisetto
sarcastico, beffeggiatorio e disincantato perennemente stampato sulle
labbra e da un'espressione tranquilla e sicura di sé,
caratteristiche che infastidiscono e irritano parecchio i suoi nemici
e i suoi superiori.
Dago da nobiluomo vanesio e amante
della bella vita, diventa un uomo duro e incredibilmente forte
durante il suo periodo di schiavitù; si allena spesso con la spada
coltivando la sua grande abilità che già possedeva ai tempi in cui
viveva a Venezia. Le vicende luttuose della sua giovinezza, così
come il lungo periodo di schiavitù, lo hanno segnato rendendolo
cinico, disincantato. Dago afferma spesso di vivere solo per ottenere
un giorno la sua vendetta. Affronta quindi l'esistenza con l'ironico
distacco di chi non ha più nulla da perdere. È tuttavia molto
sensibile nei confronti degli umili e bisognosi, avendone condiviso
il destino, e ama prendersi gioco dei potenti in ogni possibile
occasione. È solito nascondere completamente i suoi sentimenti e
tenere chiunque a distanza di sicurezza emotiva, motivo per il quale
non si ferma quasi mai nello stesso posto a lungo, anche per evitare
vendette dei suoi molti nemici su persone a lui care.
Comprimari
Personaggi storici
Barbarossa, appellativo con il quale
era conosciuto il pirata e ammiraglio turco Khayr al-Din, personaggio
realmente esistito. Nel fumetto viene presentato come un uomo
innamorato del potere e del mare, che dispensa morte e favori a
seconda dei suoi principi morali o delle esigenze potere, ma perlopiù
è descritto come uomo giusto. Il primo incontro con Dago è sulla
riva di una spiaggia, dove il veneziano e altri schiavi sono
impegnati a disincagliare la barca sulla quale si trova il pirata.
Dago approfitta dell'occasione per derubare Barbarossa di un prezioso
medaglione, che vuole utilizzare per corrompere le guardie affinché
facciano riposare un suo amico schiavo gravemente malato. Viene
scoperto, ma nonostante le numerose frustate Dago non rivela dove sia
il medaglione, in modo che il suo amico possa utilizzarlo per
comprare un po' di riposo. Ammirato da tale coraggio Barbarossa
decide di giustiziarlo, punendo le guardie che non erano state in
grado di farlo parlare, ma l'amico di Dago riporta al pirata il
medaglione, perché ormai prossimo alla morte. Capendo il motivo per
il quale Dago voleva a tutti i costi tenere nascosto il prezioso
oggetto gli risparmia la vita, permettendogli di seppellire l'amico
avvolgendolo nel suo mantello di seta. Incontra Dago di nuovo in una
polveriera nel quale il personaggio principale lavorava come schiavo.
Dago sventa un attentato nei confronti di Barbarossa, aiutandolo a
scappare nelle fogne. A seguito di questo avvenimento Dago riceve la
libertà dalla sua vita da schiavo, a patto però che si converta
alla religione musulmana, vivendo dunque una condizione da rinnegato,
un appellativo che lo accompagnerà a lungo nelle sue avventure. Da
Barbarossa Dago riceverà anche il compito di occuparsi delle
relazioni tra l'impero ottomano e Francesco I, permettendogli dunque
di tornare in Europa. Inoltre Dago lo affiancherà quando il pirata
si dirigerà a Venezia per salutare sua figlia prossima per
richiudersi in convento. Lungo la serie di avventure sono numerosi
gli incontri tra Barbarossa e il protagonista, descrivendo il
rapporto tra i due una sorta di binomio amicizia-odio, come spesso
puntualizzano gli stessi personaggi.
Ibrahim, il Gran visir di Solimano il
Magnifico. Spesso si serve di Dago per risolvere questioni
diplomatiche, ma soprattutto militari. Nonostante la sua autorità,
Ibrahim ha paura del Giannizzero Nero, ma lo stima per le sue doti e
per le sue qualità. Nell'albo monografico Kanun viene rivelato che
Ibrahim è stato condannato a morte per ordine di Roxana. Alla sua
morte salirà al potere come Gran Visir il personaggio storico di
Rüstem Pasha.
Francesco I di Francia, personaggio
storico. Francesco I viene presentato nel fumetto come un re
donnaiolo e dedito ai rapporti con l'impero ottomano per cercare
appoggio nella sua guerra contro Carlo V. Incontra Dago quando questi
è incaricato di portare un ingente carico d'oro che la Francia dovrà
utilizzare per finanziare la guerra. Non riesce nel suo intento di
sottrarre l'oro per utilizzarlo come vuole grazie all'astuzia di
Dago, che nasconde il tesoro ponendosi nella posizione di
amministrare di volta in volta la quantità che dovrà portare al re
di Francia, assicurandosi così un riparo da una ritorsione del re,
poiché in caso di morte del giannizzero nero il tesoro offertogli
dalla sublime porta sarebbe andato perduto. Con Dago partecipa
alla battaglia di Pavia, nella quale il re di Francia è fatto
prigioniero. È lo stesso Dago che conduce un'operazione per liberare
Francesco I dalla prigione spagnola, operazione che però
fallirà. Il rapporto tra Dago e Francesco I non è dissimile da
quello intrattenuto tra il giannizzero nero e Barbarossa, ma il re di
Francia è infastidito anche dal fatto che Dago e sua sorella siano
amanti.
Margherita d'Angoulême, personaggio
storico, sorella di Francesco I e segretamente innamorata di Dago. La
segretezza dura poco, in quanto la voce della storia tra i due si fa
presto largo a corte, provocando le ire di Carlo IV di Alençon,
marito di Margherita, che per l'onta subita abbandona Francesco I
nella battaglia di Pavia negandogli il suo apporto con il proprio
battaglione. Margherita e Dago si incontrano in più occasioni
durante lo svolgimento della storia, soprattutto nei momenti in cui
il giannizzero nero è impegnato in missioni in Francia. I due si
amano profondamente, ma Dago non esplicita chiaramente il suo amore
per Margherita, che a causa dell'apparente indifferenza del veneziano
vorrebbe odiare quell'uomo.
Vlad III. Le caratteristiche che
maggiormente risaltano in Vlad sono il suo sguardo freddo e sottile e
l'enigmatico sorriso, dettagli i quali lo caratterizzano come
estremamente ambiguo e rendono difficile capire quale sia il suo
reale schieramento o se stia dicendo o meno la verità. Vlad è un
uomo spietato, malvagio sadico, incline all'omicidio, al massacro,
alla violenza, ma soprattutto alla tortura; tra tutti gli strumenti
di tortura, Vlad preferisce l'impalamento. Frequentemente afferma che
per lui gli altri non contano o non esistano, e si ritiene superiore
a chiunque. Vlad si allea con chiunque ritenga possa essere utile ad
assicurare la sopravvivenza del suo regno, senza però essere
veramente fedele a nessuno. Incontra Dago in Transilvania e lo
cattura poiché colpito dal suo coraggio. Decide di trasformarlo in
un suo schiavo dopo averlo rinchiuso per mesi in una delle sue
prigioni, ma il protagonista riuscirà a invertire le sorti della
situazione catturando Vlad e minacciandolo di morte; a seguito di
questo, Vlad accoglierà Dago nel suo palazzo e, pur minacciandolo di
morte, deciderà di rimandare il suo desiderio di vendetta poiché
incuriosito dalla capacità di sopravvivere del rinnegato e dalla sua
sete di vendetta, motivo per il quale farà in modo che Dago incontri
e uccida uno dei sicari dell'omicidio della famiglia del
protagonista, Ahmed-Bey. In seguito rincontrerà Dago,
organizzandogli una trappola, dalla quale il rinnegato riuscirà a
scampare. Come già detto sopra, l'incontro tra Vlad e Dago è
impossibile nella storia poiché, nell'ambientazione del fumetto, il
primo dovrebbe essere già morto.
Solimano il Magnifico, personaggio
storico ed è il sultano di Costantinopoli al tempo in cui è
ambientato il fumetto. Come il Gran Visir Ibrahim anche Solimano teme
Dago, ma lo rispetta profondamente.
Roxelana, favorita di Solimano il
Magnifico, nonché nemica giurata di Dago. Nel fumetto appare come
una donna fredda, cinica, inaffidabile, doppiogiochista, egoista e
priva di compassione. Dopo che Dago la libererà dal pirata
Kastriotas del quale si era innamorata, la donna tenterà più volte
di uccidere il Giannizzero Nero, ma fallirà in ogni occasione.
Benvenuto Cellini. Viene presentato nel
fumetto come un libertino che passa il tempo a sedurre donne e a
doversi poi scontrare con i rispettivi mariti. Coraggioso, audace e
incosciente, Cellini è un amante dell'arte e della cultura e non ama
le armi ma è disposto a utilizzarle per necessità. Incontrerà Dago
a Roma e con quest'ultimo difenderà la città durante il sacco
dall'attacco dei predoni luterani. Cellini fa anche una comparsa
nell'albo monografico Genio e Sregolatezza, nel quale verrà
imprigionato e accusato di aver rubato delle gemme appartenenti al
Papa. Proprio nella sua stessa prigione, Benvenuto scoprirà una
Grottesca. Successivamente, grazie a Dago, riuscirà a dimostrare la
sua innocenza e diventerà capo delle grotte papali.
Conestabile di Borbone, nobile francese
che a causa di una congiura venne costretto a tradire il popolo
francese e a schierarsi con i suoi nemici. Dago lo incontrerà nel
corso del viaggio verso Roma nel quale il nobile e il rinnegato
stringeranno un rapporto di stima e di amicizia. Il Conestabile
tenterà di impedire all'esercito imperiale di attaccare e
saccheggiare Roma. Per questo andrà contro la volontà di Enfeldt,
uno dei maggiori sostenitori riguardo l'attacco alla città. Alle
porte di Roma avrà una discussione con Dago e, in segno di amicizia,
deciderà di regalargli la sua spada. Benvenuto Cellini, tuttavia,
credendo che il conestabile stia per attaccare Dago, spara al primo e
lo uccide. Con la morte del Conestabile di Borbone, Enfeldt si mette
alla guida dell'esercito luterano e attacca Roma.
Baiardo, personaggio storico e
cavaliere francese, ricordato soprattutto per il suo coraggio, per la
sua forza e la sua bontà. Incontrerà Dago nella battaglia di Pavia
dove morirà venendo ucciso dagli spagnoli.
Michelangelo Buonarroti, personaggio
storico. Con Dago raggiungerà Lucca dove lo scultore realizzerà una
statua su commissione della dama Laura Paravini. Nel corso delle
varie battaglie nella città, Michelangelo sarà più volte d'aiuto
per Dago e lo difenderà dagli uomini di Bertini.
Hernán Cortés, conquistatore del
Messico. Si recherà in Spagna per difendersi dalle false accuse dei
suoi nemici e qui incontrerà Dago, con il quale instaurerà un
grande rapporto di amicizia e stima. Cortés apprezzerà subito il
protagonista e lo salverà quando verrà attaccato da un gruppo di
sicari inviati da Madonna Leonora. Durante il viaggio i due imparano
molte cose l'uno dall'altro e Dago apprende, così, le meraviglie del
Messico e le guerre che Cortés ha dato vita per conquistare il luogo
dalle popolazioni azteche. Grazie a Dago, Cortés riuscirà a
eliminare con l'astuzia e l'inganno tutti i suoi nemici a corte.
Quando, però, Dago verrà catturato dalla Santa Inquisizione, Cortés
si getterà in suo aiuto e riuscirà a salvarlo grazie alla
collaborazione di Pizarro e di Antonia de Medina.
Francisco Pizarro, conquistatore del
Perù. Viene presentato nel fumetto come un uomo superbo, avido, ma
anche come coraggioso e irruente. Egli afferma che l'unica verità è
la gloria, il potere e la ricchezza. Aiuta Cortés a liberare Dago
dalla Santa Inquisizione. Successivamente rincontrerà il Rinnegato e
lo esorterà a seguirlo nella sua spedizione verso il Perù. Pizarro
considera la conquista del Perù come qualcosa di personale e non
dimostra di nutrire il minimo interesse nello spezzare vite altrui se
questo è necessario per espandere il suo impero. Proprio per questo
sono molti a temerlo e a rispettarlo, sia come stratega sia come
guerriero. Il suo metodo è, tuttavia, più volte messo in
discussione da Dago e da Hernan de Soto che sono contrari alle
violenze e ai massacri che Pizarro lascia spargere liberamente. Per
questo, quando il conquistatore darà l'ordine di invadere Cuzco,
Dago deciderà di ritirarsi dalla conquista e di lasciarsi alle
spalle il massacro.
Hernando de Soto. Inizialmente membro
della spedizione di Pizarro in Perù, in questo periodo fa la
conoscenza di Dago, diventandone amico. De Soto si innamorerà di
Stella d'oro, la favorita di Atahualpa, la quale ricambierà il suo
amore ma sarà costretta a lasciarlo per recuperare una statua di
enorme valore raffigurante il dio Inti. De Soto è un personaggio
simile a Dago e, come lui, non ama il metodo di Pizarro e le
rappresaglie causate da quest'ultimo e dai suoi uomini.
Successivamente, De Soto esorterà Dago a seguirlo nella spedizione
in Florida alla ricerca della Fonte della giovinezza, nella quale lo
stesso De Soto morirà a causa di febbri.
Carlo V d'Asburgo, re di Spagna. Tra
lui e Dago non corre buon sangue in quanto il protagonista è un
rinnegato al servizio del Sultano, il principale nemico di Carlo V, e
contemporaneamente è l'inviato del Barbarossa presso la corte di
Francesco I di Francia. A Toledo, Carlo V consegnerà Dago alla Santa
Inquisizione. Successivamente incontrerà di nuovo Dago in diverse
occasioni e, pur mantenendo nei suoi confronti un forte rapporto di
ostilità, deciderà di lasciarlo andare per la sua strada,
soprattutto dopo che il Giannizzero Nero sventa un attentato nei suoi
confronti.
Dragut. È un corsaro ottomano e
braccio destro di Barbarossa. Lui e Dago si incontrano casualmente,
finendo per diventare buoni compagni di avventure.
Personaggi immaginari
Principe Bertini, il doge di Venezia
nonché il mandante dell'omicidio della famiglia di Dago, i Renzi.
Bertini viene presentato nel fumetto come un uomo austero, rilassato
e dotato di grande autocontrollo, ma anche infido, manipolatore e
senza scrupoli. Il suo unico scopo, inizialmente, è quello di
prendere il controllo di Venezia e diventare doge; per questo decide
di ideare un complotto organizzato ai danni della Repubblica di
Venezia che lo porterà al potere, ma per sua sfortuna il padre di
Cesare Renzi riuscirà a scoprire i suoi obbiettivi e tenterà di
fermarli. Bertini, sarà, quindi costretto a sterminare la famiglia
veneziana e, dopo tale evento, diventerà finalmente doge della
repubblica. Sarà ignaro che Cesare Renzi, figlio primogenito della
famiglia assassinata, è riuscito a scampare alla morte e verrà
informato di tale notizia solo dal rientro di Barazutti dalla guerra
in Abissinia. La gratitudine di sua moglie e delle sue figlie nei
confronti di Dago che le ha salvate dal Sacco di Roma sarà motivo di
ulteriore odio da parte del Principe, odio che culminerà in un
tentativo di omicidio durante una visita alla città di Lucca, che
però fallirà a causa della benevolenza che i lucchesi mostrano per
il rinnegato; Bertini, in seguito, morirà di infarto nella sua
residenza, un attimo prima che Dago riesca a raggiungerlo e ad
ucciderlo.
Giacomo Barazutti è un conte
veneziano, nonché il migliore amico di Cesare Renzi ai tempi in cui
il giovane viveva ancora a Venezia. Si unirà al complotto
organizzato da Bertini per ottenere in sposa Ginetta de la Barca,
fidanzata di Cesare. Quando Bertini gli ordinerà di uccidere l'amico
dopo averlo condotto fuori dalla residenza dei Renzi, Barazutti
obbedirà all'ordine del suo superiore e colpirà l'amico a
tradimento su una gondola, evento dopo il quale Cesare cadrà
dall'imbarcazione sparendo nelle acque. Successivamente, Barazutti
verrà inviato in Abissinia a capo delle truppe veneziane ed è qui
che rincontrerà Cesare il quale gli taglierà entrambe le mani,
motivo per il quale verrà soprannominato Mani d'oro al suo rientro a
Venezia. Per sfuggire a Dago che intende ucciderlo a Padova,
Barazutti arruolerà la Legione Nera. Una volta che quest'ultima sarà
sconfitta, Barazutti riuscirà a scappare dalla città, dopo aver
fatto ricevere a Dago un suo messaggio.
Ahmed-Bey è il ministro del Sultano
Solimano il Magnifico da cui ricevette l'ordine di distruggere
l'alleanza tra Venezia e l'imperatore Carlo V. Per riuscire nel suo
intento, Ahmed-Bey appoggiò il Principe Bertini come nuovo doge
della repubblica e divenne complice di quest'ultimo riguardo
l'omicidio della famiglia Renzi. Dopo la morte di Kalandraikis,
Ahmed-Bey sospetterà del ritorno di Cesare Renzi e gli organizzerà
una trappola in Transilvania. Per sua sfortuna verrà ostacolato da
Vlad Tepes e affronterà Dago che, dopo un breve duello, lo getterà
in mezzo ad alcuni serpenti velenosi; Ahmed verrà, così, divorato
dai serpenti, destino che aveva riservato a Dago.
Kalandrakis è un banchiere che ha
ammassato fortune in Europa. Per riuscire a mantenere integra la sua
economia, Kalandrakis appoggiò il Principe Bertini come nuovo doge
della repubblica e divenne complice di quest'ultimo riguardo
l'omicidio della famiglia Renzi. Incontrerà per caso Dago che, dopo
averlo riconosciuto, lo affogherà nella fontana del palazzo di
Barbarossa.
Ginetta della Barca è la promessa
sposa di Cesare Renzi durante la sua vita veneziana, la quale pur
avendo sposato Barazutti è rimasta innamorata del protagonista.
All'epoca in cui era fidanzata con quest'ultimo era considerata la
donna più bella di Venezia.
Selim, uno schiavo greco che incontra
Dago quando quest'ultimo viene catturato dai turchi dopo l'omicidio
della famiglia Renzi. Insegna a Dago come sopravvivere alla vita di
schiavitù. Nel corso dei vari lavori come schiavo, Selim comincerà
ad ammalarsi e, dopo aver sofferto molto, morirà ad Algeri dopo aver
convinto Barbarossa a risparmiare la vita a Dago che aveva derubato
il pirata nel tentativo di curare l'amico greco.
Orbasha', il signore del deserto e dei
banditi. Figlio del nobile arabo Caid Di Fez, Orbasha assiste
giovanissimo allo sterminio della sua famiglia per mano di un sicario
di Barbarossa, Mustafa' Bey. Orbasha' si rifugia nel deserto e
diventa il capo di un numeroso gruppo di banditi, combattendo più
volte Barbarossa e i suoi alleati. L'incontro con Dago avviene nel
deserto, quando ancora il giovane veneziano era schiavo e all'inizio
delle sue avventure. Orbasha' lo cattura e comincia piano piano ad
ammirarlo. Dago lo salva da un attentato e Orbasha' lo ripaga
nominandolo suo guerriero. I due, dopo un iniziale odio, cominciano a
diventare ottimi amici.
Kastriotas, pirata greco che rapirà
Roxelana di cui si innamorerà profondamente, venendo anche
ricambiato dalla donna. Dago, per ordine del Gran Visir Ibrahim,
recluterà un gruppo di uomini per liberare Roxelana. Riuscito
nell'intento, il gruppo del Gianizzero Nero verrà inseguito da
Kastriotas che, durante l'inseguimento, perirà insieme alla maggior
parte dei suoi uomini.
Kerim Bey, una pirata saracena e
l'ultima superstite di una famiglia massacrata a tradimento. Incontra
Dago durante il viaggio di quest'ultimo a Costantinopoli e se ne
innamora. I due successivamente si separeranno per seguire le loro
rispettive avventure.
Roma, ultima rimasta di un gruppo di
donne guerriere che vennero uccise dai turchi. Incontra Dago quando
quest'ultimo rimane ferito e, dopo averlo curato, comincerà a
innamorarsene venendo ricambiato. Purtroppo, durante una gara a
cavallo, verrà avvelenata da un servo di un pascià turco da lei
sfidato. Sarà Dago, in seguito, a vendicarla e a uccidere il
colpevole.
Morte è il cane di Dago. I due si
incontrano la prima volta quando Morte stava per essere ucciso dal
suo precedente padrone e, in questa occasione, viene salvato proprio
da Dago che lo porta con sé nella sua residenza a Costantinopoli.
L'affetto che lega Morte e Dago è molto forte, motivo per cui il
cane non fa avvicinare nessuno all'infuori del suo padrone. Quando
Dago è in missione per conto di Barbarossa, Morte partirà da
Costantinopoli e attraverserà l'intera Europa per raggiungerlo in
Francia, dove Dago lo affiderà a Margherita d'Angoulême. Morirà
proprio in Francia, a seguito del dolore per la mancanza di Dago.
Ragno è una spietata assassina che è
alla disperata ricerca di sua sorella gemella, insieme alla quale è
la vera erede di un regno usurpato da suo fratellastro e dalla sua
matrigna. Dopo aver trovato sua sorella con l'aiuto di Dago e
Orbasha, Ragno si riprende il suo regno, ma muore tra le braccia di
Dago durante un combattimento con dei mercenari.
Magdalena, una mercenaria svizzera che
cattura Dago in Francia per ordine di un nobile al servizio del re
Carlo V. Si innamorerà di Dago dopo che quest'ultimo riesce a
salvare suo fratello da una morte per annegamento. Nel corso della
missione a Venezia organizzata da Barbarossa, Magdalena rimarrà
ferita e, in seguito, morirà; il suo corpo verrà seppellito in mare
da Dago.
Antonia de Medina de' Medici,
nobildonna italiana che incontra Dago durante il Sacco di Roma. Da
bambina venne sposata a un nobile spagnolo (dal quale appunto deriva
il cognome de Medina) la quale la violentò e permise anche ad altri
di abusare di lei. Quando il nobile spagnolo morì, Antonia prese il
potere e uccise tutti i suoi nemici: da quel momento diventò una
delle donne più potenti e ricche d'Europa. Sebbene l'esperienza da
ragazzina sia stata traumatizzante, Antonia riuscirà a lasciarsi il
passato alle spalle grazie a Dago, con il quale avrà una profonda
relazione sentimentale a seguito della quale la donna rimarrà
incinta e più tardi partorirà Cesare Renzi de Medina. Inoltre,
Antonia aiuterà Dago a sfuggire alla Santa Inquisizione con l'aiuto
di Cortés e Pizarro e farà in modo che il suo amato si nasconda in
Andalusia.
Enfeldt, mercenario luterano nonché
guida del Sacco di Roma. Odia profondamente Dago e cercherà di
ucciderlo molte volte. Morirà a Roma per mano dello stesso Dago dopo
un duello di spada.
Leonora, nobile italiana che si
divertiva a rapire i viandanti e a sottoporli a crudeli torture. I
suoi piani verranno sventati da Dago il quale, dopo un lungo viaggio,
deciderà di punirla imbarcandola su una nave diretta in America e
condannandola ai lavori forzati.
Jimena, figlia di Don Riquelme e amante
di Dago nel periodo in cui il rinnegato risiede in Andalusia.
Inizialmente timida e pacata, grazie a Dago muterà nel carattere
diventando una donna matura. Successivamente, dopo aver messo da
parte i suoi sentimenti per Dago, sposerà Miguel de Medina, pur
rimanendo affezionata al rinnegato.
Don Riquelme, lo scorbutico nobile
dell'Andalusia che ostacola Dago, inizialmente, nello sviluppo del
monastero dei monaci del luogo. Con il tempo inizia a stimare
particolarmente il rinnegato e accetterà la relazione tra lui e sua
figlia Jimena. Successivamente si innamorerà di una giovane ragazza
che deciderà di sposare e dalla quale scoprirà di aspettare un
figlio.
Miguel de Medina, sposo di Jimesa
nonché cugino di Antonia de Medina. Prima del suo matrimonio con
Jimena farà in modo che Antonia incontri nuovamente Dago dopo che
quest'ultimo si era rifugiato in Andalusia per sfuggire
all'Inquisizione.
Joao è un portoghese tenuto
prigioniero dalle amazzoni. Sarà il compagno di viaggio di Dago
nelle avventure ambientate nella foresta amazzonica e a Eldorado. Una
volta ritornati tra la civiltà, Joao prenderà la prima nave per il
Portogallo e saluterà con nostalgia il Giannizzero Nero.
Uria è la figlia del Re d'Oro, il
saggio sovrano di El Dorado. Diventa l'amante di Dago durante il
soggiorno di quest'ultimo nel suo regno, ma in realtà ella intende
ingannare il rinnegato e uccidere segretamente suo padre per prendere
il controllo di El Dorado. Viene uccisa dal guerriero Maracui.
Maracui è il malvagio guerriero che si
unisce a Uria per uccidere il Re d'Oro. Dopo la morte di quest'ultimo
e la caduta di El Dorado per mano di violente inondazioni, Maracui
diventa il capo di un grandissimo esercito di indigeni e lo usa per
sottomettere tutte le altre popolazioni del Nuovo Mondo. L'intervento
di Anahi e Dago, che aveva ucciso il fratello di Maracui, Queroneo,
impediscono al guerriero di compiere il suo piano. Nello scontro
finale, Maracui viene ucciso da Dago.
Anahi è una giovane e pacifica
indigena del popolo dei Guaraní. Dopo essere stata brutalmente
violentata dagli uomini di Maracui, Anahi si trasforma in una
guerriera assetata di vendetta. Insieme a Dago raduna i popoli
indigeni per fermare l'esercito di Maracui, ma uno dei suoi soldati
la tradisce e la consegna ai nemici. Morirà su un rogo costruito da
Maracui, ma verrà vendicata da Dago.
Cesare Renzi de Medina è il figlio
legittimo di Dago avuto con Antonia de Medina. Identico al padre sia
nell'aspetto sia nel carattere, Cesare è orgoglioso di essere il
figlio di Dago, anche prima di conoscere il genitore di persona.
L'incontro tra i due avviene la prima volta in Andalusia quando
Cesare era ancora un neonato. Successivamente i due si incontreranno
anni più tardi quando Dago raggiunge il palazzo di Antonia
nell'occasione dell'arrivo in città di Carlo V.
Accoglienza
Dago ha ottenuto ben presto un giudizio
molto positivo ed è stato definito come il "più grande
successo della Eura Editoriale", nonché uno dei fumetti più
conosciuti e famosi in Italia, con una quantità di pagine prodotte
annualmente che, tra storie nuove e ristampe, nella seconda metà
degli anni '90 è superata solo da Tex e Dylan Dog. Già dalla sua
prima pubblicazione, avvenuta nel 1980, la critica ha più volte
elogiato il lavoro di Robin Wood e di Alberto Salinas, soprattutto
per quanto riguarda l'evoluzione di Dago nei primi numeri che ha
permesso al pubblico di affezionarsi al personaggio in breve tempo.
Luca Lorenzon su Fucine Mute ha affermato che «Dago è da quasi un
ventennio uno dei personaggi preferiti dal pubblico italiano».
Il sito afNews ha affermato «Se amate
la Storia e non disdegnate le avventure dalle tinte forti, condite da
grandi quantità di cinismo in cui si intravedono ogni tanto degli
sprazzi di onestà e giustizia, Dago può essere la serie che fa per
voi. E se anche non fosse così, dubito che ne restereste delusi».
Non sempre critiche positive nei
confronti di Carlos Gómez, sostituito di Salinas, soprattutto nei
primi anni di mestiere. Gomez, infatti, venne criticato fortemente
per il modo di disegnare Dago e quindi non venne definito l'erede più
indicato per il fumetto. Successivamente la critica ha premiato il
lavoro di Gomez, motivo per il quale il disegnatore venne premiato
con uno Yellow Kid ad Expocartoon, nonostante la disapprovazione di
Sergio Rossi che insistette che il premio dovesse andare a Salinas,
vero creatore e disegnatore del fumetto. Lo stesso Salinas espresse
il suo giudizio positivo sul suo successore e affermò «Lo considero
un magnifico prosecutore del personaggio. Voglio ringraziarlo, perché
è riuscito a farlo sopravvivere e mi ha dato modo di lavorare su
altre cose quando io non volevo più farlo».
Fuori serie
Dago ha avuto un team-up con John Doe,
pubblicato nella serie di quest'ultimo sugli albi n. 22 Cinque cuori
di pietra e n. 23 Il Gianizzero Nero. In questi due numeri, Dago non
fa un breve comparsa, ma è un co-protagonista a pieno titolo.
Inoltre Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli, autori di John Doe,
rielaborano le origini del Gianizzero Nero narrando un incontro tra
Morte (da non confondere con l'omonimo cane di Dago) e lo stesso
Dago, quando quest'ultimo stava annegando nelle acque veneziane.
Inoltre sono state pubblicate quattro storie inedite oltre la serie
regolare:
1) Mostra fumetto Lucrezia nelle
Nuvole, Ed. Sometti, in una storia in tre parti insieme a Martin
Mystere e Diabolik, la storia della lunghezza di 8 pagine di Dago,
che introduce e si incastra con le altre nella narrazione, è stata
realizzata da Robin Wood e Carlos Gomez;
2) Mostra fumetto Riminicomix del 2006 intitolato
"La rosa d'oro", autori Wood e Gomez; 3)
Albo Cronache da Ucrhonia n. 0 del 2014, dell'Ed. Ucrhonia, racconto
di 12 pagine dal titolo "Genesi di Bellinzona", di Wood &
Gomez/Tejada;
4) Inserto di 48 pagine allegato al
giornale Corriere del Ticino, "C'era una volta...Marignano",
sempre di Wood ai testi e Gomez/Tejada ai disegni.