venerdì 9 agosto 2019

Arcade

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Arcade è un personaggio dei fumetti creato da Chris Claremont (testi) e John Byrne (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione è in Marvel Team-Up (vol. 1) n. 65 (gennaio 1978).

Biografia del personaggio
Dell'infanzia di Arcade, si sa che nel giorno del suo 21º compleanno uccise il padre per ereditarne l'enorme fortuna; con essa costruì il Mondo Assassino, il suo bizzarro e pericoloso parco privato in cui si divertiva sadicamente a uccidere le persone con intrattenimenti mortali somiglianti a quelli di un luna park.
I primi supereroi a scontrarsi con questo sadico supercriminale furono l'Uomo Ragno e Capitan Bretagna, che furono i primi di una lunga serie di eroi a sfuggire dal Mondo Assassino facendo impazzire Arcade.
Norman Osborn lo assunse per uccidere Ben Urich ma fallì come al solito.
Felicia Hardy si ritrovò in trappola assieme all'X-Man artigliato, Wolverine: dovettero affrontare il napalm e le bombe piazzate da Arcade e la sua fidanzata di allora, la Coniglia Bianca. Gli eroi riuscirono a fuggire e lasciarono i criminali nella Terra Selvaggia, dove Arcade dovette fare da schiavo ad un'offesa coniglietta. Arcade intrappolò in seguito alcuni miliardari e delle famose star, tra cui Ben Grimm, Tony Stark, Nottolone per conto di una donna che voleva vendicarsi dell'allora fidanzata della Cosa, Carlotta LaRosa: grazie ai loro sforzi congiunti gli eroi ribaltarono la situazione.
In Avengers Arena, Arcade reinventa il Mondo Assassino sfruttando avanzate tecnologie: con l'aiuto della sua nuova assistente, Miss Coriander, allestisce una zona al di sotto dell'Antartide non rintracciabile da un qualsiasi dispositivo, sulla quale può esercitare il controllo completo grazie a nanotecnologie disperse nell'aria, proiezioni di luce solida e campi di forza. Di fatto è in questo mondo onnipotente, potendo manipolare a suo piacimento tutto ciò che vi è contenuto, e la stessa Miss Coriander afferma che lì potrebbe persino tener testa a Thor.

Poteri e abilità
Arcade non ha poteri, dispone solo di un enorme ricchezza ed è un abile inventore. Ha una conoscenza assoluta della tecnologia molto più avanti rispetto alla scienza convenzionale, in particolare nei settori della robotica e dell'ingegneria meccanica e elettrica. Di solito quando sembra essere catturato, risulta essere un robot.
Grazie a quanto compiuto in Avengers Arena, serie scritta da Dennis Hopeless, Arcade viene eletto dai fan della Marvel secondo miglior villain del 2013.


giovedì 8 agosto 2019

Abie the Agent

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Abie the Agent fu una popolare serie a fumetti a strisce giornaliere ideata e realizzata da Harry Hershfield e pubblicata negli Stati Uniti d'America dal 1914 al 1940. Dalla serie vennero tratte due serie animate e venne citata nel film Animal Crackers dei Fratelli Marx.

Storia editoriale
Dopo il successo ottenuto con la serie Desperate Desmond del 1910, venne richiesto all'autore di crearne una nuova, sempre incentrata sulla cultura Yiddish e sugli immigrati di origine ebraica negli USA. Venne così preso il personaggio di Abraham Kabibble, già comparso come personaggio secondario in Desperate Desmond e venne caratterizzato confutando alcuni stereotipi sugli ebrei e dando una rappresentazione di un immigrato di classe media che aveva raggiunto un certo successo anche se molto avaro e fu il primo ebreo protagonista di una striscia a fumetti americana. La nuova serie divenne nota come Abie the Agent ed esordì sul New York Journal il 2 febbraio 1914, distribuita dal King Features Syndicate, e divenne molto popolare tanto che nel 1917 vennero prodotte due serie animate. La serie venne sospesa tra il 1931 e il 1935, per poi concludersi definitivamente nel 1940.

Caratterizzazione dei personaggi
Mentre il protagonista e i comprimari avevano molte caratteristiche tipicamente ebraiche, come i loro nomi o il loro uso di parole e accenti yiddish, mancavano invece molti degli elementi negativi o caricaturali, come i tratti fisici esagerati, che si trovano nelle raffigurazioni degli ebrei del periodo. Abie, il protagonista, era per molti versi indistinguibile da altri americani caucasici e fu un primo esempio della fede nell'integrazione degli ebrei tedeschi nella società americana e, ad esempio, durante il 1917 il personaggio si arruolò nell'esercito per dare il suo contributo al suo paese d'adozione. Col tempo il personaggio perse molte delle sue caratteristiche più tipicamente ebraiche, dimostrando così l'avvenuta integrazione nella società americana. Il fumetto venne realizzato da un artista ebreo, ma può essere considerato discriminatorio dal momento che probabilmente ha cercato solo di promuovere l'assimilazione degli ebrei come americani caucasici, allo stesso tempo distinguendoli da altre etnie come i messicani o gli afroamericani che sono stati spesso rappresentati negativamente.



mercoledì 7 agosto 2019

Makoto Shishio

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«Più forte di ogni cosa ci sono soltanto io! In fin dei conti questo mondo segue la legge della giungla, i forti sopravvivono e i deboli muoiono! E sono io che devo vivere!»
(Shishio a Kenshin)


Makoto Shishio (志々雄 真実 Shishio Makoto) è un personaggio fittizio tratto dal manga di Nobuhiro Watsuki Kenshin Samurai Vagabondo.

Storia
Bakumatsu
Dopo la morte di Tomoe Yukishiro, Kenshin Himura fu sollevato dall'incarico di proteggere i membri degli Ishin Shishi. Shishio Makoto divenne così il suo successore come assassino ombra (hitokiri) e fu l'autore dell'omicidio di Iizuka, l'uomo che tradì i samurai ambiziosi di Choshu. Il futuro governo Meiji fu più riservato su Shishio, a differenza di Kenshin; molti appartenenti ai clan di Chōshū e Satsuma (i membri del futuro governo Meiji), infatti, non sapevano quasi nulla su di lui.
In seguito, il nuovo governo Meiji credette che era necessario nel loro interesse eliminare Shishio. Mentre nei confronti di Kenshin avevano una gran fiducia e lo vedevano come un servitore idealista della causa Imperialista, Okubo e gli altri ufficiali del Meiji giunsero giustamente alla conclusione che Shishio era un opportunista sociopatico e che avrebbe senza alcun dubbio usato la sua vasta conoscenza dei segreti governativi per far cadere la città in tumulto per il suo tornaconto. Così, durante la guerra Boshin, Shishio fu messo k.o. grazie ad una ferita alla testa infertagli da un colpo di pistola; fu poi immerso nell'olio bollente e bruciato vivo dagli stessi Ishin Shishi. Tuttavia Shishio sopravvisse, riportando comunque seri danni al suo intero corpo. Dal giorno di quell'incidente Shishio continuò a cambiarsi le bende ogni giorno, separando accuratamente le dita.
Shishio decide perciò di vendicarsi del governo Meiji e assemblò un gruppo di combattenti, i migliori del Giappone: i Juppongatana (Le Dieci Spade), per rovesciare il governo. Shishio immaginava un Giappone governato da lui, in cui vigeva il principio della selezione naturale per cui "il più forte mangia il più debole". Usando il suo credo, Shishio mise in piedi una campagna contro il governo Meiji, considerandolo troppo debole per governare il Paese. Grazie al suo motto, si guadagnò un ideologico discepolo, Soujiro Seta, che gli fece da braccio destro e si dimostrò il più forte del Juppongatana. Shishio pensò di rinforzare l'economia del Paese col petrolio, una volta che avrebbe messo le mani sul Giappone.

Saga di Kyoto
Dopo che la sakabato di Kenshin si ruppe, Shishio e i suoi seguaci erano arrivati al clou del loro piano di ribaltamento del governo Meiji. Solo Kenshin, Hajime Saitō e Sanosuke Sagara si erano radunati per fermarlo.
Shishio inviò i suoi subordinati a lottare contro gli Oniwabanshū, Kamiya Kaoru e Myōjin Yahiko, mentre lasciò che i suoi combattenti più forti affrontassero Kenshin, Saitō e Sanosuke. Yumi Komagata, l'amante di Shishio ebbe l'ordine di guidare Kenshin e i suoi. Sōujirō, dopo la sua sconfitta, chiese a Yumi di riferire a Shishio qual era il segreto sulla tecnica Ougi di Kenshin, prima di lasciarlo.
Infine, il tassello mancante del quadro di Shishio era la sconfitta di Kenshin, per cui si sarebbe stabilito chi dei due meritava il titolo di più forte degli hitokiri. A causa dei danni subiti dalle sue ghiandole sudoripare, non poteva combattere per più di 15 minuti; altrimenti la sua temperatura avrebbe continuato ad aumentare. Shishio invitò Kenshin, Saitō, Sanosuke e Aoshi nel suo nascondiglio dopo che questi ebbero sconfitto tutti i loro avversari (a quel punto Shishio conosceva tutte le loro tecniche di combattimento). Infine, il suo corpo divenne bollente, il suo sangue cominciò ad evaporare. Yumi tentò di fermare Kenshin senza ascoltare Shishio, ma fu trafitta proprio dalla spada di quest'ultimo insieme a Kenshin. Yumi morì comunque felice conscia di essersi resa finalmente utile anche in battaglia.
Quando Kenshin decise finalmente di usare l'Amakakeru Ryū no Hirameki contro di lui, Shishio riuscì a bloccarla con successo, grazie all'aiuto di Soujiro, ma era ignaro del fatto che la tecnica consisteva in due parti, di cui la seconda non fu necessaria contro Aoshi e Sōjirō: il primo colpo è molto potente e crea una sorta di vuoto d'aria che paralizza l'avversario temporaneamente per permettere di sferrare un colpo successivo. Questo secondo attacco colpì in pieno Shishio, che comunque, fu in grado di rialzarsi nonostante il duro colpo. Saito commentò che il ken-ki (forza combattiva) di Shishio era superiore a quello di Kenshin.
Shishio dopo tutto riuscì a superare il suo limite. Comunque, proprio quando lo superò, la temperatura del proprio corpo aumentò a dismisura — provocando una combustione spontanea del corpo — lasciandolo ardere vivo. Quando morì, sorrise in modo maniacale; il significato di quella risata è a tutti incomprensibile.

Fine
Alla fine della saga di Kyoto, Shishio è all'inferno con Yumi e Houji. Tutti e tre camminano nello spazio immenso, con Shishio che dichiara di voler conquistare l'inferno.
La sua ultima apparizione nel manga è durante il Jinchū, in una visione dell'inferno da parte di Kenshin dopo la presunta morte di Kaoru. Egli appare dinanzi a Kenshin e lo deride, ma nel profondo della sua depressione, Kenshin non si accorge se sia vivo o morto e interpreta che Shishio è la sua guida per l'inferno. Shishio è felice di portare Kenshin con sé, ma solo nel caso che ammetta di aver sbagliato nel combatterlo a Kyoto.

Tecnica
Una delle spade usate da Shishio è la Mugenjin (無限刃 Mugenjin) ovvero la "Spada senza Limiti", che è intrisa del grasso delle vittime di Shishio nel corso degli anni. Come risultato, ottiene la capacità di usare una tecnica di fuoco a suo piacimento. Così come Kenshin, Shishio è abile nel memorizzare le tecniche dell'avversario e ne analizza i punti deboli e quelli di forza, prendendo un largo vantaggio sul suo nemico. La sua volontà di vivere è estremamente forte, quasi quanto quella di Kenshin.
La mostruosa forza di Shishio, la sua resistenza e la sua abilità nel leggere il suo avversario fanno sì che sia pari a Kenshin. Durante la battaglia finale nel suo covo, Shishio dimostrò le sue abilità fermando il Ryushosen di Kenshin usando solo le dita; evitò e contrattaccò il Gatotsu Zeroshiki di Saito, riuscì a vedere attraverso la tecnica della cascata d'acqua (Ryuusui no Ugoki) di Aoshi; e fu colpito dal "doppio colpo" di Sanosuke senza subire danni.
Shishio usa la Mugenjin per eseguire i colpi della scuola Ware ryuu, chiamata da Hoji "Le Tre Spade Segrete":
1 Homura Dama (Spirito di fuoco)
È la prima spada segreta ed è quella più usata da Shishio. Usa la frizione della lama imbevuta nel grasso umano per incendiare la spada e distrarre il suo avversario dal fendente. Di conseguenza si viene bruciati e sfregiati contemporaneamente.

2 Guren Kaina (Polso del loto scarlatto)
Shishio riempie il suo guanto di polvere da sparo e la accende con le scintille provocate dalla Mugenjin. Così avviene una forte esplosione. Guren Kaina è molto potente ed è usata solitamente quando l'avversario è molto vicino, preferibilmente quando lo si tiene in pugno.

3 Kaguzuchi (Fuoco dello spirito di Dio)
Il Kaguzuchi è la tecnica finale di Shishio. Facendo strisciare la punta della sua lama dalla base fino alla sommità del fodero, crea un vortice di fuoco tutt'intorno alla spada. La tecnica finale non è del tutto rivelata, comunque. Probabilmente quando Shishio parte con la fiammata e il fendente può incenerire e tagliare allo stesso tempo l'avversario. Prima che Shishio potesse utilizzare il Kaguzuchi, fu contrastato dall'Ougi di Kenshin.

Retroscena
Shishio Makoto è grosso modo basato su Serizawa Kamo, il primo comandante degli Shinsengumi. Nobuhiro Watsuki afferma che in un primo momento voleva disegnare un fanatico della vendetta. Poi ha preferito un personaggio distruttivo sì, ma allo stesso tempo stravagante che mentre compie la sua vendetta personale pensa anche alla conquista del potere del paese. Per quanto riguarda le bruciature si è rifatto al film La gente della famiglia Inugami, anche se ha abbandonato l'idea di mettergli una maschera di gomma. Per l'abbigliamento Watsuki si è ispirato al personaggio di Samurai Shodown Kibagami Genjuro, cioè un tipo snob col kimono scoperto su una spalla, che fuma la pipa giapponese, con l'ombrello, il paravento e perfino con una donna provocante al suo fianco. Mentre per quanto riguarda le bende, si ispira a Mukuro di The Last Blade.

Curiosità
  • Nell'episodio otto dell'anime Buso Renkin, tratto dal manga disegnato da Nobuhiro Watsuki, Tokiko Tsumura viene fasciata in modo da assomigliare a Shishio.



martedì 6 agosto 2019

Agente segreto X-9

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L'Agente segreto X-9 (Secret Agent X-9) è un personaggio immaginario creato nel 1934 da Dashiell Hammett e dal disegnatore Alex Raymond protagonista di una omonima serie a fumetti di genere poliziesco a strisce giornaliere pubblicata su numerosi giornali statunitensi dal 22 gennaio 1934 al febbraio 1997. Dalla serie a fumetti vennero tratte due serie di film cinematografici a episodi realizzati dalla Universal, nel 1937 e nel 1945.

Storia editoriale
La serie venne pubblicata ininterrottamente su numerosi giornali statunitensi dal 22 gennaio 1934 al febbraio 1997. Non venne mai prodotta una versione a tavole domenicali. Venne ideata dallo scrittore giallista Dashiell Hammett che realizzerà storie dalle trame ben congegnate e dense di colpi di scena fino ad aprile 1935 quando lasciò l'incarico a Leslie Charterisper qualche mese prima di essere affidato ad autori meno noti che contribuiranno al lento declino del personaggio snaturandone alcune caratteristiche. I disegni, dopo Alex Raymond, dal 1935 vennero realizzati da Charles Flanders e poi da Nicholas Fonsky (1938), Austin Briggs (1938), Mel Graff (1940) che si alternava a Paul Norris (1955/59), Bob “Lewis” Lubbers (1960). A metà degli anni sessanta la qualità era notevolmente calata e la serie era pubblicata su pochi giornali statunitensi. Il King Features Syndicate, l'agenzia che ne deteneva i diritti, decide di rilanciare la serie affidandola ad Archie Goodwin e ad Al Williamson i quali fanno esordiscono il 30 gennaio 1967 raggiungendo ottimi risultati e realizzando un sodalizio artistico che durerà fino al 1980, quando il disegnatore abbandonerà la serie che verrà affidata a George Evans.

Edizione estere
Italia
In Italia la serie esordì sul settimanale L'Avventuroso e poi su altre testate e quotidiani.

Caratterizzazione del personaggio
Phil Corrigan è un agente dell'FBI di cui si sa molto poco. Dedito con implacabile impegno alla lotta contro la malavita organizzata, è un agente incorruttibile e molto coraggioso che agisce da solo capace di infiltrarsi tra i criminali per raggiungere i suoi obiettivi. Quando la piccola Hilda, che ha salvato dalle grinfie dei suoi rapitori, gli chiede perché avesse promesso a sua madre che l'avrebbe trovata a ogni costo, risponde:«Perché anch'io avevo una bambina come te: sua madre era bella come la tua. Sono state uccise tutte e due e ho giurato di vendicarmi su tutti i criminali. Così dedico la mia vita alla lotta contro il crimine!».

Altri media
La Universal Pictures ha prodotto due serial cinematografici basati sulle avventure del personaggio dell'agente segreto X-9, rispettivamente nel 1937 (con Scott Kolk, 12 episodi per la durata di 232 minuti) e nel 1945 (con Lloyd Bridges, 13 episodi per la durata di 246 minuti).


lunedì 5 agosto 2019

Gli Aristocratici

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Gli Aristocratici è un gruppo di personaggi immaginari protagonisti di un'omonima serie a fumetti creata da Alfredo Castelli (testi) e Ferdinando Tacconi (disegni) nel 1973, pubblicata sul Corriere dei ragazzi e più volte ristampata in Italia e all'estero. Nel trentennale dell'esordio della serie, gli è stata dedicata una mostra.

Storia editoriale
La serie venne ideata da Alfredo Castelli e dal disegnatore Ferdinando Tacconi ed esordì nel 1973 sul Corriere dei ragazzi, incontrando subito il favore dei lettori, e verrà più volte ristampata sia in Italia che all'estero, in una dozzina di paesi. La serie verrà prodotta in Italia fino al 1977 (n. 28) per un totale di 33 storie pubblicate sul Corriere dei Ragazzi che cambia poi denominazione divenendo Corrier Boy; su quest'ultima testata verranno pubblicati altri quattro episodi. Contemporaneamente, a partire dal 1973, la serie era stata pubblicata anche in Germania sul settimanale tedesco Zack; e per questa rivista verranno prodotte dal 1977 altre 16 storie della serie, qui chiamata Gentlemen GmbH, pubblicate fino al 1980 e che verranno poi pubblicate in Italia dal 1997 su Il Giornalino, oltre a essere raccolte in volume in varie iniziative editoriali dagli anni novanta in poi. Negli anni ottanta alcune riviste italiane come Eureka, Magic e il Giornalino riproporranno gli episodi della prima serie.
Alla scrittura della serie contribuì senza essere accreditato anche Tiziano Sclavi che poi, nel 1983, svilupperà per il Giornalino il fumetto dedicato all'agente segreto Philip Allen, che ricorda in parte il personaggio di Michael Allen degli Aristocratici, di cui viene ripresa l’ambientazione inglese.
Sono stati realizzati volumi antologici pubblicati da vari editori italiani che raccolgono parzialmente o interamente la serie.
Successivamente alla conclusione della serie, il gruppo di personaggi è comparso anche in altre serie come, Martin Mystère, sempre scritta di Castelli, come nell'albo I misteri di Londra (1989) e l'ultima nell'albo Homunculus(2007).

Trama
Al centro della trama della serie c'è un gruppo di ladri gentiluomini inglesi denominato Gli Aristocratici, per via del loro aspetto impeccabile. Sempre implicati in colpi impossibili, disprezzano l'uso della violenza e devolvono tutto il ricavato dei loro lavori in beneficenza, trattenendo solo "un modesto 10% come rimborso spese". Questo li fa passare spesso dalla parte della giustizia, collaborando in madrepatria e negli Stati Uniti con la polizia per catturare mercanti d'armi e spacciatori senza scrupoli.

Personaggi
  • Il leader del gruppo è il Conte, gentiluomo britannico dai modi raffinati.
  • Fritz è un inventore tedesco, autore di tutti i piani e dei marchingegni di fuga.
  • Moose, gigante irlandese amante della birra e delle scazzottate.
  • Alvaro, playboy italiano esperto nello scassinare qualsiasi serratura, la maggior parte delle quali in meno di 30 secondi.
  • Jean, nipote del Conte, si serve della seduzione per facilitare le imprese del gruppo.
  • Michael Allen è fidanzato di Jean e ispettore di Scotland Yard. Sospetta che il Conte e il suo gruppo siano criminali, ma non riesce a provarlo; in quanto uniti entrambi da Jean, il gruppo e Michael si aiutano cavandosi spesso fuori dai guai a vicenda. L'ispettore diverrà in seguito protagonista di una propria serie a fumetti (L'ispettore Allen).
  • Derek Collins, abilissimo trasformista, fu tra i soci fondatori del gruppo ma, resosi colpevole di omicidio nel corso di un furto, fu fatto arrestare dai suoi stessi compagni e, di conseguenza, estromesso. Diverrà perciò loro acerrimo nemico.
  • Spesso nelle storie degli Aristocratici fanno capolino numerosi personaggi letterari e cinematografici, da James Bond a un redivivo Sherlock Holmes, passando per Jacques Clouseau e tanti altri.

Premi e riconoscimenti
  • Nel trentennale della nascita degli Aristocratici, a Milano fu allestita una mostra allo "Spazio Crapapelada" (diventato in seguito Spazio Papel), con le 12 tavole che componevano la prima storia. In quella occasione la storia fu ripubblicata in una cartella di tavole sciolte, firmate dal disegnatore Ferdinando Tacconi, con un omaggio di Alfredo Castelli e una presentazione di Michele Medda (Gli Aristocratici - Ed. Crapapelada 2003).

Eredità
Da Gli Aristocratici è nata come spin-off la serie a fumetti L'ispettore Allen, pubblicata su Il Giornalino delle Edizioni Paoline.


domenica 4 agosto 2019

Armadillo (Zerocalcare)

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L'Armadillo, spesso interpellato come Amico Armadillo, è un personaggio immaginario creato dal fumettista Zerocalcare. Il personaggio è, insieme allo stesso Zerocalcare, il protagonista della quasi totalità delle strisce e dei libri a fumetti di questo autore; appare per la prima volta sul blog dell'autore il 21 novembre 2011, ma precedentemente era apparso nelle strisce di varie riviste, fra cui il primo numero di Canemucco del maggio 2010.

Caratteristiche del personaggio
L'Armadillo rappresenta la coscienza di Zerocalcare. Il personaggio è una sorta di demone socratico o Grillo Parlante, una creatura che può interagire solo con il suo autore: il ruolo dell'Armadillo dovrebbe essere quello di consigliare e guidare Zerocalcare, invece rappresenta spesso il carattere pigro o sbrigativo del fumettista.
Fisicamente è un armadillo parlante antropomorfo di altezza umana, che cresce insieme a Zerocalcare: da piccolo era grande come un bambino, quando invece Zerocalcare è un adolescente con la cresta nei capelli anche l'Armadillo ha lo stesso look. Nel libro Dimentica il mio nome si scopre che il personaggio è una sorta di rielaborazione che Zerocalcare, da bambino, ha fatto di un pallone Super Santos. Come Zerocalcare, l'Armadillo parla con spiccato accento romano.
Una versione cupa e apocalittica dell'Armadillo appare nel libro La profezia dell'armadillo: esso rappresenta l'inesorabile scorrere del tempo e le occasioni sprecate.

Altri media
L'Armadillo apparirà nel film live action La profezia dell'armadillo, basato sull'omonimo libro. Gli autori non hanno ancora deciso se realizzarlo a cartoni animati o con altre tecniche.


sabato 3 agosto 2019

Arturo e Zoe

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Arturo e Zoe (Nancy) è una striscia a fumetti statunitense ideata nel 1938 da Ernie Bushmiller. È ritenuta un classico del fumetto ed è stata pubblicata su centinaia di testate in tutto il mondo.  Nel 1995 fu una delle venti serie a fumetti incluse nella serie commemorativa di francobolli  statunitensi Comic Strip Classics. La National Cartoonists Society assegnò a Bushmiller il premio per la migliore serie umoristica nel 1961 e quello come miglior autore nel 1976. La serie divenne un classico delle pagine umoristiche comparendo su oltre 880 testate in tutto il mondo. Sia Andy Warhol ('Nancy', 1961) che Roy Lichtenstein ('Riflessioni su' Nancy ', 1989) hanno dedicato dipinti a al personaggio di Zoe (Nancy); l'American Heritage Dictionary della lingua inglese utilizzò un'immagine di Nancy per illustrare la definizione di fumetto e nel 2011 Bushmiller è stato inserito nella Hall of Fame Will EisnerAward.

Trama
La serie nasce come evoluzione di una precedente striscia nota come Fritzi Ritz la cui protagonista è una donna giovane, bella e dinamica, elegante e dotata di spirito di iniziativa che si differenzia fra i personaggi tipici degli anni venti che di solito sono casalinghe, segretarie o fidanzate. La striscia debutta sui quotidiani il 9 ottobre 1922 e dopo tre anni passa a Ernie Bushmiller e la serie prosegue senza molta originalità. Con il passaggio allo United Feature Syndicate nel 1930 la striscia si evolve e nel 1933 appare Nancy (Zoe), precoce bambina di 8 anni, inizialmente un personaggio secondario e nipote della protagonista la quale lentamente passa in secondo piano fino a quando nel 1935 la piccola Nancy diventa la vera titolare della serie. Gli viene affiancato nel 1938 un coetaneo compagno di giochi e di avventure chiamato Sluggo Smith (Arturo) con un berretto perennemente in testa, maglietta a righe e toppe al vestito e che ama poco lo studio, tipico monello delle classi popolari mentre la bambina è la tipica figlia di buona famiglia e legati fra loro da un rapporto di vago romanticismo infantile complicato e reso più insolito dalla differenza sociale. Nancy è protagonista di brevi episodi umoristici che durano quanto una striscia, tre o quattro vignette o quanto una tavola domenicale (equivalente in genere a quattro strisce). Nancy, Sluggo, Fritzi e pochi altri personaggi di contorno come Poochie, il cane di Nancy, e Irma, amica di Nancy. Sluggo ha un cugino, Marigold, e spesso finisce nei guai insieme a Spike (a volte chiamato Butch), un bullo del quartiere. C'è poi Pee Wee, un bambino piccolo. Le trame sono raccontate dal punto di vista di un bambino senza mai allontanarsi dall'ambiente domestico, un modo sicuro e tranquillo, senza eccessive complessità e le battute sono semplici e immediate.

Storia editoriale
Strisce giornaliere e tavole domenicali
Lawrence "Larry" Whittington crea nel 1922 la serie a fumetti Fritzi Ritz che esordisce sui quotidiani il 9 ottobre 1922; nel 1925 la serie passa a Ernie Bushmiller che ne reinterpreta il personaggio modellandolo sulla fattezze della sua fidanzata. Ben presto riesce a raggiungere un successo maggiore di quello raggiunto dalla versione di Whittington e dal 1929 ne realizza anche una versione in tavole domenicali distribuita dalla United Feature Syndicate. Il successo è tale che l'attore Harold Lloyd, ammiratore della serie Fritzi Ritz, arriva a chiedergli di scrivergli le gag per il suo film slapstick Movie Crazy del 1931. Bushmiller introduce altri personaggi nella serie e in particolare, nel 1933 introduce il personaggio di Nancy (Tittì, Susi e poi Zoe in Italia), che ben presto diventa molto popolare. Cinque anni dopo, il 24 gennaio 1938, viene introdotto il personaggio di Sluggo (Arturo) e dopo cinque mesi, a maggio, Nancy diviene la titolare della striscia giornaliera che pone fine alla serie giornaliera Fritzi Ritz mentre la serie delle tavole domenicali continuerà fino al 1968. Già da tempo le strisce Fritzi Ritz erano ormai incentrate solo sui personaggi di Nancy e Sluggo con Fritzi che neanche compariva se non occasionalmente. Nella nuova serie Fritzi continuerà a vedersi sporadicamente nei panni della madre adottiva di Nancy (anche se in principio ne era la zia). L'impegno realizzativo spinse Bushmiller ad assumere degli assistenti, il primo dei quali è stato John Pierotti, che ha lavorato con lui negli anni trenta. Dalla fine degli anni quaranta la serie domenicale Fritzi Ritz venne realizzata per lo più dagli assistenti Bernard Dibble e Al Plastino. Altri collaboratori furono Loy Byrnes (1940), Alan Maver, Frank McLaughlin e George Wildman (anni settanta). Nel 1979 Bushmiller cominciò a soffrire della sindrome di Parkinson e passò l'incarico di realizzare le strisce giornaliere a Will Johnson e le tavole domenicali a Al Plastino. Alla morte di Bushmiller nel 1982 la striscia è continuata da diversi scrittori e disegnatori che operarono radicali cambiamenti grafici ma dal 1995, Guy e Brad Gilchrist hanno riavvicinato la serie il più possibile allo stile di Bushmiller.

Comic book
Negli anni quaranta storie inediti furono pubblicate anche nel formato comic book sotto il titolo "Nancy e Sluggo" nella serie Tip Top Comics e Sparkler Comics, pubblicato da Dell Publishing e disegnati fra gli altri da John Stanley e Dan Gormley, che hanno realizzato storie di più lungo respiro. Stanley ha anche aggiunto nuovi personaggi come la bambina Oona Goosepimple e il ricco ragazzo Rollo.

Edizione estere
La serie divenne un classico delle pagine umoristiche comparendo su oltre 880 testate in tutto il mondo. Sono state realizzate edizioni in italiano (Arturo e Zoe), francese (Arthur et Zoë), tedesco, spagnolo (Periquita), portoghese, finlandese (Ulla), svedese (Lisa och Sloggo), norvegese, filippino e giapponese.

Italia
In Italia la serie è nota come Arturo e Zoe ed è stata pubblicata su varie riviste a partire dal 1945 come Il Pupazzetto dove ha esordito nel 1945, L'Intrepido, Il Monello, con il nome Tittì sul Corriere dei Piccoli e come Susi sulla Illustrazione dei Ragazzi. L'Editoriale Corno gli ha dedicato un volume nella collana eureka pocket.

Impatto culturale
  • Nel 1995 fu una delle venti serie a fumetti incluse nella serie commemorativa di francobolli statunitensi Comic Strip Classics;
  • la National Cartoonists Society assegnò a Bushmiller il premio della per la migliore serie umoristica nel 1961 e quello come miglior autore nel 1976;
  • "Nancy" di Andy Warhol, 1961, dipinto dedicati al personaggio;
  • "Riflessioni su Nancy" di Roy Lichtenstein, 1989, dipinto dedicato al personaggio;
  • l'American Heritage Dictionary della lingua inglese utilizzò un'immagine di Nancy per illustrare la definizione di fumetto;
  • nel 2011 Bushmiller è stato inserito nella Hall of Fame Will Eisner Award.
Altri media
Tra il 1942 e il 1943 Paul Terry realizzo una serie animata senza però riscontrare molto successo.