venerdì 28 gennaio 2022

È vero che Star Wars ha copiato un fumetto francese?

Per stessa ammissione di George Lucas la fonte di ispirazione fu Flash Gordon, l'eroe di fantascienza degli anni '30 ideato da Alex Raymond.



I mondi e le razze aliene che ci abitano ognuna diversa dalle altre, i soldati e lo stesso dittatore Ming che somigliano alle truppe imperiali e all'imperatore Palpatine, gli eroi principali (Flash Gordon, la sua compagna Dale Arden e lo scienziato Hans Zarkov) che tanto somigliano ai tre protagonisti della prima trilogia e il fatto che tutti i protagonisti amino duellare con le spade sebbene abbiano a disposizione armi futuristiche come le pistole a raggi non lascia nessun dubbio in proposito.


giovedì 27 gennaio 2022

È vero che Star Wars ha copiato un fumetto francese?

Non lo ha copiato, ma ne è stato ispirato.



Tra il 1967 e il 2010, Valérian et Laureline ha seguito le avventure di Valerian, un agente segreto che viaggia nel tempo proveniente da un lontano futuro che rivela accidentalmente la sua identità a Laureline, una contadina della Francia dell'XI secolo ed è costretta a portarla con sé nel futuro .


Anche se questa premessa non suona per niente come Star Wars, lo stile visivo di Valérian et Laureline ha avuto un'enorme influenza. I creatori del fumetto si sono persino presi in giro quando hanno fatto apparire Han e Leia nel fumetto, per mostrare quanto facilmente i personaggi si inserissero in quel mondo.



Ma quella non è stata l'unica ispirazione di Star War. Qualsiasi scena ambientata su Tatooine, in particolare qualsiasi scena con i Tuskan Raiders, attinge molto dall'Arrakis e dai Fremen di Dune.


L'artista francese Moebius ha avuto un'altra influenza ed era popolare proprio nel periodo in cui veniva realizzato Star Wars. Anche se la sua arte è un po' più strana.


Visivamente la serie Fourth World di Jack Kirby è molto diversa da Star Wars, ma tocca molti degli stessi temi. Una “Forza” di vita mistica che è la “Fonte” di tutta la vita. Un leader dispotico Darkseid/Vader che è segretamente il padre del nostro eroe Orion/Luke, un eroe che ha ereditato dal padre una parte del male contro cui lottano. Una battaglia cosmica tra Ordine e Caos, in cui il Caos è il lato più eroico.



E, naturalmente, i film di Akira Kurosawa, in particolare La fortezza nascosta, sono stati una grande fonte di ispirazione.

La verità è che non c'è molto di Star Wars che sia originale. Tutte le sue idee sono state trovate nella fantascienza, nel fantasy e nel fantasy scientifico più vecchi, e qui sto solo grattando la superficie delle ispirazioni.

Ciò che ha reso Star Wars unico non sono state le sue idee originali, ma il modo in cui tutte le sue ispirazioni si sono unite in modo originale. Hai già avuto avventure spaziali, epiche fantasy e film sui samurai. Non hai mai avuto un film che fosse tutto quanto sopra e altro ancora. Non hai mai avuto un vecchio samurai entrare in un saloon da cowboy e tagliare il braccio di un alieno usando la sua precognizione e una spada laser, nello spazio.


A proposito, questa è una scena reale.


Star Wars è stato ispirato da molte cose, incluso il fumetto Valérian et Laureline, ma non ha copiato nulla.


Se il nome Valerian suona familiare, alla fine è stato adattato in un film. Che ha bombardato. I due protagonisti che sembravano fratello e sorella non gli hanno fatto alcun favore.


mercoledì 26 gennaio 2022

Come fa il Joker a reclutare gente per la sua gang, considerando ciò che di solito fa loro?

È una domanda valida. Perché qualcuno dovrebbe lavorare per un tizio che notoriamente uccide i suoi scagnozzi per divertimento?







Ok, gli importava un po' di Capitan Clown.



Allora perché dovrebbero lavorare per lui? Beh, probabilmente è perché Joker è uno dei più grandi boss del crimine di Gotham. I malviventi possono essere attratti da lui. Prendi ad esempio Joker di Heath Ledger. Dubito che gli criminali si siano uniti a lui per soldi. Era la sua follia che li attraeva, che faceva gravitare le persone attorno a lui.

Il più delle volte Joker non è un gangster ricco. Ma è sicuramente ai piani alti nella malavita di Gotham. E quindi, i suoi scagnozzi probabilmente pensano di avere maggiori possibilità a Gotham sotto la sua ala. Naturalmente, la maggior parte di loro lo sottovaluta e quindi finisce per morire.



lunedì 24 gennaio 2022

Chi assomiglia di più a Batman tra Daredevil, Moon Knight e Pantera Nera?

Nessuno di loro. Anche se Moon Knight,



Pantera Nera,



Daredevil



e (aggiungo io) Sudario



condividono alcune cose come la mancanza di poteri fisici e la vendetta (Daredevil) nessuno di loro somiglia davvero a Batman. Il cavaliere di Gotham é ossessionato dalla vendetta tenuta a bada dal suo senso di giustizia, cosa che lo avvicinerebbe a Daredevil ma quest'ultimo non ha cancellato Matt Murdoch, Batman invece sí al punto che ormai lui é l'identità pubblica e Bruce Wayne quella segreta. Gli eroi sopraccitati tra alti e bassi vivono le loro vite senza che la loro identità segreta ne prenda il sopravvento, Batman non é cosí fortunato. I veri emuli di Batman nel mondo Marvel sono: Nottolone (Nighthawk)



e soprattutto Night Thrasher.


Il primo, come Batman, é ricco ed ha un costume pieno di gadget ma i suoi poteri "notturni" lo accomunano piú a Moon Knight che a Batman. Inoltre Nottolone non ha le tipiche ossessioni del pipistrello per cui gli somiglia ma non di molto. Night Thrasher invece é il vero Batman di casa Marvel: come lui é ricco ed ha visto i genitori morire davanti ai suoi occhi da piccolo, come Batman ha un tutore (un compagno d'armi del padre) e una governante che si sono presi cura di lui e lo hanno addestrato alle arti marziali e come Batman é ossessionato dalla vendetta. Le differenze tra i due sono a livello del costume-armatura che lo fa somigliare piú ad Iron Man e il fatto che é immune alla telepatia e al controllo mentale.


Quale supereroe ha il costume meno pratico?




Starfire (o Stella Rubia) è la regine dei costumi poco pratici e contrari alla fisica.
Cominciamo con l'ovvio. Cosa, esattamente, sta mantenendo le gemelle contenute in quel particolare vestito? Quelle piccole cinghie sono in qualche modo incollate ai suoi capezzoli? Come può funzionare come reggiseno push-up? In che modo questo "indumento" non sta semplicemente cadendo a terra? Perché non è accartocciato in una pila inutile ai suoi piedi?
E a che serve la piccola spallina? Pudore? Cosa la tiene in primo luogo sulle sue spalle? Non dovrebbe sventolare in giro come delle inutili ali da uccello?

domenica 23 gennaio 2022

Chris Claremont

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Christopher Simon Claremont (Londra, 25 novembre 1950) è un fumettista e scrittore inglese.

Biografia
Nato in Inghilterra, già in tenera età dimostra la sua passione per la scrittura. Ancora giovanissimo, migra negli Stati Uniti d'America, dove vive tuttora. A diciannove anni gli viene offerto uno stage di due mesi presso la Marvel Comics. In quel periodo scriverà il suo primo lavoro, una storia di poche pagine per un supplemento annuale (annual) della serie dedicata al personaggio di Nick Fury.
Finito questo periodo, Claremont cerca di intraprendere la carriera di attore e scrittore teatrale, continuando comunque a scrivere delle storie per la Marvel. Più tardi la casa editrice deciderà di assumerlo come assistente redattore per le sue testate in bianco e nero.
Nel 1975, la Marvel offrì a Claremont di scrivere la testata X-Men, che era appena stata rilanciata dal duo Len Wein e Dave Cockrum e salvata dalla cancellazione. Assieme a Cockrum e, soprattutto, a John Byrne, Claremont scriverà alcuni dei capitoli più amati dai lettori e dalla critica nella storia del fumetto seriale. In questo lungo periodo ha rivoluzionato completamente il concetto di serie a fumetti, tessendo delle trame che si sviluppavano non in pochi numeri, ma in diversi anni, costruendo una saga pseudo-familiare di grande complessità.
Negli anni successivi Claremont creò molte altre collane fondamentali per la saga degli uomini X. Tra queste ricordiamo i Nuovi Mutanti e Excalibur, disegnata da Alan Davis. Alla fine degli anni ottanta scrive le prime storie della serie regolare dedicata al personaggio più famoso degli X-Men: Wolverine.
Claremont restò sulla serie fino al 1991, quando per alcune divergenze con la Marvel fu costretto ad abbandonarla; la Marvel infatti aveva cominciato a bocciargli parecchie idee (narrate in seguito nel volume X-Men Forever del 2009, in cui Claremont racconta come avrebbe sviluppato le sue sottotrame se non se ne fosse andato), soprattutto quella che prevedeva la morte di Wolverine: Chris, scrittore anche della serie regolare dell'artigliato canadese, era indispettito dal fatto che Logan apparisse in numerose altre serie, dove gli altri autori fornivano numerosi dettagli sul suo passato, spesso in contrasto con quanto da lui programmato, e aveva progettato di ucciderlo, per poi farlo risorgere come killer per conto della Mano (soggetto poi ripreso da Mark Millar nella saga Nemico Pubblico). Questo avrebbe portato alla chiusura della vendutissima serie personale del personaggio, e l'idea di sostituirla con una dedicata a Sabretooth (che egli riteneva essere il padre di Wolverine, altra idea poi caduta) non venne presa in considerazione. Inoltre, Claremont prevedeva di riportare tra le file degli X-Men anche Nightcrawler e Kitty Pryde, all'epoca personaggi di punta nella serie Excalibur, oltre la morte di Charles Xavier e al tradimento di Tempesta, tutte idee impopolari secondo i vertici della Marvel, che avrebbero portato ad un calo di vendite, dunque le due parti decisero di separarsi.
Dopo aver lasciato gli X-Men e la Marvel, Claremont è passato alla DC Comics, dove ha lanciato la serie Sovereign Seven, di breve vita e scarso successo. Scrive anche per la Dark Horse Comics una maxiserie dal titolo Alien vs Predator e 3 numeri di Wildcats per la Wildstorm Comics (numeri 10-13). Diviene anche il nuovo sceneggiatore di Gen 13 rilanciando la serie con i disegni di Ale Garza. La serie viene cancellata quasi subito per scarse vendite. Ha pubblicato anche due numeri della serie Prudence & Caution pubblicata dalla Defiant.
Richiamato alla Marvel da Bob Harras, editor-in-chief dell'editore newyorkese in quel periodo, ricomincia con un incarico come supervisore (subito abbandonato) e scrivendo la serie dedicata ai Fantastici Quattro, affiancato dal disegnatore Salvador Larroca; è poi tornato lentamente, sempre con Larroca, a quelle che possono essere considerate le sue creature: gli X-Men. Dopo una breve parentesi su Uncanny X-Men scrive X-Treme X-Men per poi tornare nuovamente su Uncanny X-Men (successivamente abbandonati di nuovo, sostituito da Ed Brubaker).
Dal 2006 scrive Exiles e sta per lanciare una nuova serie intitolata GeNext con protagonisti, ancora una volta, dei mutanti.
Nei film X-Men - Conflitto finale e X-Men - Giorni di un futuro passato appare in un breve cameo.


sabato 22 gennaio 2022

Stan Lee era molto, molto più dei suoi personaggi

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Artista, autore di fumetti e creatore dei nostri eroi, Stan Lee ha scelto di raccontare la diversità e i diritti civili come pochi altri hanno fatto.
Sono un uomo di colore che ama i fumetti e, come si può immaginare, la notizia della morte di Stan Lee mi ha inevitabilmente cambiato la giornata, portando con sé come una nube oscura. Stan Lee non era solo il creatore di Black Panther, X-Men e Spider-Man, era anche una persona che si è sempre opposta al razzismo, all'ignoranza e al fanatismo.
Fin dal 1968, quando, in una edizione di “Stan’s Soapbox”—una rubrica dei Marvel Comics attiva dal 1965 al 2001— Lee aveva dato una lezione importante ai lettori: anche se non andrete d'accordo con tutti, questo non vi autorizza a odiare tutte le persone appartenenti a una categoria, razza o religione a prescindere, senza nemmeno conoscerle.
Io non ero nemmeno nato quando Lee scriveva queste parole, ma c'ero quando suprematisti bianchi e neonazi americani si sono riuniti a Charlottesville, e quando lui ha riproposto queste parole a una nuova generazione. Lee ha espresso quell'opinione senza aver niente in cambio; nulla allora, e davvero pochissimo oggi.
Da creativo, Stan Lee si era fatto strada con fatica in un'industria, quella del fumetto negli anni Cinquanta, che lo rifiutava—e che stava quasi abbandonando a un passo dal successo con Marvel. Era un uomo bianco con tutti i privilegi del caso, ma usò quei privilegi in modo positivo, come pochi altri hanno saputo fare, per portare avanti i suoi ideali progressisti.
Negli ultimi vent'anni tutti noi siamo cresciuti con lui, abbiamo atteso impazienti la breve comparsa dei suoi baffoni bianchi sul grande schermo, ma forse non ci siamo mai soffermati abbastanza sul suo lavoro.
Quando, tempo fa, scrivevo elogiando il coraggio di una produzione cinematografica di rappresentare un re nero e un intero cast di persone di colore, non ho mai citato il fatto che Stan Lee fosse co-creatore di Black Panther. Lee era un sostenitore convinto dei diritti civili, anche se non amava vantarsene, e ha continuato a esserlo anche quando dimostrare quel tipo di supporto si rivelava nocivo nei suoi confronti. Ha aiutato a creare personaggi che rappresentassero l'eroismo africano, ha incluso concetti progressisti all'interno dei suoi lavori, sebbene il suo pubblico bianco non fosse minimamente interessato a quel tipo di messaggi prima di scontrarvisi. X-men, tra tutti, è una chiara allegoria (uomini che hanno paura dei mutanti) dell'odio razziale e un chiaro segnale di sostegno al movimento americano per i diritti civili. Un'allegoria che si è protratta poi negli anni, e si è allargata fino a includere anche la comunità LGBTQ.
Ora, non voglio dare lezioni di storia a nessuno, vorrei solo rendere omaggio a un uomo che aveva capito, prima di molti altri, cosa significa sostenere una causa senza mai tirarsi indietro, attraverso la propria voce e la propria arte. Non solo ha sempre sostenuto le cause in cui credeva, ma l'ha fatto senza preoccuparsi di quello che avrebbe pensato di lui il pubblico con cui si doveva rapportare—e che non percepì (e non percepisce tutt'ora) le sue parole come necessarie o positive.
Nell'ultimo tweet in cui ripropone le sue parole, scritte in un'epoca apparentemente lontana, Stan Lee aveva scritto: "tanto vero oggi, quanto nel 1968." Grazie Stan Lee, perché sei vero oggi come lo sei sempre stato.
Riposa in pace, e "Excelsior!"