
Gotham City — Se esiste un uomo in grado di trasformare un singolo proiettile in una condanna certa, quello è Deadshot. La sua fama nell’universo DC Comics è scolpita da anni: “non manca mai il bersaglio”. Eppure, c’è un’eccezione clamorosa, quasi paradossale: Batman. Perché l’assassino infallibile non sfrutta un punto vulnerabile così evidente come la bocca scoperta del Cavaliere Oscuro?
La risposta non risiede solo nella leggenda dell’Uomo Pipistrello o nella tradizionale “invulnerabilità narrativa” dei protagonisti. Esiste una spiegazione più sfaccettata, che attinge alla psicologia, alla caratterizzazione dei personaggi e alla storia degli stessi fumetti.
Nel ciclo Suicide Squad di John Ostrander, il personaggio di Floyd Lawton, alias Deadshot, viene riscritto con profondità: non è semplicemente un mercenario, ma un uomo tormentato, dotato di un forte impulso autodistruttivo. Quando incrocia Batman, questo lato oscuro emerge con forza.
È stato mostrato che, pur mirando,
Deadshot si trattiene inconsciamente.
Non perché
non possa uccidere Batman…
ma perché non vuole davvero
farlo.
Il motivo affonda nel suo passato: nella miniserie Deadshot (1988), sempre di Ostrander, viene rivelato che Lawton uccise accidentalmente il fratello nel tentativo disperato di proteggerlo. Batman diventa allora, nella sua psiche, un simbolo di ciò che ha perso: una figura moralmente superiore, che fa ciò che lui non sarà mai in grado di fare.
Quando Deadshot osserva Batman,
riaffiora una ferita mai guarita.
Il tragico senso di colpa
congela l’assassino infallibile.
Dall’altra parte della mira, Batman
non è affatto un bersaglio statico:
• possiede addestramento
tattico estremo
• è capace di schivare colpi al limite
del credibile
• sfrutta sempre la copertura
dell’ambiente
• anticipa le mosse degli avversari con
pianificazione chirurgica
Persino i migliori cecchini del mondo reale mancherebbero un uomo così imprevedibile in combattimento ravvicinato.
E quando è in gioco Batman, le regole del fumetto alzano ulteriormente l’asticella: l’Uomo Pipistrello sopravvive perché non deve perdere ciò che rappresenta — il confine sottile che separa Gotham dal caos.
La presenza di Batman nella vita di Deadshot è, ironicamente, ciò che ancora lo tiene in vita. Senza quel limite morale che Batman incarna, Lawton sarebbe già spirale definitiva verso l’autodistruzione. Con Batman davanti al mirino, la sua pistola trema:
Ucciderlo sarebbe troppo facile.
Sopravvivergli è la vera punizione.
Il mito funziona perché nessuno dei
due può prevalere totalmente.
Batman rappresenta la possibilità
del riscatto.
Deadshot è il fallimento
trasformato in arma.
Se un giorno uno di loro spezzasse questo equilibrio, l’altro perderebbe parte del proprio significato narrativo.
La domanda non dovrebbe essere:
“Perché
Deadshot non spara alla bocca di Batman?”
ma
piuttosto:
“Perché non riesce a farlo?”
La risposta è la stessa che tiene in
piedi Gotham:
un uomo che non sbaglia mai, di fronte alla verità
che non può uccidere, sbaglia apposta.
E nel suo errore, paradossalmente, Deadshot resta umano.
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