Ammetto che, ai tempi in cui lo leggevo
settimanalmente, questa cosa l’avevo notata anche io, ma poi
l’interesse per le storie che leggevo prendeva sempre il
sopravvento. Ma questa domanda ha riacceso la mia curiosità e quindi
ci ho dato dentro di brutto, nel tentativo di dare una qualche
spiegazione che, almeno a me, possa dare soddisfazione.
Sleggiucchiando a destra e a manca sull’argomento, mi sono
imbattuto
in tanti articoli davvero
interessanti, con ancor più interessanti riflessioni di carattere
sociologico.
Ad esempio alcuni sostengono che Walt
Disney lo facesse poiché era lui stesso orfano e ne aveva sofferto
parecchio, ma se si osserva in maniera ampia la produzione disneyana
si può constatare il contrario. Infatti sia nei lungometraggi
animati che nei lungometraggi live-action ci sono padri e madri.
Pochini, ma ci sono.
La risposta, comunque, sembrerebbe più
semplice di quanto si possa pensare. Quando Topolino fu inventato era
un vero topo di fattoria che combinava soltanto guai e trattava male
tutti. Nel contesto del carattere non c'era motivo di affiancargli
parenti solo un'eterna fidanzata cioè Minnie. Quando Paperino nacque
era un papero che viveva in un fiume. Però già lo si vedeva adatto
a situazioni più di carattere quotidiano, con quel suo essere
marinaio e sempre arrabbiato. Il filone di Topolino è quindi
continuato in direzione del farsesco o dell'avventuroso o del magico
mentre il filone di Paperino l'ha visto sempre più alle prese con la
vita di tutti i giorni. Paperino nasce nel 1934 col cortometraggio
"The Wise Little Hen". Nel 1936 comincia ad aver
cortometraggi dedicati a lui e introdotti dal suo logo con la sua
faccia. Nel 1938 nel cartone "Donald's Nephews" gli vengono
affiancati dei nipoti, appunto Qui, Quo e Qua mandati dalla madre
Dumbella, sorella maggiore di Paperino.
Ci sono vari motivi del perchè dei
nipoti e non dei figli. Prima di tutto perchè è proprio questa
estraneità tra Paperino e i nuovi nipoti a creare il pretesto per
divertentissimi sketch, non sarebbe stato possibile con dei figli,
soprattutto in quegli anni, in quel clima di rigidità educativa.
Infatti Paperino non ne conosce i caratteri e può sì pretendere da
loro ma nemmeno troppo in quanto non loro genitore. I paradossali
scontri tra i nipoti e Paperino (spesso basati sull'invidia, la
gelosia, la ripicca) sarebbero troppo inverosimili se fossero tra
padre e figli ma perfettamente realistici e funzionali tra zio e
nipoti. Non va dimenticato infatti che Paperino è giovane ed è il
figlio minore e interagisce con i nipoti grandicelli come farebbe un
giovane zio. Fossero stati figli suoi, per l'età che hanno, Paperino
sarebbe dovuto essere più anziano e i rapporti sarebbero stati
diversi.
L'altra ragione è che da quando
Paperino è apparso per la prima volta e poi per tre lunghi anni non
ha avuto figli perchè in quel momento i creatori avevano pensato a
situazioni che non li contemplavano. Sarebbe quindi stato molto
strano che un personaggio che per tanto tempo è stato un
avventuriero impegnato tra mille lavori e hobby e sempre in viaggio
avesse nel frattempo avuto dei figli a casa che improvvisamente
saltano fuori. Far apparire i nipoti invece ha reso possibile
l'integrazione di Qui, Quo e Qua nell'universo di Paperino in maniera
molto logica e divertente.
Le cose sono rimaste così anche nel
passaggio dall'animazione ai fumetti. L'albero genealogico di
Paperino nasce proprio come particolare dell'universo papero e non
come spiegazione alla mancanza di padri o madri, dato che infatti chi
ha seguito la saga di Paperino sa che ha una sorella madre dei suoi
nipoti.
I nipoti di Topolino sono invece
apparsi nei fumetti per emulazione. In pratica anche qui era
difficile far saltare fuori dei figli dopo che per anni non ce ne
sono stati e anche scegliendo quella via si sarebbe dovuto aspettare
la loro crescita per poterli far interagire degnamente con lo zio.
Ancora una volta si opta per dei nipoti, già formati e con idee
proprie, pronti a scontrarsi con uno zio che non li conosce
benissimo. Da notare che il connubio zio-nipote come premessa per
situazioni comiche è stato usato tantissimo anche nei film e nelle
serie televisive. Spesso il protagonista è scapolo (il che
giustifica un certo contesto mondano piuttosto che familiare che
lo/la vede protagonista) ma ha una sorella/fratello con dei figli.
Quando lo zio/zia incontra i/le nipoti si forma uno scontro tra le
due realtà (mondana vs familiare) che da vita a sketch non possibili
tra genitori e figli. Anche qui va detto che si conosce la madre
"Amelia Fieldmouse" che è appunto la sorella maggiore di
Topolino e ha lasciato i figli al fratello per andare a cercare il
padre. E proprio come il cartone che introduce i nipoti di Paperino
si chiama "Donal'd Nephews" il fumetto che introduce i
nipoti di Topolino si chiama "Mickey's Nephews".
Un'altra cosa sottintesa è che sia
Topolino e Paperino sono ragazzotti americani sui trent’anni quindi
non facilmente associabili a figli così tanto cresciuti. Parte del
loro essere ragazzotti e del loro carattere risiede nell'essere
fidanzati e quindi nello stile di vita (Paperino porta Paperina a
ballare, a cena, intaglia cuori nel legno per lei ...cioè sono
ragazzi) e nel corteggiamento (sia Paperino che Topolino devono
sempre vincere le attenzioni delle loro amate, sottintendendo che i
rapporti sono molto liberi, c'è simpatia e attrazione ma non c'è
un'impegno suggellato; un rapporto molto giovane e spontaneo non
adatto ad una famiglia e dei figli)
Come prova del nove del fatto che
mettere i nipoti piuttosto che i figli sia stata una scelta dettata
dalle circostanze e nient'altro abbiamo Pippo. Fin dal suo primo
cortometraggio, Pippo a differenza di Paperino, sarà il personaggio
che interagisce di più con l'ambiente familiare. Sono due infatti i
campi di Pippo: le guide su come fare qualcosa e il logorio della
vita moderna (smettere di fumare, ammalarsi, mettersi a dieta, essere
licenziati, trovare lavoro) Fin dal principio Pippo è affiancato da
un figlio: Max o Goofy Jr. Proprio perchè le situazioni in cui si
trovano Max e Pippo sono pensate per essere situazioni padre e
figlio, funzionano perfettamente mentre smetterebbero di funzionare
se i personaggi fossero zio e nipote. Pippo inoltre è più anziano.
Non è un ragazzotto come Paperino ma un impiegato forse vicino ai
cinquanta, accasato e stanco del suo lavoro. Il profilo torna.
Nel fumetto Pippo è diventato compagno
di Topolino perdendo la sua famiglia e lasciando scoperto quel genere
nei fumetti. Brutta scelta a mio avviso anche perchè il Pippo
familiare era ingenuo ma raziocinante, il Pippo dei fumetti è
proprio demente e incapace di ragionare.
Quindi ogni personaggio delinea un
genere. Topolino l'avventura e la magia. Paperino la quotidianità e
Pippo la vita famigliare. A quel punto arriva Pluto che ricopre il
genere lasciato scoperto: cioè il cartone muto basato su gag
frenetiche e non sui problemi della società umana.
Verso la fine degli anni ’90 Don
Rosa, un fumettista italo-americano che ha collaborato per anni con
la casa editrice che pubblica i personaggi di Disney in Danimarca, ha
risolto il problema.
Ha prodotto una lunga serie di
avventure di Zio Paperone (Scrooge McDuck) ispirata alle avventure
“classiche” di Paperone disegnate negli anni ‘40, ’50 e ’60
dal suo inventore, il fumettista della Disney Carl Barks.
Nella serie descrive tutta la vita di
Zio Paperone, inclusi i suoi genitori, fa riferimenti continui alle
avventure “classiche” di Barks e a eventi storici successi nei
diversi periodi corrispondenti alle varie età di Paperone (era
anziano negli anni ‘40, quindi era ragazzino ed ha guadagnato il
primo decino nell’ottocento). En passant, risolve tutte le
questioni legate alle parentele, ed ha anche pubblicato un albero
genealogico in cui compaiono i genitori di tutti e si spiega che fine
abbiano fatto. Il tutto coerente con le avventure “classiche”
scritte da Barks.
Tutta la serie è stata pubblicata in
Italia dal mensile “Zio Paperone - Edizione per collezionisti”,
uscito in edicola in oltre 200 numeri fra il 1990 e il 2008.
Inutile aggiungere che ho la serie
completa.